Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00037
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Atto n. 1-00037
Pubblicato il 21 novembre 2001
Seduta n. 75
BOCO, MARINO, CARELLA, CORTIANA, DE PETRIS, DONATI, MARTONE, MUZIO, PAGLIARULO, RIPAMONTI, TURRONI, ZANCAN.
Il Senato,
premesso: che la situazione umanitaria in Afghanistan è estremamente drammatica perché milioni di profughi sono senza riparo e centinaia di migliaia di persone rischiano la vita per mancanza di assistenza e di cibo; che secondo le agenzie umanitarie internazionali PAM, ACNUR e UNICEF 300.000 persone rischiano la vita se entro novembre non saranno portati aiuti massicci alle popolazioni, considerato anche che il rigido inverno afgano è ormai alle porte; che i bombardamenti sul Paese hanno ulteriormente aggravato una situazione già drammatica: secondo dati forniti dal Programma ONU per lo sviluppo (UNDP) gli abitanti dell’Afghanistan hanno un’aspettativa di vita di circa 40 anni ed un tasso di mortalità dei bambini sotto i 5 anni del 26 per cento; che sempre secondo l’UNDP il 70% della popolazione è malnutrita e solo il 13% ha accesso a risorse di acqua potabile; solo tre Paesi al mondo, Angola, Niger e Sierra Leone, presentano tassi di mortalità infantile più alti; il tasso di analfabetismo è del 64% e, per moltissimi aspetti, l’Afghanistan presenta gli indicatori peggiori di qualunque altro Paese al mondo; che l’ultima rilevazione UNDP dell’Indice di sviluppo umano, basato su indicatori sanitari, educativi e di reddito, risale al 1996 e classifica l’Afghanistan al 169º posto su 174 Paesi; che l’emergenza alimentare riguarda circa 7 milioni e mezzo di persone ed è la conseguenza diretta di tre anni di siccità e di oltre dieci anni di guerra che hanno causato 5 milioni di profughi; che le operazioni militari hanno causato la fuga di altre decine di migliaia di persone verso i Paesi confinanti, e di esse almeno 50.000 si sono rifugiate in Pakistan, che ha in questi giorni stretto i controlli sulla frontiera rendendone difficile il ritorno; che già prima dell’inizio delle operazioni militari erano oltre 10 milioni le mine inesplose in territorio afgano, e si teme che altre mine siano state disseminate dai talebani in fuga; che l’ACNUR ha lanciato un drammatico appello alla comunità internazionale per sostenere un imponente sforzo umanitario nei confronti di milioni di esseri umani innocenti che hanno un disperato bisogno di aiuto; che i primi aiuti umanitari non riescono ad arrivare per ragioni di sicurezza, ed è estremamente preoccupante la situazione delle città conquistate nei giorni scorsi dalle truppe dell’Alleanza del Nord; la loro avanzata, difatti, rischia di produrre nuove ondate di profughi che temono di subire vendette da parte dei miliziani anti-talebani e pone un grave problema di rispetto dei diritti umani fondamentali, oltre che porre un ostacolo oggettivo al necessario aiuto umanitario da parte della comunità internazionale; considerato: che è necessario assicurare un intervento della comunità internazionale che fronteggi l’emergenza ma che sia anche in grado di disegnare per l’Afghanistan un futuro democratico, di pace e di sicurezza, che risolva la crisi umanitaria e che al contempo assicuri il rispetto dei diritti umani; che le operazioni militari sono continuate nonostante l’inizio del Ramadan, mese sacro dei musulmani; che la tragica scomparsa di Maria Grazia Cutuli e di altri suoi colleghi giornalisti mostra ancor di più la mancanza di minimi che la gran parte del territorio afgano è oramai sotto il controllo dei miliziani dell’Alleanza del Nord, impegna il Governo: a chiedere l’immediata cessazione dei bombardamenti perché siano assicurate le minime condizioni di sicurezza per il programma di aiuto umanitario e perché vengano risparmiate ulteriori sofferenze alla popolazione civile; a convertire le spese previste per l’intervento militare dell’Italia in finanziamenti atti a sostenere lo sforzo delle agenzie umanitarie internazionali per fronteggiare l’imminente catastrofe umanitaria; a sostenere con risorse finanziarie, mezzi e personale lo sforzo delle organizzazioni umanitarie non governative internazionali che in questi giorni stanno tornando in Afghanistan fra grandi difficoltà e in condizioni di scarsa sicurezza; a sostenere nelle sedi internazionali un programma di costruzione di pace, sicurezza e stabilità nel periodo che seguirà il regime talebano, per evitare a tutti i costi, secondo quanto dichiarato anche dal Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan, un pericolosissimo vuoto politico e di sicurezza; a sostenere, per questi motivi, nelle sedi internazionali, la necessità di escludere dal futuro Governo chi abbia commesso crimini internazionali, di stabilire una presenza internazionale di monitoraggio che abbia il compito di investigare sugli abusi del passato e di monitorare le eventuali, continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale sul rispetto dei diritti dell’uomo, e di promuovere un supporto internazionale all’amministrazione della giustizia.