Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02876

Atto n. 4-02876

Pubblicato il 17 ottobre 2007
Seduta n. 231

RUSSO SPENA , LIOTTA , DI LELLO FINUOLI - Ai Ministri dei trasporti e delle infrastrutture. -

Premesso che:

i lavori per la realizzazione della linea Palermo-Punta Raisi vennero affidati nel 1984 alla ditta Cosiac mediante convenzione di prestazioni integrate (affidamento di progettazione esecutiva, esecuzione opere, espropri, direzione lavori);

nel corso delle attività, sorse un rilevante contenzioso con l’affidatario a causa delle variate scelte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), volte alla realizzazione delle opere non già in sotterraneo, come previsto negli atti di convenzione e per come autorizzati dalla Regione Siciliana, ma in superficie;

a tal fine RFI sostenne una variante al Piano regolatore generale del Comune di Palermo, ottenendo che nello strumento urbanistico fosse prevista la realizzazione della linea in superficie;

il precedente affidatario Cosiac presentava osservazioni alla variante in superficie, anziché in sotterraneo, rappresentando che tale soluzione, diversamente dall'altra, avrebbe creato un’insormontabile barriera fisica tra due importanti zone cittadine, che sarebbero rimaste separate dalla linea ferrata, di notevole impatto ambientale e che la previsione della variante, inoltre, avrebbe impedito la sollecita realizzazione di un’opera fondamentale per il Comune di Palermo, mentre il proprio progetto era immediatamente cantierabile disponendo di tutte le occorrenti autorizzazioni;

le osservazioni venivano accolte dal Consiglio comunale di Palermo con delibera n. 435 del 23 dicembre 1999;

nel 2001, su richiesta di RFI, la Presidenza della Regione Siciliana convocava una conferenza di servizi, per conseguire l’approvazione del progetto relativo al “Collegamento ferroviario con l’aeroporto di Punta Raisi e sistemazione del nodo di Palermo nonché al raddoppio elettrificato della sede del binario Palermo C.le/Brancaccio, Palermo Not.lo-Isola delle Femmine-Carini” nella versione che prevede la soluzione in superficie della linea urbana di Palermo;

sulla scorta della nuova previsione urbanistica, RFI, per il tramite del proprio soggetto tecnico Italferr spa, esperiva una prima gara d’appalto nel 2002, risultata deserta, e una successiva nel 2003, per l’affidamento a Contraente generale del raddoppio della linea, da realizzarsi in superficie per lo sviluppo di circa 12 km, aggiudicata al consorzio SIS per l’importo netto di 554 milioni di euro;

ad oggi, neppure un metro di linea ferroviaria è stato realizzato;

frattanto, anche a seguito di vibrate proteste della cittadinanza palermitana, il Comune di Palermo, nel 2006, resosi finalmente conto dell'impraticabilità della soluzione in superficie, reclamava la modifica del progetto con il ritorno all’originaria previsione in galleria; con nota dell’8 settembre 2006 l’Amministratore delegato di RFI, ing. Mauro Moretti, rappresentava al Comune di Palermo che la variante di 12 chilometri in sotterraneo, richiesta dal Comune, avrebbe comportato un maggior costo di 410 milioni di euro;

nella citata nota l'amministratore delegato di RFI, poiché tale soluzione avrebbe comportato l’intervento sanzionatorio dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, proponeva una variante di 7,5 chilometri in sotterraneo, per un maggior costo stimato di 125 milioni di euro;

si è appreso da recenti notizia di stampa, che la proposta di variante prevede: a) la realizzazione dell’opera in sotterraneo per circa 7,5 chilometri su 12 totali; b) un maggior costo stimato pari a complessivi 161 milioni di euro (circa il 30% di aumento) rispetto all’importo netto di aggiudicazione, senza neppure aver avviato i lavori, con facile previsione di maggiori spese in fase esecutiva; c) tempi di realizzazione (2.450 giorni) sensibilmente maggiori rispetto a quelli del Progetto esecutivo (1.400 giorni da programma accelerato), con un aumento pari a circa il 76%;

tale variante ha formato oggetto di un Protocollo di intesa sottoscritto, il 13 dicembre 2006, da Rete Ferroviaria Italiana, Comune di Palermo, Ministero delle infrastrutture, Regione Siciliana;

appare irrealizzabile limitare la variante a soli 7,5 chilometri perché il Comune di Palermo ha chiesto l’interramento per 12 chilometri e perché il Comune di Isola delle Femmine a sua volta ha chiesto l’interramento, per cui ragioni tecniche, oggi già chiare ma taciute, porteranno all’interramento dell’intera linea, con aumento stratosferico del prezzo dell’appalto affidato al consorzio SIS;

l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha espresso il proprio avviso contrario rispetto alla cosiddetta variante, ritenendola, stante l’importo enormemente maggiore, una rinegoziazione non consentita dopo l’aggiudicazione per l’esecuzione dei lavori in superficie,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga giustificabile che:

Rete Ferroviaria Italiana, dopo avere tolto il lavoro nel 1998 al precedente affidatario sul presupposto che il nuovo Piano regolatore generale di Palermo non prevedesse più la linea in sotterraneo, dopo circa 10 anni, torni alla realizzazione della linea in sotterraneo;

dopo l’aggiudicazione della gara per l’esecuzione della linea in superficie, a distanza di 4 anni, si adotti una variante da centinaia di milioni di euro, portando l’importo dei lavori addirittura a 1,1 miliardi di euro come si legge sulla stampa d’informazione per eseguire i lavori in sotterraneo;

Rete Ferroviaria Italiana approvi una variante da centinaia di milioni modificando totalmente l’oggetto, i tempi e l’importo della gara in palese spregio delle direttive comunitarie in materia di appalti di opere pubbliche oltre che della normativa statale.