Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02913
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Atto n. 4-02913
Pubblicato il 23 ottobre 2007
Seduta n. 235
COSTA , BARBA , NESSA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno, della difesa e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che un gran numero di cittadini ha reso di dominio pubblico la seguente situazione:
l’impianto di depurazione di Gallipoli, destinato a servire gli abitati di Gallipoli, Alezio, Tuglie e Sannicola, per il trattamento delle acque reflue urbane, è situato sulla Gallipoli-Alezio prolungamento di via Scalelle, prevede come soluzione finale di smaltimento lo scarico in mare (in un secondo sconosciuto tempo detta condotta in mare potrebbe essere prolungata sul fondale marino per minimizzare ogni forma di impatto ambientale costiero);
per quanto interessa nel caso di cui si tratta, ente proprietario è il Comune di Gallipoli, ente gestore dell’impianto è AQP S.p.A., cui fanno carico le responsabilità del buon funzionamento dei servizi e della conduzione delle opere previste dall’art. 5 della convenzione 6 luglio 2001, stipulata tra AQP S.p.A. in persona dell’Amministratore unico, Presidente della Regione Puglia e Prefetto di Bari, per l’affidamento in gestione delle opere di fognatura e di depurazione realizzate in vigenza dello stato di emergenza socio-economica e ambientale in Puglia;
ditta conduttrice dell’impianto è la Dondi Costruzioni S.p.A. con sede in Rovigo;
la normativa in vigore è stabilità dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, modificato e integrato dal decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 258, con cui è stata fissata la nuova disciplina sulla tutela delle acque dall’inquinamento e sono state recepite le direttive 91/271 CE, concernente il trattamento delle acque reflue urbane, 91/676 CE, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole;
normativa di riferimento è, altresì, la legislazione regionale: legge regionale 24/1983 e successive modifiche e integrazioni;
il 29 luglio 2002 il responsabile del Servizio settore ambiente e territorio della Provincia di Lecce autorizzò, con determinazione dirigenziale n. 4443, ai sensi del decreto legislativo 152/1999, per anni quattro dalla data di attivazione dello scarico, l’AQP, compartimento di Lecce, a scaricare nel corpo idrico superficiale del mare Jonio località S. Leonardo (f. 6 p. 7 NCT Gallipoli) le acque effluenti dall’impianto di depurazione consortile a servizio dei Comuni di Alezio, Gallipoli, Sannicola e Tuglie, con determinazione di precisi adempimenti e verifiche, con divieto di superamento dei valori massimi di portata dei reflui affluenti al depuratore assunti a base di progetto, con realizzazione di idonea condotta subacquea posizionata in modo tale da intercettare le correnti marine;
il 17 giugno 2005 il Comune di Gallipoli informava Dondi S.p.A., AQP, e ARPA Puglia (Agenzia regionale protezione ambiente) della lamentata persistente presenza, in prossimità dell’area in cui è localizzato il depuratore, di esalazioni maleodoranti, con percezione nello specchio d’acqua adiacente lo sbocco a mare dell’emissione del depuratore di acque torbide e proliferazione di alghe marine;
il 21 giugno 2005 la relazione di servizio effettuata dall’ARPA, a seguito di sopralluoghi del 7 e 8 giugno 2005, accertava che i letti di essiccamento dei fanghi erano tutti colmi al massimo della capienza, il conferimento dei reflui risultava autorizzato dall’AQP a mezzo di autospurgo, il piazzale di manovra e scarico bottini risultava inidoneo e carente di impermeabilizzazione, il dissabbiatore era bypassato, vuoto e in attesa di riparazione, le sabbie erano stoccate in due cassoni in attesa di smaltimento, una vasca di sedimentazione primaria non funzionava perché il carro-ponte era in avaria ed era completamente colmo di fanghi in fermentazione con sviluppo di cattivi odori, le idrovore delle vasche di ossidazione erano in avaria, con notevole fango in sospensione, l’avaria comportava il rischio che il fango potesse andare a galla e trasportato nei sedimentatori secondari, successivamente nelle vasche di clonazione e al recapito finale a mare; peraltro, al punto di sbocco/recapito finale sulla costa, per un raggio di 500 metri, il divieto di balneazione non risultava segnalato;
la Dondi S.p.A., diffidata ad eliminare le avarie accertate, non dava esito alle richieste e palesava l’opportunità di procedere alla realizzazione di lavori di copertura della vasca di equalizzazione con trattamento dell’aria viziata;
il 24 giugno 2005, in una riunione tenutasi presso il Comune di Gallipoli con i Consulenti tecnici comunali, i rappresentanti di AQP, Dondi S.p.A., Provincia di Lecce, ARPA, ASL Le/2 di Maglie, il Comune medesimo sollecitava quale possibile intervento prioritario l’esclusione e/o parzializzazione dell’impiego della sezione di equalizzazione; nell’occasione AQP concordava sull’opportunità di rivedere il processo di trattamento dei liquami;
il 28 giugno 2005 la ASL Le/2 di Maglie inviava una nota all’AQP e a Dondi, con cui riepilogava gli esiti dei certificati di analisi chimica delle acque trasmessi dall’ARPA Puglia, da cui emergeva che dal 2001 al 2005 spesso i limiti di emissione delle acque di scarico non erano conformi alle tabelle allegate al decreto legislativo 152/1999 in rapporto alla natura del corpo recettore;
il 15 luglio 2005 l’ARPA inviava nota ad AQP e a Dondi S.p.A., con cui comunicava la relazione dei suoi tecnici effettuata presso il depuratore di Gallipoli l’8 e il 9 luglio 2005, laddove si accertava la presenza di fango leggero in superficie nelle vasche di clonazione prima del pozzetto finale che invece doveva eliminato. In sospensione nelle vasche i clonazione esistevano corpi estranei e piccole particelle di fango che arrivavano al recapito finale a mare, per cui si suggeriva l’installazione a breve di un sistema di filtraggio delle acque depurate;
il 26 luglio 2005 la Provincia di Lecce comunicava che gli esiti della analisi effettuate non erano favorevoli, perché i parametri non risultavano conformi alla normativa vigente, giacché gli interventi di natura tecnica proposti dai CT del Comune di Gallipoli e condivisi dall’AQP non erano stati realizzati;
dal rapporto di prova dell’AQP effettuato su un campione di acque in data 24 e 25 agosto 2005 emergeva che le acque stesse provenienti del depuratore e immesse in mare erano torbide, scure, con odore di putrido e con presenza di sostanze organiche in sospensione, sostenendo che si trattava di liquami da fognatura dinamica;
il 13 settembre 2005 il Comune di Gallipoli formulava ad ARPA Puglia la richiesta di verificare se erano stati realizzati gli accorgimenti tecnici ritenuti necessari;
il 24 ottobre 2005 l’ARPA Puglia comunicava che era stato riscontrato che nella vasca di equalizzazione vi erano dieci piattelli in avaria da sostituire, la cui mancanza crea la nebulizzazione dei reflui, il dissabbiatore era bypassato e risultava vuoto, il piazzale di manovra di scarico bottini non era stato ancora impermeabilizzato, le nastropresse per la disidratazione dei fanghi non erano funzionanti, letti di essicazione fanghi erano colmi di fango fresco, la vasca di sedimentazione primaria n. 1 aveva il carro-ponte fermo a causa dell’avaria del motoriduttore dello stesso, il carro-ponte della vasca di sedimentazione primaria n. 2 era in avaria, l’intera superficie della vasca di sedimentazione secondaria n. 2 raccoglieva fanghi-schiuma in superficie, le vasche di clorazione si presentavano con notevole quantità di fanghi leggeri-schiuma in superficie, bloccata prima del pozzetto finale;
il 10 ottobre e il 22 novembre 2005 da un campione di acque di scarico il valore del parametro escherichia coli risultava superiore al valore limite previsto dalla tabella 3 dell’all. 5 del decreto legislativo 152/1999;
si procedeva ad analisi batteriologiche con sopralluogo ARPA Dipartimento Prov. di Lecce sez. microbiologica del 24 ottobre 2005, rapporto di prova del 10 ottobre 2005, con il seguente giudizio: il valore del parametro E.Coli risulta superiore al valore limite previsto dalla tab. 3 all. 5 decreto legislativo 152/1999; rapporto 22 novembre 2005 con il valore del parametro E.coli superiore al valore limite previsto dalla tab. 4 dell’all. 5 del decreto legislativo 152/99);
il 22 marzo 2006 l’ARPA comunicava a Dondi S.p.A. che i certificati di analisi chimica batteriologica delle acque prelevate con verbale del 15 novembre 2005 presso l’impianto di depurazione consortile di Gallipoli avevano messo in evidenza il superamento dei limiti previsti dalla normativa vigente, per cui la Provincia di Lecce avrebbe provveduto all'applicazione dell'art. 28 legge regionale 17/2000;
replicava il 14 marzo 2006 Dondi S.p.A. adducendo che l’impianto consortile di depurazione aveva un dimensionamento finalizzato unicamente al trattamento dei reflui domestici urbani per una portata complessiva di circa 13.000 metri cubi al giorno con una portata media di 550 metri cubi per ora, mentre in Gallipoli in concomitanza con le precipitazioni atmosferiche la portata affluente all’impianto attraverso la rete della fognatura arrivava sino al valore di 30.000 metri cubi al giorno con punte massime di 1.400 metri cubi per ora. Imputazione quindi a concause per fenomeni atmosferici (asserite piogge continue in Gallipoli) sovracarichi abusivi di acque pluviali e, particolari affluenze che superano le capacità dell’impianto, in conclusione necessità di interventi straordinari che competono al proprietario e al gestore, a seguito delle prescritte autorizzazioni;
il 16 maggio 2007 il Comune di Gallipoli accertava reflui in mare e pericolo di inquinamento, ma per AQP si trattava di una situazione determinata da precipitazioni meteoriche e immissioni di scarichi abusivi di acque pluviali nella rete fognante nera;
per la frequente accertata non conformità dei limiti di emissioni delle acque di carico alle tabelle allegate al decreto legislativo 152/1999, la Provincia di Lecce era chiamata a intervenire in applicazione delle azioni di cui all’art. 28 legge regionale 17/2000;
si è in evidente presenza di una indubbia attività di concertazione tra gli enti richiamati che non ha portato però ad alcun risultato utile, al di là degli innegabili accertamenti negativi cui si è fatto riferimento;
da azioni giudiziarie nel frattempo intraprese per continue esalazione maleodoranti (ricorso Marzo -Centro sportivo Montefiore n. 1/04 RG Tribunale Gallipoli) è emerso, tra l’altro, nelle risultanze processuali a seguito di Consulenza tecnica d'ufficio: limitata presenza addetti, non ottimale stabilizzazione fanghi, non corretto scarico smaltimento fanghi, necessità di utilizzazione letti di essiccamento e di stazionamento dei fanghi disidratati in cassoni coperti;
con atto di citazione, la struttura turistico recettiva "La Masseria", con sede in Gallipoli (rg. n. 210/06 Tribunale di Gallipoli), nei confronti di AQP, Dondi S.p.A., Comune di Gallipoli, denuncia la presenza di chiazza scura maleodorante rilevata in mare e il pericolo di inquinamento;
si deve constatare che il Comune di Gallipoli risulta dare ampia certificazione dei fatti e confermare in teoria, pur nell’immobilità di fatto, le situazioni e le anomalie sin qui lamentate;
considerata la forte emozione dell’opinione pubblica ed il grave danno che il depuratore di Gallipoli determina,
si chiede di conoscere quali iniziative si intendano adottare per il migliore dimensionamento del depuratore, per la sua innocuizzazione e per verificare quanto la gestione sia stata e rispettosa del capitolato d’appalto.