Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00057
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Atto n. 4-00057
Pubblicato il 27 maggio 2008
Seduta n. 7
POLI BORTONE - Ai Ministri dell'interno e per le politiche europee. -
Si chiede di sapere:
se durante le perlustrazioni a tappeto effettuate negli ultimi giorni da parte delle Forze dell’ordine volte al controllo degli immigrati clandestini ed alla loro espulsione dallo Stato si sia tenuto conto, rispettivamente, delle norme contenute nel decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, di recepimento della direttiva 2003/86/CE regolante l’ingresso ed il soggiorno per motivi di ricongiungimento familiare e del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25 di attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato;
se le questure italiane, nel disporre i provvedimenti di espulsione abbiano verificato, in ossequio alle discipline europee a protezione dei diritti fondamentali, se le persone fermate fossero tutelate dall’espulsione dalla presenza di familiari regolari sul territorio, ovvero se i richiedenti asilo, la cui domanda sia stata rigettata, avessero presentato ricorso, stante il diritto loro riconosciuto di attendere l’esito dell’appello rimanendo sul territorio italiano;
dal Ministro dell’interno, se non ritenga di dover operare un monitoraggio su tutte le questure italiane per verificare, quanto meno a partire dagli ultimi tre anni, il numero degli immigrati, già regolari e presenti in Italia, insieme al proprio nucleo familiare, cui sia stata respinta la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno, ma che non siano stati espulsi e siano quindi rimasti nel territorio italiano;
se il Ministro dell’interno non ritenga di valutare in particolare l’opportunità di distinguere fra l’allontanamento immediato di chi è entrato in Italia violando le norme sull’immigrazione, soprattutto se autore di reati, ed il trattamento da riservare agli immigrati già regolari cui le questure non abbiano rinnovato il permesso di soggiorno per irregolarità amministrative, che non siano stati espulsi e siano rimasti sul territorio con il proprio nucleo familiare, mantenendo la propria attività lavorativa, seppur irregolare;
se, infine, non ritenga il Ministro dell’interno di concedere la regolarizzazione della posizione in Italia degli immigrati che versano in siffatte condizioni se non hanno commesso reati e soprattutto se provvedono al mantenimento dei propri figli iscritti nelle scuole italiane.