Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00379

Atto n. 3-00379

Pubblicato il 6 febbraio 2007
Seduta n. 101

MARTONE , IOVENE , SILVESTRI , DEL ROIO - Ai Ministri dell'interno e degli affari esteri. -

Premesso che,

il signor Cherif Foued Ben Fotouri, nato a Tunisi il 31 maggio 1970, vive da oltre 10 anni in Italia, dove ha un lavoro, è sposato con una cittadina italiana e ha tre bambine di dieci, cinque e due anni e mezzo. Sonia e Foued sono sposati da quattro anni, prima con rito civile, poi in moschea. Entrambi vivono a Dazio, in provincia di Sondrio. Oltre alla sua attività lavorativa (ha una sua impresa edile, la Cherif Edilizia), si è da sempre occupato dei problemi legati all’integrazione e al rispetto dei diritti dei cittadini stranieri a Milano, ha partecipato ad attività con il “Centro delle culture” di via Vela a Milano, ha promosso il dialogo tra le culture collaborando alla redazione e diffusione della rivista “Alien”. Tutte queste attività lo hanno portato ad avere numerosi contatti con persone che oggi possono testimoniare il suo impegno sociale la sua serietà e disponibilità;

la mattina del 4 gennaio 2007 la Digos di Milano ha prelevato Cherif Foued dal suo posto di lavoro e lo ha portato presso la Questura dove gli è stato notificato un decreto di espulsione. A motivo dell’espulsione il sospetto che Foued sia un fiancheggiatore di terroristi. La notte del 4 gennaio, Cherif Foued è stato imbarcato su un volo aereo per la Tunisia senza permettergli di contattare un avvocato, senza potersi difendere, senza sapere con esattezza i capi di imputazione e soprattutto subendo la violenza morale di venire strappato ai suoi affetti;

Foued è stato rinchiuso dal 5 al 15 gennaio nel Dipartimento del Ministero degli interni tunisino, in carcere di isolamento, il 16 è stato portato in un carcere civile sotto la giurisdizione militare, e solo il 18 gennaio -la famiglia ha avuto notizie su dove si trovava Foued;

Foued Cherif sarebbe stato identificato, durante una perquisizione, nell'appartamento di alcuni suoi connazionali indagati e processati per attività terroristiche, ma - secondo quanto riferisce il “Centro delle culture”, che ha diffuso la notizia della sua espulsione - assolti dalla Corte di Assise di Milano;

la moglie di Foued è stata avvisata con una telefonata della 'scomparsa' del marito. Non lo ha più sentito dal 4 gennaio, da quando Foued, in lacrime, l'ha richiamata dicendogli di "essere spaventato e di temere per la sua sorte", prima di venire spedito in un carcere tunisino;

Foued è l’unica fonte di sostentamento per la famiglia;

la legge internazionale, e in particolare la Convenzione dei diritti dell'uomo, ratificata anche dall'Italia, vieta l'espulsione e il trasferimento verso Paesi che negano i diritti umani. E la Tunisia, come evidenziato dall'ultimo rapporto di Amnesty International, è uno dei Paesi dove meno vengono osservati tali diritti,

si chiede di sapere:

per quale motivo Foued Cherif, che non è mai stato indagato in Italia e neppure all'estero per attività connesse ad attività terroristiche, sia stato prelevato e trasferito con un volo aereo in Tunisia applicando quell'istituto giuridico della pericolosità sociale presunta, non valutando quanto previsto dalla Costituzione italiana, dove si afferma che ciascuno è innocente fino a sentenza definitiva;

quali iniziative si intendano adottare per garantire l’incolumità di Foued Cherif, ritenendo che egli potrebbe essere soggetto a pene illegali e, comunque, non godrebbe dei diritti civili;

se non ritenga opportuno avviare trattative con il Governo tunisino per consentire il giusto rimpatrio del signor Foued Cherif Ben Fitouri ed il ritorno nella sua casa con la sua famiglia.