Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01689

Atto n. 4-01689

Pubblicato il 3 aprile 2007
Seduta n. 136

DI LELLO FINUOLI - Ai Ministri dell'interno e della giustizia. -

Premesso che:

la D.N.A. (Direzione nazionale antimafia), nella sua relazione annuale (dicembre 2006) relativa alle dinamiche e strategie delle associazioni mafiose nel Distretto de L’Aquila, precisa che:

“le informazioni acquisite (…) confermano la fondata convinzione che il territorio abruzzese possa dirsi sostanzialmente immune da radicati insediamenti di matrice mafiosa, quantunque siano in costante aumento ed assumano connotati di maggiore significatività le presenze criminali organizzate nel pescarese e nel tramano”;

“Ad ogni buon conto la Regione Abruzzo, così come la Provincia di L’Aquila, per motivi legati soprattutto alle radici culturali e storiche, non produce di regola fenomeni criminali associativi autoctoni, almeno intesi in senso tradizionale.”

“Prendendo le mosse dagli indici di riferimento di regola utilizzati per ipotizzare la presenza di gruppi organizzati, anche di stampo mafioso, le conclusioni potrebbero dar luogo ad un quadro relativamente tranquillo; non a caso l’Abruzzo viene tradizionalmente associato all’immagine 'dell’isola felice', forse perché è lontano da fatti di sangue, plateali azioni intimidatorie o attentati dinamitardi di matrice estorsiva, che caratterizzano le mafie più pericolose.”;

dopo tali rassicuranti constatazioni, la relazione propone una specie di seconda premessa (“volendo, tuttavia, approfondire gli indici di riconoscimento dei gruppi organizzati, anche sotto il profilo latente e sintomatico, le conclusioni appaiono diverse”) cui segue l’elencazione di fatti e circostanze quali, tra l'altro:

un numero di istituti bancari e società finanziarie assolutamente abnorme rispetto alla densità della popolazione, al reddito pro capite, ed al volume economico delle imprese attive, nonché alla tipologia delle forme di investimento, che restano caratterizzate dalla tendenza a non investire sul territorio di appartenenza;

attività di indagine della Polizia giudiziaria hanno accertato una decina di bancarotte fraudolente e truffe con conseguenti indebiti arricchimenti per almeno 5 milioni di euro con notevoli pregiudizi economico-patrimoniale per almeno un centinaio di imprenditori con emissione di numerose ordinanze di custodia cautelare per fatti riconducibili a responsabilità penali di natura associativa per episodi di riciclaggio, reimpiego, truffe, eccetera e con il sequestro preventivo di quote societarie, beni mobili e immobili per un valore ammontante a 15 milioni di euro;

a tal proposito gli organi di polizia hanno reiteratamente segnalato l'esistenza di ragioni di sospetto circa la presenza di interessi del crimine organizzato pugliese, siciliano e soprattutto campano in relazione a rilevanti operazioni di investimento immobiliare soprattutto sul litorale adriatico interessato da imponenti insediamenti immobiliari nel settore alberghiero e della ricreazione collettiva;

dopo aver messo in rilievo dette situazioni che causano allarme per una possibile opera di infiltrazione di capitali di illecita provenienza nel sistema finanziario regionale (riciclaggio) e fatto cenno ad altri fenomeni di criminalità, la Relazione della D.N.A. conclude:

"Investigazioni di notevole complessità ed impegno sono state condotte in via esclusiva dalla Procura della Repubblica di Pescara, così sfuggendo a più approfondite valutazioni sotto il profilo di una eventuale realtà associativa che avrebbe potuto giustificare un coinvolgimento della Procura distrettuale antimafia de L'Aquila, peraltro, composta da poche unità."

Restando nel campo finanziario, uno studio specifico sull’usura ("L'usura, le usure - tempi, modi e luoghi di un fenomeno antico e moderno" a cura di Lino Busà e Bianca La Rocca nella rivista “Strumenti” edito dalla Confesercenti, Centro studi e ricerche - anno IX aprile - giugno 2006) fornisce per l’anno 2005 i seguenti dati sulle Province abruzzesi in relazione alle 60 Province italiane:

secondo un indicatore statistico - penale (indice del rapporto tra le persone indagate e coinvolte alla popolazione residente) la provincia di Pescara risulterebbe al 1° posto, L'Aquila al 22°, Chieti al 31° e Teramo al 48°;

secondo un quoziente rischio usura (basato sul volume dei fallimenti, dei protesti, delle sofferenze bancarie nonché sulle disfunzioni del sistema e le plausibili condizioni di incontro tra domanda e offerta di credito legale) la Provincia di Pescara risulterebbe al 1° posto, L'Aquila al 19°, Chieti al 31° e Teramo al 46°;

secondo un indicatore criminologico di pericolosità sociale (basato sul monitoraggio delle operazioni antiusura delle Forze dell'ordine e dell'azione penale della magistratura nel 2005) la Provincia di Pescara risulterebbe al 1° posto, L'Aquila al 20°, Chieti al 31° e Teramo al 46°;

ribadendo la convinzione espressa dalla D.N.A. sulla immunità della Regione da fenomeni di radicamento di organizzazioni criminali strutturate e volendo preservare la stessa e, segnatamene, il suo sistema finanziario, da pericolosi insediamenti di tale tipo, non si possono ignorare le preoccupazioni suscitate dalle considerazioni della D.N.A. e dai dati sopra esposti,

si chiede di sapere:

se e quali azioni di contrasto siano state poste in essere dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura per monitorare e quantomeno ridurre il “rischio usura” e il “rischio riciclaggio” nella Regione;

se si ritengano adeguate le strutture giudiziarie e di polizia esistenti e se, in particolare, alla luce delle considerazioni conclusive della D.N.A., non si ritenga di coinvolgere, stimolare e potenziare l’azione della Procura distrettuale antimafia de l’Aquila e potenziare, altresì, gli organici della Procura della Repubblica di Pescara che la stessa D.N.A. ritiene che operi con impegno e in via esclusiva in investigazioni complesse.