Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02552

Atto n. 4-02552

Pubblicato il 1 agosto 2007
Seduta n. 208

FERRANTE - Al Ministro per i beni e le attività culturali. -

Premesso che:

l’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio, in provincia di Ascoli Piceno, ha avviato, dal 2002, un programma di intervento urbanistico-edilizio ricadente nella parte storica della città, e che comprende: la piazza principale, piazza Garibaldi, parte del Borgo Marinaro e la parte centrale del litorale manino, uno dei pochi tratti inedificati compreso l’ex campo sportivo Orfeo Serafini, ormai denominato “piazza verde a mare”, un vero spazio delimitato solo dalla linea dell’orizzonte ed utilizzato per eventi culturali e ricreativi;

gli interventi previsti sono articolati e molteplici tali da modificare radicalmente l’identità dei luoghi e il loro utilizzo. Investono chiaramente vari aspetti di natura urbanistica, ambientale, storico-architettonica, socio-culturale;

Porto Sant'Elpidio ha una storia relativamente recente: l’edificio più significativo è una torre di origine cinquecentesca, detta dell’orologio. Altri edifici attorno alla piazza risalgono agli anni tra il 1700 e il 1800, compresi quelli del “borgo marinaro”, tutelato dal Piano paesistico della Regione Marche e dagli strumenti urbanistici comunali e che costituisce il centro storico della città. A fianco dell’edificio comunale vi è l’ex cinema teatro di stile liberty, risalente all’inizio del 1900. Vanto della città è un ampio spazio libero a mare, oggi attrezzato con passeggiata sul lungomare, prati, pista ciclabile, eccetera. Contrariamente, infatti, a molte altre città costiere marchigiane, negli anni della crescita economica e dello sviluppo del turismo balneare, a Porto Sant'Elpidio non si costruì sulla spiaggia, a ridosso della quale vi era anche il campo sportivo Orfeo Serafini e, più a sud, la ex fabbrica di concimi chimici;

il programma urbanistico dell’attuale amministrazione si basa sulla previsione di abbattimento di due edifici di maggior pregio ubicati in piazza Garibaldi, costituenti memoria e testimonianza storica ed architettonica, quali: il municipio (espressione architettonica del "New Empiricism" scandinavo, realizzato nel 1955 su progetto dell’architetto Paolo Castelli a seguito di concorso pubblico) e il cinema-teatro (edificio liberty risalente ai primi anni del ‘900). L’edificio comunale è l’unico progettato ex novo negli anni ’50 nelle Marche (per di più in coincidenza con la conquistata autonomia comunale di cui diviene simbolo significativo ed identitario), oltre a quello di Serravalle del Chienti. È stato oggetto di studi e pubblicazioni;

il piano di recupero prevede un carico edilizio di ben 12.000 metri cubi ulteriori, con lo scopo dichiarato di “riequilibrare” i volumi tra la piazza (cui vengono però tolti soltanto 2.600 metri cubi) e l’area verde a mare ex campo sportivo Orfeo Serafini (cui ne vengono aggiunti 12.000), con il risultato finale di aggiungere ulteriori 9.400 metri cubi che il PRG vigente non consentiva, tenuto conto che il Borgo Marinaro aveva già un indice superiore a 10 mc/mq;

già nel giugno 2002 Legambiente e diversi comitati di cittadini hanno presentano osservazioni, puntualmente argomentate e documentate, contro tali ipotesi, supportate da migliaia di firme. Tutte le osservazioni sono state respinte dall’amministrazione comunale, che approva definitivamente la variante urbanistica dopo aver acquisito parere favorevole da parte dell’amministrazione provinciale;

nel febbraio 2003 viene presentato alla Regione Marche, sempre dai suddetti soggetti, un esposto che evidenzia gli eventuali comportamenti lesivi delle norme di tutela dell’ambiente tenuti dall’amministrazione comunale e le contraddizioni della Provincia. Su tale documento la Giunta regionale, dopo numerosi solleciti, provenienti anche dal Presidente della IV Commissione consiliare regionale per l’assetto territoriale e ambientale e per l’urbanistica, comunica, nel marzo 2004, la propria non competenza ad intervenire nei confronti dei Comuni;

nel maggio 2003 il TAR delle Marche ha respinto un ricorso presentato contro l’approvazione della variante al PRG;

nell’aprile 2004 il progettista del municipio, arch. Paolo Castelli, paventando la totale demolizione della sua opera, invia una richiesta alla Soprintendenza regionale per il riconoscimento di “importante valore artistico” dell’edificio ai sensi della legge 633/1941;

le richieste dell’arch. Paolo Castelli vengono trasmesse, nell’ottobre 2005, dalla Soprintendenza regionale al competente Ministero. Nel gennaio 2006 il Comune invia al Ministero ed alla Soprintendenza una memoria contestando ogni valore artistico all’edificio comunale adducendo motivazioni che negano ogni e qualsiasi elemento di valore artistico;

con nota dell’aprile 2006, il Soprintendente regionale rispondendo al Ministero, in riferimento alla nota del Comune, dichiara che la Direzione regionale “non può che convenire con quanto in essa rappresentato” arrivando a segnalare “l’intenzione di valutare se, in alternativa, sia possibile proporre il Palazzo del Commercio”, progettato dallo stesso architetto, per la dichiarazione prevista dalla legge 633/1941. Pare singolare e sorprendente la proposta di riconoscimento, peraltro da nessuno richiesto, per un edificio ancora meno qualificato del municipio per epoca di esecuzione e citazioni bibliografiche, ma soprattutto totalmente rimaneggiato ed alterato da numerosi interventi (attualmente adibito a sede comunale),

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non reputi necessario procedere ad una valutazione più attenta e approfondita della situazione urbanistica e architettonica di Porto Sant’Elpidio, tenendo conto delle esigenze di salvaguardia e tutela dei valori storici e culturali, nonché paesistici e ambientali, della città, e valorizzare quei beni architettonici che, al di là del loro valore assoluto, pur rappresentano l’identità storica e culturale dell’intera comunità.