Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03259

Atto n. 4-03259

Pubblicato il 5 novembre 2002
Seduta n. 269

GARRAFFA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Per conoscere:

quali siano stati e continuino ad essere gli ostacoli, ovvero le disfunzioni della Presidenza del Consiglio o delle Amministrazioni pubbliche, ovvero le ragioni politiche, ovvero le scelte di politica economica del Governo, che hanno impedito, e che continuano ad impedire, l’emissione della speciale ordinanza della Protezione Civile sui “primi interventi urgenti” finalizzati a fronteggiare i danni prodotti dalla crisi sismica del 6 settembre 2002 nella città e nella provincia di Palermo;

se e come si intenda porre immediatamente fine a questo gravissimo e sempre più pericoloso ritardo che non ha precedenti nella storia degli interventi di Protezione Civile (e che si aggiunge a quello del decreto di dichiarazione dello stato di emergenza adottato dal Presidente del Consiglio 12 giorni dopo il sisma – 18 settembre – e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale a 24 giorni di distanza, il 30 settembre) e, in particolare, in quale considerazione si ritenga di dover tenere i danni ingenti che la omissione dell’ordinanza sui “primi interventi urgenti” ha già prodotto e sta man mano ulteriormente aggravando (tali danni dovranno essere comunque censiti e misurati attraverso l’analisi dei verbali dei sopralluoghi effettuati, dei danni stimati, degli aggiornamenti che gli uffici della Regione Sicilia, della Protezione Civile e delle altre Amministrazioni pubbliche hanno tempestivamente comunicato al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, nonché degli interventi mancanti anche se indispensabili e di emergenza a causa del mancato intervento finanziario nazionale necessario);

se e come nella adottanda ordinanza sui “primi interventi urgenti” si ritenga di dovere indicare interventi, investimenti, collaborazioni tra soggetti pubblici e privati, rafforzamenti organizzativi e di personale degli uffici regionali preposti alla Protezione Civile e alla tutela dei beni culturali, incentivazioni, procedure e tempi non più incompatibili con l’emergenza sismica, e, quindi, di dovere introdurre le determinazioni più adatte ad affrontare con capacità di immediatezza e anche con interventi di prevenzione le specifiche caratteristiche della situazione quale si è evoluta dal 6 settembre ad oggi: la crisi sismica aperta dalle scosse del 6 settembre non è ancora conclusa e la frequenza ed intensità dello sciame sismico ha già prodotto e continua a determinare l’aggravamento delle condizioni di sicurezza del centro antico di Palermo e del grande patrimonio storico-artistico dei monumenti pubblici e privati vincolati dalla Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali, con la conseguenza che ogni ritardo degli adempimenti di emergenza tende ad inficiare o a compromettere l’efficacia degli interventi e ad aumentarne i costi;

se nella caratteristiche specifiche assunte dalla crisi sismica tuttora in atto e nelle rilevazioni compiute dopo il 6 settembre dai tecnici della Protezione Civile, della Sovrintendenza ai beni culturali e dell’Ufficio del centro storico del Comune il Governo non convenga di dovere individuare le ragioni e la premessa di nuovi programmi (nazionali ed europei) di intervento per la tutela, il recupero e la valorizzazione di un centro storico tra i più grandi ed originali d’Europa nonché di sperimentazione di nuove metodologie della messa in sicurezza strutturale e della prevenzione dal rischio sismico, metodologie capaci di ricomporre tra loro esigenza della tutela, regole del restauro e del recupero conservativo, e nuove possibilità date dalle nuove tecnologie costruttive per il miglioramento strutturale dei beni culturali soggetti a tutela o di particolare interesse storico-artistico;

in quale considerazione si intenda tenere nell’adottanda ordinanza la necessità di verificare ed intervenire sui danni e sui pericoli prodotti dalla crisi sismica in quell’edilizia moderna che, per speculazioni e per rapina, è stata incurante delle prescrizioni di legge per le scelte dei materiali e delle tecniche costruttive adottate e si trova esposta all’alto rischio di cedimenti come il crollo dell’edificio di via Pagano (a Palermo manca ancora il libretto del fabbricato indispensabile al monitoraggio della vulnerabilità degli eventi calamitosi e alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile);

quali iniziative si intenda adottare nei confronti della Regione Sicilia affinché le sue strutture di Protezione Civile siano liberate dalla condizione di precarietà del personale già assunto grazie alle leggi dello Stato (legge n. 401/2001 e legge n. 448/2001) che ne disponevano la definitiva stabilizzazione.