Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00338
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Atto n. 3-00338 (in Commissione)
Pubblicato il 28 ottobre 2008
Seduta n. 79
LANNUTTI , PEDICA - Al Ministro degli affari esteri. -
Premesso che:
in Colombia, da ormai quarant'anni, è in corso un conflitto armato, politico e sociale tra una dittatura quasi militare, guidata dal presidente Uribe ed i gruppi guerriglieri a lui opposti;
nella zona meridionale del Cauca, da decenni ha luogo una resistenza civile non violenta - organizzata in comitati riconosciuti - allo sfollamento forzato auspicato dal governo centrale;
gli indigeni della regione del Cauca - circa 90.000, rappresentanti circa il 3 per cento della popolazione colombiana - ormai da decenni difendono il diritto alla vita nella loro biodiversità che si scontra con le velleità speculative del governo centrale e del mercato interessato alle grandi ricchezze dei territori;
una delegazione di rappresentanti delle sette comunità del Cauca, nel maggio 2008, è giunta in Italia al fine di far conoscere la loro esperienza di resistenza non violenta;
la Conferenza generale dell'Organizzazione internazionale del lavoro, il 27 giugno 1989, ha adottato la Convenzione n. 169, relativa ai popoli indigeni e tribali nei paesi indipendenti, che costituisce oggi l'unica norma di diritto internazionale che riconosca i diritti di questi popoli nei confronti degli stati in cui vivono;
l'Assemblea generale dell'Organizzazione delle Nazione Unite, il 13 settembre del 2007, ha approvato la Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni che riconosce appunto il diritto alla proprietà della terra, a vivere come desiderano, a non essere sfrattati dai loro territori, a concedere lo sfruttamento delle loro terre solo quando liberamente consenzienti;
considerato che:
in questi giorni sono in corso dure repressioni da parte della polizia nei confronti di manifestazioni pacifiche organizzate dalla popolazione indigena, per reclamare la proprietà delle terre e il rispetto degli accordi sottoscritti dal Governo;
mentre gli indios inermi marciano in migliaia verso Calì - terza città della Colombia - l'esercito e la polizia colombiana, per arrestarne la protesta, li attaccano con armi da fuoco, determinando il ferimento e le morte di numerosi manifestanti;
dall'inizio dell'anno, come si apprende da notizie di stampa, sono più di venti gli indigeni uccisi;
la sistematicità delle violazioni ai diritti umani e del diritto internazionale contro gli indigeni colombiani sta prefigurando un genocidio contro questi popoli, che neppure le misure cautelari pronunciate dalla Commissione interamericana e dalla Corte interamericana dei diritti umani sono riuscite a contenere,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere in sede bilaterale e multilaterale al fine di garantire la tutela degli universali principi di giustizia, democrazia, rispetto per i diritti umani, eguaglianza, non discriminazione, che troppo spesso difettano o sono completamente trascurati nei confronti dei popoli indigeni.