Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00329

Atto n. 3-00329 (in Commissione)

Pubblicato il 23 ottobre 2008
Seduta n. 76

GASBARRI , SERRA , DE SENA , MARCENARO , BIANCO - Ai Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

a fronte del costante aumento del numero degli archivi contenenti dati personali dei cittadini, acquisiti anche più volte al giorno dai vari sistemi di monitoraggio - videocamere, badge di accesso, telepass - o dalla tracciatura di sistemi di comunicazione quali telefoni, sms, posta elettronica e altro, vi è scarsa attenzione per i progetti finalizzati a migliorare i livelli di prevenzione della criminalità, come quelli relativi all'identificazione personale, primo fondamentale requisito per un'efficace azione preventiva;

mentre nel resto dei Paesi occidentali i sistemi cosiddetti biometrici (passaporto elettronico, carta di identità elettronica e permesso di soggiorno elettronico) sono sempre più correlati ai documenti di identificazione, in Italia questi processi stanno subendo significativi rallentamenti;

per quanto riguarda l’uso del passaporto elettronico, ad esempio, introdotto da un regolamento dell’Unione europea, l’Italia, nonostante sia stata uno dei Paesi di riferimento nella elaborazione delle linee guida e tra i primissimi Stati ad averlo realizzato (cosiddetta Fase 1), effettua ancora i controlli del passaporto, presso le frontiere, con metodiche tradizionali, scarsamente efficaci e che vanificano completamente gli sforzi progettuali e finanziari per la sua produzione. La semplice integrazione di alcuni varchi elettronici (cosiddetta Fase 2) che non è stata ancora realizzata, consentirebbe, di ridurre i tempi di attesa per i controlli ed eleverebbe i livelli di sicurezza dei confini nazionali;

è ancora senza risposta la problematica connessa con la emissione dei passaporti elettronici, ossia la totale assenza ancora oggi presso gli uffici di confine di sistemi di controllo automatici la cui mancanza rende vano il controllo degli ingressi di cittadini stranieri;

inoltre, nel maggio 2006 l'Unione europea ha stabilito che, entro il 2009, nei documenti sia inclusa anche l'impronta digitale, e ciò comporterebbe l'avvento di una seconda generazione di documenti, con i problemi di compatibilità che due tecnologie differenti potranno comportare;

un altro progetto che non procede secondo tempistiche e modalità auspicate è quello relativo ai permessi di soggiorno elettronici. I tempi di rilascio, legati soprattutto ai controlli su base anagrafica, sono estremamente lunghi e costringono i cittadini extracomunitari a circolare per il Paese con un tagliando rilasciato dalle Poste al momento della presentazione della documentazione cartacea. Tale modalità, fortemente criticata dall’Unione europea, mentre penalizza le persone perbene, favorisce coloro che, non possedendo i requisiti minimi per l’ottenimento del titolo di soggiorno, grazie alla lentezza burocratica e ad errati modelli organizzativi possono tranquillamente circolare per il Paese e delinquere, nella certezza di non essere individuati;

da oltre otto anni in Italia si cerca di far decollare il progetto del documento di identificazione principale, la carta d’identità elettronica (CIE). Dopo un iniziale periodo di sperimentazione, che ha consentito di verificare le eventuali modifiche migliorative, in tutti questi anni non è stato apportato alcun elemento di innovazione nei modelli organizzativi. Inoltre, nonostante la realizzazione del passaporto elettronico abbia evidenziato diverse e più semplici modalità in grado di assicurare la necessaria "interoperabilità" tra i documenti, il progetto della carta d'identità elettronica è rimasto sostanzialmente identico a quello elaborato alla fine degli anni novanta;

è evidente che con la CIE si potrebbero realizzare importanti servizi di sicurezza come la possibilità di accedere alle dipendenze bancarie in maniera estremamente sicura o come la possibilità di garantire maggiori controlli agli stadi;

la CIE, già introdotta nel corso della XIII Legislatura, a conclusione delle prime fasi di diffusione sperimentale - con l'emissione di oltre due milioni di carte - attuata nell'arco della XIV legislatura, ha mostrato di essere un progetto troppo costoso, sia per lo Stato che per il cittadino, eccessivamente complesso, troppo lento nella sua attuazione, complicato dal punto di vista organizzativo, con l'adozione di tecnologie non adeguate per alcuni aspetti e per altri assolutamente non giustificate,

nel 2010 è programmata l'entrata in vigore delle norme sulla European Citizen Card (ECC) per le quali l'Unione europea sta lavorando, che prevedono gli stessi standard tecnici del passaporto elettronico, oggi incompatibile con la CIE;

questa circostanza dovrebbe suggerire una revisione tecnica completa della CIE e non un semplice aggiornamento della sua attuale ridondante architettura tecnologica;

l’Italia non è in linea con le indicazioni dell'Unione europea relativamente al progetto "carta di identità elettronica" in quanto esso risente del troppo tempo trascorso dalla progettazione;

le amministrazioni che hanno avviato lo studio di utilizzazione dei microprocessori e delle tecnologie biometriche procedono senza un coordinamento tra loro, facendo rischiare al Paese un'inutile e costosa proliferazione e stentano ad adeguarsi alle linee guida elaborate dagli organismi internazionali in materia di integrazione delle tecnologie biometriche con la nuova documentazione elettronica,

si chiede di sapere:

quale sia lo stato di avanzamento del progetto dei "documenti elettronici", in quale numero siano stati distribuiti e quali siano le previsioni di diffusione per i prossimi anni;

quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare per implementare non solo la diffusione dei documenti elettronici, progetto fondamentale per la modernizzazione del Paese, ma anche per garantire l'operatività di disposizioni già vigenti, riducendo finalmente i tempi di attesa per i controlli ed elevando livelli di sicurezza;

quali iniziative intendano adottare per risolvere i problemi dell'adeguamento alle linee guida elaborate dagli organismi internazionali in materia di integrazione delle tecnologie biometriche e se non ritengano, altresì, opportuno attuare una revisione tecnica completa della CIE e non un semplice aggiornamento della sua attuale ridondante architettura tecnologica, tenendo conto dell'entrata in vigore nel 2010 delle norme sulla ECC;

se non ritengano opportuno adeguare la formulazione del permesso di soggiorno elettronico alla formulazione prevista dal regolamento europeo (permesso elettronico di soggiorno), entrato in vigore il 19 maggio 2008, e completare il progetto per il controllo automatico dei passaporti elettronici presso le frontiere al fine di far sì che l'Italia sia in linea con gli altri Paesi membri nella gestione del controllo documentale.