Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00086
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Atto n. 4-00086
Pubblicato il 4 giugno 2008
Seduta n. 12
BIANCHI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
le coste situate di fronte alla città di Crotone sono utilizzate da più di trent’anni dalla società petrolifera ENI per l’estrazione di gas metano, in quantità tali da garantire il 15 per cento dell’intero consumo nazionale;
a tal fine, l’ENI utilizza due piattaforme (Hera Lacinia 14 e Luna A) per estrarre il metano da ben sei pozzi che sono attualmente oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, attività che viene svolta periodicamente in tutte le attività produttive disseminate lungo la costa;
in particolare, le attività di manutenzione, che dovrebbero durare fino alla fine dell’anno, vengono effettuate tramite l’impianto di perforazione chiamato “Dr. Stewart” (di proprietà della società Transocean Sedco Forex) e prevedono due fasi: l’adeguamento delle piattaforme al ricevimento dell’impianto di perforazione e la manutenzione vera e propria di tutti i pozzi;
le suddette attività di manutenzione, sebbene saranno effettuate, a detta dell’ENI, in applicazione della normativa vigente a tutela dell’ambiente, tuttavia potrebbero provocare l’inquinamento delle acque marine a causa dell’utilizzo, per la perforazione, di fluidi nocivi e a causa della formazione di reflui (frammenti di roccia e fango esausto) che dovrebbero essere inviati a terra per essere smaltiti da una discarica situata nel crotonese;
oltre al programma di manutenzione, per la piattaforma Luna A è prevista anche la realizzazione di una serie di opere di ampliamento strutturale che prevedono, in sostanza, un'ulteriore trivellazione del sottosuolo marino partendo da un pozzo già esistente, ma in una nuova direzione;
tali operazioni vengono effettuate di solito per verificare l’esistenza di una nuova vena di gas metano senza iniziare a perforare dalla superficie, ma su tale punto l’ENI ha spiegato nella scheda tecnica di analisi dell’intervento soltanto che esso consisterebbe nel recupero e successiva sostituzione del tubino di produzione con un altro di dimensioni più idonee;
la Calabria è una tra le regioni italiane a maggior rischio sismico: secondo la riclassificazione sismica del territorio nazionale (effettuata ai sensi dell’ordinanza n. 3274 del 20 marzo 2003) l'intero territorio nazionale è stato classificato in quattro zone indicate con i numeri da 1 (a maggior rischio) e 4 (a minor rischio). La Calabria è l'unica regione italiana ad essere interamente compresa nelle zone 1 e 2. Crotone, in particolare, è stata inserita nella zona 2, pertanto con un rischio elevato di eventi sismici;
pertanto, le eventuali nuove operazioni di trivellazione del sottosuolo marino di Crotone vengono effettuate in una zona particolarmente delicata da un punto di vista sismico e senza le necessarie verifiche preliminari, come ad esempio uno studio immediato sulla subsidenza, finalizzato ad accertare l’impatto di nuove perforazioni sui movimenti di abbassamento verticale della superficie e, quindi, sulla loro pericolosità per la città di Crotone,
si chiede di sapere:
se e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per evitare che le operazioni di manutenzione delle piattaforme citate in premessa abbiano un eventuale impatto negativo sull’inquinamento delle acque marine crotonesi, con conseguenti effetti negativi per l’ecosistema marino, per la salute dei cittadini e per le attività economiche inerenti alla pesca e al turismo;
se e quali iniziative intenda adottare per verificare che le nuove trivellazioni del fondale marino situato di fronte alla costa della città di Crotone non creino dei fenomeni sismici, potenzialmente molto dannosi per la stessa città.