Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01165

Atto n. 3-01165 (in Commissione)

Pubblicato il 15 gennaio 2008
Seduta n. 274

EMPRIN GILARDINI , NARDINI , ALLOCCA - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

l’Eridania Sadam ha deciso di procedere alla chiusura immediata dello stabilimento di Jesi, motivata ufficialmente dalla produzione bieticola offerta dal territorio (per circa 10.000 ettari), ritenuta insufficiente rispetto alle potenzialità di trasformazione dell’impianto, in grado di assorbire la produzione di 13/14.000;

la stessa Sadam ha ricordato come l’attuale ridotta produzione bieticola del territorio sia frutto di molteplici fattori tra i quali l’applicazione della normativa comunitaria in materia di produzione di bietola da zucchero, che ha differito i termini di pagamento delle produzioni agli agricoltori, gli incentivi per la dismissione delle colture bieticole (237 euro a tonnellata di zucchero) nonché, soprattutto, il recente innalzamento dei prezzi del grano ad un livello non sicuramente garantibile per il futuro, che, dirottando le imprese agricole su altre produzioni, hanno prodotto un calo dell’offerta di circa il 15/20% nel 2007, ma che la resa comunque elevata della coltura bieticola, accompagnata ad una corretta rotazione delle colture e ad un probabile calo dei prezzi del grano, lascia comunque intravedere una possibilità di recuperare facilmente il gap di produzione per i prossimi anni;

inoltre per la stagione bieticola 2008 i produttori agricoli si sono resi disponibili a recepire il quantitativo mancante attraverso il recupero degli esuberi di altre aree produttive, accollandosi i maggiori oneri di trasporto così da non gravare la Sadam di alcun costo aggiuntivo;

considerato che:

l’impianto di Jesi, l’ultimo rimasto in funzione nell’intera Italia centrale, è tecnologicamente molto avanzato ed è affiancato da un’importante centrale di cogenerazione di energia elettrica ed usufruisce di condizioni in materia di qualità del materiale da trattare, di costi per il suo ritiro e trasporto e di costi energetici tali da renderlo comunque competitivo, anche per l’elevata qualità del prodotto finito, con gli altri impianti della società;

le Marche hanno già visto chiudere, in tempi diversi e con diverse motivazioni, gli altri due impianti di produzione saccarifera (a Fano e Fermo), con pesanti costi in termini economici ed occupazionali, diretti ed indotti, e un ulteriore incremento di questi costi risulterebbe non più tollerabile;

la Sadam si è assunta l’impegno al momento della chiusura dello zuccherificio di Campiglione di Fermo, sul mantenimento in attività dell’altro impianto dell’Italia centrale, quello di Jesi, impegno riconfermato e sottoscritto solo il 31 ottobre 2007 in sede di accordo interprofessionale,

si chiede di sapere quali interventi urgenti il Governo intenda assumere per ovviare ad una situazione insostenibile per l’intera comunità marchigiana.