Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00687
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Atto n. 4-00687
Pubblicato il 21 ottobre 2008
Seduta n. 74
BIANCHI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
la legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296) aveva previsto, all’art. 1, commi 460 e 461, che il gruppo societario facente capo a Sviluppo Italia SpA (società pubblica, le cui quote sono interamente possedute dal Ministero dell’economia e delle finanze) fosse investito di un processo di ristrutturazione che, oltre al mero cambio di denominazione in “Agenzia nazionale per l’attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’impresa”, doveva rilanciarne il ruolo e le funzioni al servizio del Governo per lo sviluppo ed il rilancio dell’economia, in particolare nelle aree più deboli del Paese;
nella stessa legge finanziaria era previsto che le partecipazioni, tutte totalitarie o di controllo, nelle società regionali (di fatto filiali operative sul territorio della stessa Sviluppo Italia) potevano essere cedute, anche a titolo gratuito, alle Regioni o ad altre amministrazioni pubbliche interessate;
nei primi mesi del 2007 veniva designato quale amministratore delegato del Gruppo il dottor Domenico Arcuri, manager proveniente dal settore della consulenza privata (già a.d. di Deloitte & Touche);
con direttiva datata 27 marzo 2007, il Ministro dello sviluppo economico disponeva, in merito al trasferimento delle società regionali, al punto 3.2.1.D che “l’Agenzia dovrà promuovere la cessione alle Amministrazioni regionali delle partecipazioni nelle società regionali, al fine di consentirne il controllo da parte delle medesime Amministrazioni. Per agevolare tale processo, l’Agenzia potrà garantire, con contratti pluriennali, alle società regionali cedute, lo svolgimento di quei determinati servizi che già attualmente vengono svolti dalle medesime società, individuando le più opportune forme atte ad assicurare la continuità nella qualità dei predetti servizi. Le società regionali potranno così continuare a rivestire il ruolo di terminali di specifiche attività ad elevato contenuto territoriale e locale”;
l’amministratore delegato del gruppo elaborava nel mese di luglio 2007 un piano di riordino e dismissioni che contemplava, entro il 31 dicembre 2007, il passaggio alle Regioni interessate delle società regionali. Viste le difficoltà nelle trattative con le amministrazioni regionali che chiedono certezze riguardo la copertura finanziaria delle attività da gestire, tale termine è già stato prorogato per ben due volte: al 30 giugno 2008 prima e da ultimo al 31 dicembre 2008;
le principali misure agevolative gestite dalla ex Sviluppo Italia, tra le quali i Titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000 (misure per l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego, il lavoro autonomo, la microimpresa ed il franchising), hanno dato concrete prospettive di lavoro autonomo a molte decine di migliaia di giovani, in particolare delle regioni del Sud Italia, contribuendo in maniera determinante a superare il gap esistente con altre regioni, in specie riguardo all’accesso al credito d’impresa;
la capogruppo Sviluppo Italia SpA (ora Invitalia SpA) ha operato sinora, quasi esclusivamente, come mero intermediario, trasferendo commesse governative alle società regionali attraverso contratti che prevedevano notevoli margini a favore della stessa capogruppo;
la società capogruppo, e le altre società controllate con sede a Roma, hanno un enorme carico di personale, pari a oltre 1.000 dipendenti, mentre i dipendenti delle società regionali sono in totale circa 400, distribuiti su 17 regioni;
il Governo, anche in recenti incontri con i vertici dell’agenzia, le rappresentanze sindacali e le amministrazioni regionali, ha manifestato forti dubbi circa la possibilità di rifinanziamento di alcuni dei principali strumenti agevolativi, ed in particolare dei Titoli I e II del decreto legislativo n. 185 del 2000,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza che il Consiglio di amministrazione di Invitalia SpA ha già deliberato la messa in liquidazione di alcune delle società regionali del gruppo, tra le quali la più importante in termini di volumi di attività prodotte e di impatto sul territorio è Sviluppo Italia Calabria;
se il Governo intenda, di fatto, ridimensionare le forme di intervento pubblico nell’economia, in particolare nelle regioni del Sud, rinunciando ad una fondamentale presenza diretta a sostegno delle politiche di sviluppo;
se il Governo ritenga opportuno promuovere il rifinanziamento in misura adeguata, per i prossimi anni, degli strumenti agevolativi sopra citati;
se il Governo non ritenga di dover prevedere con apposita direttiva la liquidazione di tutte le società regionali ancora esistenti (le cui strutture societarie ad avviso dell'interrogante comportano, indubbiamente, sprechi e duplicazioni di decisioni e poteri) e la loro trasformazione delle stesse in uffici locali sul territorio dell’agenzia nazionale che potrà, così, meglio adempiere ai propri compiti, con tutto il personale già presente ed operante sul territorio ed eventualmente formato per il conseguimento delle nuove mission dell’agenzia nazionale.