Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00111

Atto n. 4-00111

Pubblicato il 4 luglio 2001
Seduta n. 10

AYALA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -

Premesso:

            che a commento della recente sentenza di condanna alla pena dell’ergastolo emessa dalla Corte di Assise di Milano nei confronti degli imputati Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Rognoni, ritenuti responsabili della sanguinosa strage di Piazza Fontana del dicembre 1969, il Sottosegretario per l’interno onorevole Carlo Taormina ha, tra l’altro, testualmente dichiarato: «A Milano hanno riscritto la storia con la penna rossa», con ciò liquidando con sprezzo in chiave «politica» e non certo giudiziaria la predetta sentenza (così, per altro, muovendosi in perfetta sintonia con quanto affermato, a commento della medesima sentenza, dal Presidente della Commissione giustizia della Camera dei deputati, onorevole Gaetano Pecorella: «È una sentenza politica pronunciata solo per compiacere le attese»);

            che il sottosegretario Taormina pare sia stato in passato difensore dell’imputato Carlo Maria Maggi (così come l’onorevole Pecorella lo è di Delfo Zorzi);

            che il medesimo onorevole Taormina, in risposta alle legittime reazioni suscitate dalle sue gravi affermazioni, non solo le ha ribadite ma ha ulteriormente precisato che tali «attacchi» nei suoi confronti «sono il sintomo di una logica corporativa evidente: nel momento in cui si capisce che la giustizia può essere riformata si sta facendo muro perchè ciò non accada»;

            che il Ministro della giustizia senatore Castelli, interpellato in proposito, ha non solo rifiutato di commentare la sentenza (al pari dell’altra emessa dalla Corte di Appello di Palermo nei confronti del dottor Corrado Carnevale), ma ha anche precisato che per il Governo «qualche problema potrebbe nascere» e che perciò «sarà necessario valutare approfonditamente la questione anche perchè molte delle persone che fanno queste dichiarazioni sono avvocati, quindi in qualche modo coinvolti in queste vicende»;

            che, invece, nessuna presa di posizione in merito alle gravissime ed inquietanti «sortite» del sottosegretario Taormina è stata assunta nè da Palazzo Chigi, nè dal Viminale, e ciò malgrado l’ampia eco suscitata dalla vicenda presso i mezzi di informazione;

            che tale sorprendente e, a giudizio dell’interrogante, inspiegabile silenzio può indurre a ritenere ancor oggi valido il noto broccardo «qui tacet consentire videtur»,

        si chiede di sapere quale sia la posizione del Capo del Governo e del Ministro dell’interno di fronte alle dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario Taormina e, nell’auspicabile caso di non condivisione delle medesime, quali provvedimenti il Governo intenda adottare nei confronti del medesimo suo esponente.