Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03040
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Atto n. 4-03040
Pubblicato il 14 novembre 2007
Seduta n. 252
BULGARELLI - Ai Ministri della difesa e della giustizia. -
Premesso che:
il 9 novembre 2007, un elicottero statunitense di tipo “Black Hawk”, di stanza nella base di Aviano, precipitava nel Trevigiano, provocando la morte di 6 militari e il ferimento di altri 5; secondo le ricostruzioni rese note all’indomani dell’incidente, il velivolo sorvolava a bassissima quota il luogo dell’impatto, probabilmente in un’azione di simulazione di combattimento; il 10 novembre 2007 lo United States Army Europe Public Affairs Office rendeva noti i nomi di 7 dei militari coinvolti nell’incidente; si apprendeva in tale circostanza che quattro militari deceduti (Cartize B. Durham, i sergenti Robert D.Rogers e Mark A. Spence, e l'aviere esperto Kenneth P. Hauprich Jr.) erano tutti in forza al 31st Fighter Wing, un reparto di aerei a corto raggio, il cui compito principale è la difesa aerea contro minacce armate provenienti dal fronte Est, come si evince, in effetti, da un documento ufficiale Usa recentemente declassificato (31FW Support to Contingency Operations since 1994), nel quale compare l’elenco dei compiti svolti dal reparto a partire dall’anno 1994, tra i quali figurano il bombardamento del territorio serbo nel 1999, sorvoli in Macedonia, Bosnia, Croazia e un breve soggiorno nella Repubblica Ceca per prendere parte alla difesa aerea allestita in occasione di un vertice internazionale;
la presenza del 31st Fighter Wing nelle basi del Nord-Est italiano confermerebbe che gli USA stanno procedendo alla costruzione di un sistema di difesa, del quale dovrebbe far parte anche la nuova base in progetto di essere insediata all’interno dell’aeroporto Dal Molin di Vicenza, il cui compito sarebbe quello di fronteggiare eventuali attacchi provenienti dall’Est europeo e, in particolare, dalla Russia; a riguardo del ruolo del 31st Fighter Wing e, più in generale, del modo di operare degli Stati Uniti sul territorio italiano è apparsa sul quotidiano "E.Polis", il 12 novembre 2007, un'intervista a una fonte militare di alto grado della NATO, realizzata da Marco Mostallino, nella quale si legge testualmente che "la ragione vera per la quale gli Stati uniti vogliono il Dal Molin è che noi non ci saremo dentro (...) Tutto ciò che sta accadendo nelle basi del Nord Est italiano è legato al confronto con la Russia. Il Dal Molin diventa cruciale, perché gli Stati Uniti potranno agire liberamente senza nessun coordinamento con l'Alleanza Atlantica"; per quanto riguarda l'eventualità che dalla base del Dal Molin possano decollare aerei da bombardamento o intercettori, la medesima fonte afferma che per tali scopi esistono già la base militare di Aviano e gli aeroporti militari americani in Germania; il Dal Molin, all'interno di tale sistema di difesa aerea, dovrebbe assolvere funzioni di stoccaggio e approvvigionamento di strumentazioni elettroniche, munizionamenti, sistemi d'arma "a supporto dell'intera rete di aeroporti europei che provvede alla difesa aerea contro la minaccia russa";
a sostegno delle parole del funzionario della NATO starebbe la composizione dell'equipaggio dell'elicottero caduto: tre vittime dell'incidente (Robert D. Rogers, Mark A. Spence e Kenneth P. Hauprich Jr), infatti, erano "avionic sensors team members or leaders", cioè militari esperti di sistemi elettronici di volo, puntamento, attacco e difesa elettronica degli aerei da combattimento; la presenza a bordo dell'apparecchio precipitato di sofisticati sistemi computerizzati di nuova generazione spiegherebbe anche la richiesta inoltrata dagli Stati Uniti alle autorità italiane di rinunciare alla giurisdizione primaria sul disastro; l'orientamento del Governo italiano, come annunciato dal Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Naccarato il 9 novembre 2007, sarebbe quello di resistere a tale richiesta; tuttavia risulta che sull'incidente, oltre alla Procura di Treviso, avrebbe aperto un fascicolo di inchiesta anche la Procura militare di Padova con la dizione "atti relativi" per accertare, secondo quanto si apprende dalla stampa, "che alla Base di Aviano siano state rispettate le procedure autorizzative al volo e al sorvolo";
sempre nel medesimo articolo, si legge infine che, nell'ambito dell'ammodernamento della difesa aerea, nel cosiddetto "Site Pluto" di Longare i missili Nike Hercules, ormai obsoleti e in via di smantellamento, dovrebbero essere a breve rimpiazzati da più efficaci ordigni del Medium Extended Air Defense System, mentre in Veneto, Lombardia e Friuli dovrebbero essere insediate batterie di missili piazzate su grossi autocarri, in grado di spostarsi con celerità nell'ambito del nuovo modello militare disegnato dal Pentagono per l'Italia - denominato "Shoot and scoot", ovvero "colpisci e fuggi"-, che dovrebbe rendere il nostro territorio un vero e proprio bastione contro le minacce militari russe; "Al Dal Molin -conclude la fonte Nato nell'intervista pubblicata da "Il Sardegna"- andrebbero difese aeree ed elettroniche (...) la difesa dalla Russia è fatta di aerei, missili e microchip",
si chiede di sapere:
se risponda al vero quanto riportato dal quotidiano "E.Polis", e cioè che la costruenda base USA all'aeroporto Dal Molin di Vicenza dovrebbe svolgere funzioni nell'ambito del sistema di difesa e contrasto allestito dagli Stati Uniti per fronteggiare ipotetiche minacce provenienti da Paesi dell'Est europeo e, in particolare, dalla Russia;
se risponda al vero che, in tale contesto strategico, la base del Dal Molin svolgerebbe operazioni senza alcun controllo NATO ed esclusivamente finalizzate al supporto di campagne belliche sotto la direzione degli Stati Uniti;
per quale motivo sull'incidente occorso al Black Hawk abbia aperto un fascicolo di inchiesta anche la Procura militare di Padova e se ciò possa essere messo in relazione a una partecipazione militare italiana, logistica o operativa, alle operazioni di addestramento attuate dalle Forze armate USA.