Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00515

Atto n. 3-00515 (in Commissione)

Pubblicato il 3 febbraio 2009, nella seduta n. 140
Svolto nella seduta n. 46 della 2ª Commissione (12/03/2009)

BERSELLI , GASPARRI , FAZZONE , DE ANGELIS , CIARRAPICO , VALENTINO - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

il tribunale di Latina, secondo ufficio giudiziario della regione Lazio per numero di procedimenti e per dimensione, è composto da una sede centrale e da due sezioni distaccate (Terracina e Gaeta) ed è centro di una realtà di fondamentale importanza (si tratta di un vero e proprio polo giudiziario), peraltro estremamente problematica in relazione al controllo del territorio, in quanto cerniera (e frontiera) tra le aree campane e la zona industriale a sud di Roma, con tutto quanto ne consegue anche in relazione ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata;

in breve, presso il tribunale di Latina, secondo i dati ufficiali della relazione annuale del Presidente della Corte d’appello di Roma dell’anno 2008, al 30 giugno 2007 pendevano ben 36.345 procedimenti civili, con sopravvenienze annue di circa 20.000 unità. Di tali procedimenti, 19.490 riguardavano il contenzioso civile ordinario (con circa 6.000 sopravvenienze all’anno). Si tratta di dati che attestano come il volume delle pendenze civili a Latina sia pari a circa un quarto rispetto alla realtà del pur enorme Tribunale di Roma e a circa il triplo di quelle di qualsiasi altro tribunale del distretto della Corte d’Appello di Roma;

analogo discorso va fatto per le pendenze degli affari penali che, ad esempio, contavano alla data del 30 giugno 2007, 7.183 procedimenti pendenti con il rito monocratico, pari a poco meno di un terzo degli affari monocratici penali pendenti presso il tribunale di Roma;

in linea anche i dati dei procedimenti in materia di lavoro, a Latina, infatti, risultavano pendenti, al 30 giugno 2007 quasi 10.000 processi, pari a circa un terzo di quelli pendenti presso il tribunale di Roma;

a fronte dei dati contenuti nei documenti ufficiali e che sono stati così sommariamente riassunti, a Latina è prevista una pianta organica di soli 41 magistrati, suddivisi nelle due sezioni civili, nella sezione penale e nelle due sezioni distaccate di Terracina e Gaeta, magistrati dei quali risultano presenti in sede solo 35 unità;

tale aspetto, del resto, va inteso in riferimento all’originario grave sottodimensionamento della pianta organica rispetto agli altri tribunali del distretto della Corte d’appello di Roma, in quanto si tratta di un ufficio che secondo i dati ufficiali comporta un carico di lavoro pro capite per ciascun magistrato (1.219 fascicoli) pari a circa il triplo, per fare un esempio, di quello del tribunale di Roma (485 fascicoli) e, comunque, superiore di oltre il 50 per cento rispetto agli altri tribunali del distretto. È, in sostanza, uno dei primi cinque tribunali italiani di maggior squilibrio, per rapporto tra organici e carico di lavoro giacché, per operare al pari degli altri tribunali del Lazio, quello di Latina avrebbe bisogno di circa 70 magistrati;

tale problematica si riflette in modo ancor più serio e drammatico sulla situazione del personale amministrativo e di cancelleria;

la pianta organica del personale amministrativo di cancelleria, intorno all’anno 2000, prevedeva un numero complessivo di 184 unità, di cui 147 presso la sede centrale, 18 presso la sede di Gaeta e 19 presso quella di Terracina, a fronte di un organico della magistratura che all’epoca era di 37 unità;

nonostante l’aumento dei magistrati previsti in pianta organica (ora 41), con la progressiva cessazione dal servizio di alcuni di essi, anziché procedersi al reintegro delle unità venute meno, la pianta organica del personale di cancelleria è stata progressivamente ridotta, fino al dato attuale che prevede 161 unità di personale amministrativo, di cui 130 (compreso il primo dirigente) presso la sede centrale, 15 presso la sede di Gaeta e 16 presso la sede di Terracina. Si tratta di un dato di partenza che, rispetto ad una realtà già originariamente del tutto sottodimensionata, prevede una inadeguatezza strutturale del 12,5 per cento, senza tener conto dell’aumento di lavoro che l'incremento della pianta organica della magistratura ha comportato;

ciò nonostante, attualmente vi è un'ulteriore scopertura del 16 per cento della forza presente rispetto a quella (già ridotta coma sopra detto) prevista dalla pianta organica di diritto. Inoltre, otto unità sono in regime di part-time verticale ed una di part-time orizzontale; 19 unità beneficiano della legge n. 104 del 1992; una unità è in congedo ai sensi dell’articolo 4, comma 2, della legge n. 53 del 2000; tre unità sono in permesso per ragioni di studio; cinque beneficiano di permessi sindacali ed una è in permesso per funzioni elettive presso enti locali (decreto legislativo n. 267 del 2000);

in particolare, sono assenti ben 23 unità nella sola sede di Latina, dove risulta scoperto da circa tre anni il posto di primo dirigente, con gravissime conseguenze, atteso che in tale situazione non è possibile nemmeno dare corso a seri progetti atti a gestire l’emergenza;

gravi ripercussioni hanno, oltre alla inspiegabile mancanza di ben dodici unità di profilo “C2”, le scoperture nei posti di cancelliere “B3” e le cinque scoperture di operatore “B3”;

inoltre, manca quasi del tutto il personale ausiliario, in quanto dei sette ausiliari, ne risultano in sede cinque, di cui ben quattro invalidi e quindi inadatti al compito: di fatto, in caso di assenza dell’unico ausiliario idoneo al compito, risultano impossibili tutte quelle attività che implicano il materiale movimentazione dei fascicoli;

si aggiunge ai dati sopra richiamati il fatto che la pianta organica del personale amministrativo è dimensionata al numero di magistrati. Ciò non toglie che il carico di lavoro per le cancellerie è dato soprattutto dal numero di affari sopravvenienti e dai conseguenti accessi dell’utenza. Al riguardo, valga come dato di riferimento il richiamato numero di pendenze per magistrato che comporta un gravissimo ed insostenibile squilibrio delle prestazioni di cancelleria inidonee, per il numero assolutamente inadeguato degli addetti, ad assicurare prestazioni tali da rendere anche solo vivibile e decente l’afflusso di persone in tribunale. Di fatto, un avvocato che intenda depositare un atto deve attendere circa duecento persone che lo precedono, con un’attesa che dura praticamente tutta la mattina, poiché risulta aperto normalmente un solo sportello (o al massimo, ed occasionalmente, due) sui quattro/sei originariamente previsti. Inoltre, giorno per giorno, i vari uffici e le varie cancellerie, dopo progressive riduzioni di orario, sono costrette a periodi di chiusura, con conseguenze di drammatica emergenza;

è una situazione assolutamente insopportabile per gli operatori ed inaccettabile per l’utenza, che richiede urgenti interventi sia per la copertura della pianta organica del personale di cancelleria – che, ove al completo, comporta già di per sé una grave inadeguatezza – sia per l’ampliamento della stessa pianta organica;

ancor più pesante la situazione dell’Ufficio degli ufficiali giudiziari, dove ad una pianta organica che prevede 12 operatori “C1”, 9 operatori “B3”, 8 operatori “B2”, 2 lavoratori socialmente utili, corrisponde di fatto una scopertura di un terzo del personale in qualifica “C1” in quanto alle due unità scoperte si aggiunge il fatto che una unità è in congedo per maternità ed un’altra è applicata presso altro Ufficio (Roma). Scoperture sono presenti anche negli altri profili di organico, seppure di minore importanza. Attualmente, l’accesso all’ufficio, prima ancora che la sua efficienza, è gravosissimo per tutta l’utenza;

anche sul piano delle strutture logistiche, il tribunale di Latina è in grave difficoltà, in quanto ubicato in una sede che, pur di grande pregio storico, è divenuta ormai del tutto insufficiente alle attuali esigenze. È prevista da tempo la realizzazione di un nuovo palazzo di giustizia (cosiddetta “cittadella giudiziaria”), del quale è in corso di realizzazione del primo lotto, inerente alla sede della sola Procura della Repubblica (ora ubicata in edificio condotto in locazione per il quale il Comune di Latina corrisponde un canone annuo di 1.100.000 euro), ma per la cui ultimazione mancano comunque i fondi. Nessun impegno di spesa è inoltre previsto per la realizzazione del secondo lotto, inerente al palazzo di giustizia vero e proprio, la cui mancata attuazione lascerebbe il tribunale nella situazione di attuale impossibilità di corretto funzionamento e creerebbe per di più gravi problemi anche alla cittadinanza in relazione ai problemi di viabilità e traffico indotti dalle necessità di spostamento degli operatori di giustizia in ambiti diversi della città;

quali siano poi le conseguenza di quanto detto sui tempi di risposta alla domanda di giustizia è facile immaginare, in particolare nel settore civile dove ciascun magistrato, durante i periodi di presunta “normalità” deve trattare in ogni giornata di udienza cinquanta, settanta e, in alcuni casi, anche cento cause;

la situazione è stata più volte denunciata pubblicamente dagli avvocati, dal personale amministrativo e dagli stessi magistrati e forma oggetto di quotidiana attenzione da parte degli organi di stampa e recentemente l’Avvocatura, dopo aver pubblicamente segnalato l’intollerabilità di quanto sta accadendo, richiedendo l’aiuto delle forze istituzionali e politiche, è entrata in agitazione, indicendo un’assemblea sul tema per il giorno 20 gennaio 2009 e poi proclamando l’astensione dalle attività giudiziarie per il 18 ed il 27 febbraio, giorni in cui organizzerà altrettante manifestazioni presso il Consiglio superiore della magistratura ed il Ministero della giustizia;

il tribunale di Latina sembra dunque trovarsi in una drammatica emergenza, con la necessità che vengano immediatamente predisposti i dovuti interventi sia di copertura delle piante organiche di diritto, con primario riferimento agli incarichi direttivi, sia con un adeguato ampliamento delle stesse piante organiche,

si chiede di sapere quale sia il pensiero del Ministro in indirizzo in merito a quanto sopra richiamato e quali urgenti iniziative intenda porre in essere per risolvere definitivamente i gravissimi problemi degli uffici giudiziari di Latina.