Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00037

Atto n. 1-00037

Pubblicato il 17 ottobre 2006
Seduta n. 54

VALENTINO , MATTEOLI , NANIA , BATTAGLIA Antonio , STRANO , BUCCICO , MARTINAT , PONTONE , BUTTI

Il Senato,

premesso che:

il ponte sullo Stretto di Reggio e di Messina è un’opera destinata ad assumere un ruolo determinante sia dal punto di vista infrastrutturale che da quello economico, per la cui valenza strategica è stato inserito dalla Comunità europea tra le opere prioritarie, divenendo parte fondamentale dell’Asse ferroviario Palermo-Berlino;

parallelamente alla realizzazione del ponte, è già stato avviato il potenziamento delle reti ferroviarie e autostradali collegate, per uno sviluppo infrastrutturale sinergico dal quale non si può prescindere per la piena utilizzazione delle sue enormi potenzialità;

la realizzazione del ponte, per le sue ricadute altamente positive in termini economici, occupazionali e tecnologici, in passato aveva trovato l’unanime convergenza politica di tutti i partiti, ad eccezione dei Verdi e di Rifondazione comunista;

lo stesso attuale Presidente del Consiglio durante la campagna elettorale del 1996, ed ancor prima, nel 1985, nella sua veste di Presidente dell’IRI, si dichiarava favorevole alla realizzazione che avrebbe costituito “un volano per l’economia del Sud e avrebbe recuperato la cultura delle grandi opere pubbliche ormai persa da tempo”;

tale valutazione è effettivamente confortata da una serie di dati positivi sul piano economico ed occupazionale, forniti dagli studi e dalle proiezioni effettuate. Si calcola, infatti, un impatto occupazionale di 40.000 unità all’anno; un considerevole aumento dei flussi turistici, circa 10 milioni di visitatori attratti da quella che si può considerare a ragione l’opera di ingegneria più avanzata del mondo; il costante coinvolgimento del mondo universitario di Calabria e Sicilia che diverrebbe laboratorio fecondo di tecnologie da esportare; la creazione di una reale area urbana integrata tra Reggio Calabria e Messina; un’apertura dell’intero Paese e dell’Europa sul mar Mediterraneo;

il precedente Governo di centro-destra, condividendo pienamente le ragioni di tale importante realizzazione, ha impresso una grande accelerazione alle procedure sino a giungere, il 26 marzo 2006, alla firma del contratto tra il General contractor e la Stretto di Messina S.p.A., società concessionaria, per la progettazione definitiva ed esecutiva del ponte;

la decisione dell’attuale Governo di bloccare o, comunque, di procrastinare a data da definirsi la realizzazione del ponte sembra prescindere da valutazioni di una sua concreta opportunità economica e sociale, connotandosi, invece, per il carattere meramente politico come testimonia l’art. 14 del decreto-legge in materia fiscale del 3 ottobre 2006, n. 262, che offre una duplice e contraddittoria chiave di lettura degli obiettivi del Governo: da un lato, infatti, tale articolo sottrae risorse alla società Stretto di Messina - impedendo di fatto la fase esecutiva del ponte - trasferendo le suddette risorse al Ministero delle infrastrutture per la realizzazione di non meglio definite opere di tutela dell’ambiente e difesa del suolo in Sicilia e Calabria, dall’altro viene modificato l’assetto societario della Stretto di Messina potenziandone, addirittura, la funzione in termini internazionali;

sarebbe apparso opportuno un intervento più coerente verso la società in parola - la cui funzione è, peraltro, insita nella sua stessa denominazione - anziché modificarne l’assetto societario, blindato all’azionariato sociale o alle partecipazioni private, e potenziarla in via del tutto astratta;

il ponte è, e resta, un’insopprimibile priorità che non può essere artificiosamente accantonata con una politica tesa alla sottrazione di tutte le risorse già da tempo destinate alla sua realizzazione;

le popolazioni di Calabria e di Sicilia subiscono, con enorme disagio, le iniziative avviate per eludere un’aspettativa che viene da lontano e che solo qualche mese fa era considerata un’affascinante certezza che avrebbe positivamente inciso sull’economia e sulla cultura delle loro Regioni,

impegna il Governo ad adottare ogni utile iniziativa per la realizzazione del ponte sullo Stretto, opera già in fase avanzatissima, fondamentale non solo per l’economia di Calabria e di Sicilia, ma per l’intero Paese e per la stessa Europa.