Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00144

Atto n. 2-00144

Pubblicato il 13 febbraio 2007
Seduta n. 106

COSSIGA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri, della giustizia e della difesa. -

Si chiede di sapere:

se, presa visione del decreto del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, che dispone il giudizio di Lozano Mario Luis, appartenente alla New York National Guard per l’uccisione dell’agente del SISMI dott. Nicola Calipari, ritenendo sussistente la giurisdizione dello Stato italiano perché delitto politico contro la personalità interna e internazionale dello Stato a mezzo di omicidio volontario;

preso atto del rifiuto da parte dell’Amministrazione degli Stati Uniti di estradare l’imputato come richiesto dal Governo italiano, se si intenda o meno chiedere al Governo degli Stati Uniti, esecutivo o Congresso, di disporre una severa inchiesta, con la partecipazione, come osservatori, di magistrati per accertare chi, del Comando delle Forze americane in Iraq, e perché abbia ordinato ai militari del check point sulla cosiddetta Irish Way, presidiato dal reparto mobilitato della New York National Guard di aprire il fuoco sulla autovettura che trasportava all’aeroporto per il suo trasferimento in Italia la giornalista Giuliana Sgrena, dopo trattative tra il SISMI e i sequestratori iraqeni, ovviamente monitorizzata dalla field military intelligence degli Stati Uniti, anche a motivo del costante collegamento telefonico durante l’operazione tra il dott. Calipari e la Presidenza del Consiglio dei ministri certamente intercettato dal “sigint” americano, nonostante il Comando della Coalizione, il cui Vice Comandante era un generale italiano, per disposizioni del Governo fosse stato tenuto all’oscuro, anche al fine di dissipare il terribile dubbio, che certo affiorerà nel dibattimento, che il Comando delle Forze americane volesse intercettare l’autovettura per prendere in consegna e sotto controllo la sequestrata liberata e i suoi liberatori per sottoporli ad interrogatorio nella green zone di Baghdad - come palesemente temuto dalla missione che per sottrarsi a questo certo controllo si indirizzò direttamente all’aeroporto, evitando la tappa dell’Ambasciata di Italia, appunto situata nella green zone -, e inoltre per dissipare il ben più grave dubbio che l’Amministrazione americana o anche soltanto il Comando delle Forze americane in Iraq abbiano voluto “punire” l’Italia in una sua delicata e essenziale struttura di sicurezza per la linea tenuta nei confronti del terrorismo e della “resistenza” irachena trattando con essa anche con il pagamento di numerosi e ricchi riscatti in valuta pregiata, in linea con quella della “non trattativa” tenuta in generale e in modo particolare in Iraq dalle amministrazioni e dalla Forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito, e per il quale l’Amministrazione americana, anche attraverso il suo ambasciatore a Roma, noto affarista e diplomatico dilettante, si è praticamente rifiutata nel doloroso e misterioso caso, con il Governo e la magistratura italiana, ed ha concorso nel “punire” il generale Nicolò Pollari, anche collaborando attivamente e aiutando, anche con oblique manovre, la destituzione dello stesso dall’ufficio di direttore del SISMI.