Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00090
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Atto n. 1-00090
Pubblicato il 17 febbraio 2009, nella seduta n. 152
BONINO , MARINARO , ROSSI Nicola , MORANDO , ADAMO , ANDRIA , BARBOLINI , CARLONI , CAROFIGLIO , CHIAROMONTE , DI GIOVAN PAOLO , LUSI , MARCENARO , NEROZZI , PERDUCA , PORETTI , PROCACCI , SBARBATI , SOLIANI , VITA
Il Senato,
premesso che:
è incontestabile che l’Unione europea svolga un ruolo chiave nel contesto della crisi economica in atto e che il suo elemento centrale sia il mercato comune, che garantisce libertà di movimento alle persone, ai capitali, ai beni e ai servizi;
le economie degli Stati membri sono attualmente così interconnesse da formare un forte e coeso mercato interno tale da costituire la forza trainante che ha spazzato via frontiere e controlli, nonché indotto 16 Stati membri a rinunciare alle loro monete nazionali per adottare l’euro. Ha inoltre sospinto la crescita economica e, attraverso l’allargamento, ha rafforzato e stabilizzato la democrazia in Europa;
è per questa semplice ragione che ogni minaccia al mercato interno deve essere interpretata come una minaccia alla prosperità dell’Europa;
la crisi economica mondiale è cosi vasta da richiedere varie misure d'intervento pubblico anche in Europa. Tuttavia, gli strumenti politici rimangono fermamente nelle mani dei singoli governi e se le decisioni sono prese in maniera scoordinata, con lo sguardo rivolto esclusivamente allo stretto interesse nazionale, queste misure rischiano di entrare in rotta di collisione con le regole della concorrenza che presidiano il mercato interno;
considerato che:
il Trattato contempla alcune eccezioni a queste regole e chi è chiamato a giudicare non sono gli Stati membri, bensì il loro arbitro, la Commissione europea, i cui tempi tecnici per valutare se certi aiuti di Stato “distorcono o minacciano di distorcere la concorrenza” rischiano tuttavia di non avere la tempestività necessaria per evitare il rischio che l'economia europea precipiti nel frattempo in una situazione fortemente depressiva;
il fattore tempo è centrale. Ma è altrettanto essenziale per la Commissione poter intervenire annullando misure prima che abbiano dispiegato i loro effetti distorsivi sui mercati, oppure siano replicate in altri Stati membri, lasciando alla fine nessuno in condizioni migliori, ognuno in condizioni peggiori, e il mercato interno a pezzi;
i due settori in Europa che hanno beneficiato di massicci aiuti di Stato sono il settore bancario e quello automobilistico. La Commissione europea ha cercato di accelerarne il processo di revisione nonostante i Governi abbiano preso l’abitudine di annunciare pubblicamente nuove misure su base pressoché quotidiana e alcune di queste misure appaiano di dubbia compatibilità con le regole della concorrenza;
la nostra prosperità è basata su un vero e proprio bene pubblico intangibile, costituito dall’insieme di regole che ha reso possibile il mercato interno. I governi europei non dovrebbero mai dimenticare che il loro superiore interesse nazionale è la difesa del mercato interno europeo.
ben due vertici straordinari del Consiglio europeo sono stati dedicati alla crisi finanziaria, senza riuscire ad impedire tentativi di “fughe in avanti” e derive protezioniste suscettibili di minare dalle fondamenta l’edificio sin qui costruito;
è quindi giunto il momento di cambiare approccio, consapevoli che una procedura che funziona in tempi normali, quando le richieste di aiuti di Stato sono infrequenti, non può funzionare nelle critiche circostanze attuali,
impegna il Governo:
a promuovere, in occasione della riunione straordinaria del Consiglio europeo del 1° marzo 2009, un'iniziativa volta a dichiarare ufficialmente lo “stato di crisi” per quanto riguarda il settore bancario e quello automobilistico, incluso l'indotto;
a sollecitare la costituzione di due unità di crisi (o task forces) composte da rappresentanti nazionali nominati dai Governi per i due settori, entrambe presiedute dalla Commissione, con il compito specifico di coordinare gli aiuti di Stato, di favorire lo scambio di informazioni e di assicurare nel contempo che le misure nazionali si rinforzino mutualmente per il maggior beneficio dei settori interessati senza compromettere le regole della concorrenza. Questo in modo da attribuire anche all’arbitro della concorrenza, la Commissione, un ruolo ex ante, dato che quello attuale ex post è palesemente inadeguato.