Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00179

Atto n. 3-00179

Pubblicato il 12 ottobre 2006
Seduta n. 53

SCHIFANI , ALBERTI CASELLATI , CANTONI , VICECONTE , GRILLO , IZZO , CICOLANI , CAMBER , BALDINI , BARELLI , STERPA , IORIO - Al Ministro delle comunicazioni. -

Premesso che:

dal 21 settembre 2006 va in onda su Rai due la nuova trasmissione condotta da Michele Santoro, rientrato dalla sua esperienza di parlamentare europeo;

tale trasmissione, intitolata “Anno Zero”, vuole essere un programma giornalistico di inchiesta, informazione proposta attraverso la formula consolidata dello spunto preso da un problema del Paese sul quale si costruisce una inchiesta inframmezzata da inserti populisti e qualunquisti, condita dal moralismo del conduttore, che si fa giudice;

la prima puntata voleva essere di denuncia dei problemi della città di Milano, ed è stata duramente contestata da cittadini imprenditori, politici e soprattutto, cosa alquanto rara, dal Comandante generale dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, che ha dichiarato: «Non ci confortano alcune trasmissioni che mostrano episodi disdicevoli e con informazioni da verificare, dimenticando le azioni compiute in silenzio e senza clamore dai nostri carabinieri»;

la seconda puntata riguardava la città di Napoli: il Sindaco della città, Rosa Russo Iervolino, sdegnata ha dichiarato: “Santoro non ha fatto una denuncia dei mali di Napoli, ma offerto un viso della città solo in negativo". "La tragica realtà è che c’è qualcuno che parla dei mali della città e c’è qualcuno, invece, che cerca di risolverli”. “È indegno che una persona che è stata parlamentare europeo a Napoli, che non si è mai più fatta vedere a Napoli, che non ha fatto niente per la città, che ha percepito lo stipendio come parlamentare europeo di Napoli, dia un’immagine del genere, che impedisca alla nostra Silvana Fucito (vittima del racket e coordinatrice di un Comitato per la lotta all’estorsione) di parlare e non inviti nessuno dell’amministrazione”;

la puntata di giovedì 5 ottobre 2006 aveva per tema principale il fenomeno della mafia e proponeva una panoramica delle diverse realtà e zone della Sicilia, tra cui la Provincia di Trapani, attualmente presieduta dal senatore Antonio D’Alì;

grazie ad un “audace” montaggio delle interviste realizzate e dei servizi narrati, si è suggerito al telespettatore il collegamento tra il fenomeno della mafia e il senatore D’Alì;

considerato, inoltre, che:

il fatto più grave della trasmissione da ultimo citata è che, invece di illustrare il fenomeno della mafia in maniera esaustiva, oggettiva e costruttiva, ha preferito, in nome dell’audience, calunniare un parlamentare, non soggetto ad indagini o procedimenti penali per mafia, implicandolo in vicende e collegamenti malavitosi, così ingenerando sfiducia e preoccupazione dei cittadini nei confronti delle istituzioni che li rappresentano a livello locale e nazionale;

è stato così possibile nei giorni successivi, leggere tra le lettere inviate al sito della trasmissione (www.annozero.rai.it/annozero/default.htm) quelle di cittadini che, nel vedere la trasmissione in questione hanno tratto la conseguenza che Cuffaro e D'Alì siano mafiosi, o ancora lettere di sdegno da parte di parenti delle persone coinvolte da infamanti e scorrette accuse;

l’informazione data dalla trasmissione, che vuol essere d’inchiesta, è realizzata non avendo mai cura di mettere a confronto posizioni e giudizi differenziati sulle questioni trattate, come esigerebbe una imparziale informazione;

il pluralismo, l’imparzialità e la corretta informazione, come anche indicato dal decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, rappresenta uno dei principi fondamentali del sistema radiotelevisivo pubblico e costituisce, perciò, un dovere e un obbligo per l'intero sistema gestito dal servizio pubblico e per quanti vi lavorano, poichè motivano l'esistenza (e il suo finanziamento attraverso il canone) nel suo essere dalla parte di ogni cittadino, evitando ogni parzialità e subordinazione a interessi, anche propri, come la volontà di essere eclatante ad ogni costo o portare avanti la propria posizione ad ogni costo. Questo dovere vincola parimenti la Commissione parlamentare a vigilare sull'adempimento di questo indirizzo, non in funzione di una parte o dell'altra, ma in ragione di un diritto di tutti;

non si tratta solo di garantire ai diversi soggetti e alle diverse idee di essere rappresentati, ma anche e soprattutto di assicurare al cittadino il diritto di essere compiutamente informato, e di poter avere accesso ai mezzi di comunicazione, configurandosi il pluralismo, dunque, come diritto dell'utente ancor prima che come diritto dei soggetti da rappresentare,

si chiede di sapere:

quali siano le ragioni di tale atteggiamento sistematico nell’informazione da parte della suddetta trasmissione;

se il Ministro in indirizzo non ritenga di svolgere le opportune e necessarie verifiche in merito alle distorsioni denunciate e, qualora emergessero violazioni, di intervenire con strumenti idonei ed efficaci, anche al fine di garantire i diritti di coloro che sono stati indebitamente coinvolti;

se non ritenga, altresì, di richiamare la RAI e la trasmissione al più rigoroso rispetto delle norme e direttive in materia di informazione.