Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00631
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Atto n. 4-00631
Pubblicato il 3 ottobre 2006
Seduta n. 43
CICCANTI , PIONATI , NARO , FANTOLA , MANINETTI , RUGGERI , LIBE' , MAFFIOLI , DE POLI - Al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. -
Premesso che:
il 30 luglio 1999 è stato emanato il decreto legislativo 285/99 recante “Riordino del Centro di Formazione studi FORMEZ”;
tale decreto è stato emanato a norma dell’art.11 della legge 59/97;
l’iter di stesura ed approvazione di tale decreto è durato circa due anni, e l'approvazione è avvenuta previo esauriente esame della Commissione bicamerale consultiva per la riforma amministrativa istituita ai sensi della legge 59/97, esame che si è concluso con un articolato parere positivo sul decreto di riordino del Formez;
preliminarmente all’approvazione del decreto di riordino del Formez, lo stesso è stato attentamente esaminato e discusso in sede di Conferenza unificata, essendo esplicitamente prevista l’acquisizione di tale parere;
tale decreto, così come stabilito dalla Commissione bicamerale, nonché dalla Conferenza unificata, che su tale ipotesi avevano espresso il parere positivo in merito, definisce il Formez come un’associazione con personalità giuridica di diritto privato cui partecipano regioni, province, comuni e comunità montane ed i cui piani di attività sono annualmente sottoposti al parere della Conferenza unificata;
il Formez in questi anni ha operato nel rispetto delle indicazioni del decreto legislativo 285/99, e pertanto i suoi programmi di attività sono stati regolarmente approvati dalla Conferenza unificata (sino al Piano strategico 2006/2008, il quale ha riportato parere positivo all’unanimità nel marzo 2006),
si chiede di sapere:
se sia vero, come riportato dalla stampa, che è stato consegnato ai sindacati un articolo (art.58) del disegno di legge sulla semplificazione, contenente la trasformazione della Scuola superiore della pubblica amministrazione (SSPA) e del Formez in una unica Scuola nazionale delle pubbliche amministrazioni, con compiti in materia di reclutamento e formazione dei dirigenti delle amministrazioni dello Stato, elaborazione di metodologie formative, ricerca, eccetera;
se sia vero che tale articolo - non avendo effettuato nessuno dei passaggi e pareri istituzionali cui era invece stato sottoposto il decreto legislativo 285/99, così come la normativa istituente della SSPA - è stato immediatamente ritirato dal disegno di legge sulla semplificazione, poi trasmesso al Consiglio dei ministri;
se sia vero che - senza dare alcuna informativa né alle istituzioni e Commissioni parlamentari che erano state invece ampiamente coinvolte nella stesura dei decreti vigenti, né alle Regioni socie, né alle associazioni degli enti locali, né agli organi competenti delle istituzioni coinvolte - si sta lavorando per un inserimento nell’articolato della finanziaria di una delega per non precisate fusioni al Ministro per le riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione, e che tale norma sulle fusioni di enti pubblici verrebbe ad essere utilizzata dal Governo per rivoluzionare il sistema formativo pubblico senza che la dovuta discussione in proposito coinvolga le istituzioni che furono invece allora coinvolte nella stesura dei decreti;
se si intenda, al solo fine di evitare la opportuna discussione in merito, far passare tale fusione come possibile risparmio di spesa, quando la suddetta operazione comporterebbe, invece, sulla base dei bilanci ufficiali di SSPA e Formez, a parità di livello di occupazione, un onere certo aggiuntivo per lo Stato di varie decine di milioni di euro;
come si intenda, in caso di fusione del Formez con la SSPA, coprire il costo dei circa 500 dipendenti a tempo indeterminato e determinato;
come si intenda coprire il costo delle collaborazioni a progetto, dato che il contributo previsto in legge finanziaria copre solo i costi di locazione e funzionamento degli immobili e parte del costo del personale a tempo indeterminato;
come si pensi di sostituire il mancato introito da parte del Formez di progetti e commesse per circa 70 milioni di euro per anno, perdita che sarebbe conseguente alla trasformazione dell’istituto;
visto il clima di confusione e di incertezza creato intorno ad una associazione con capacità giuridica di diritto privato, clima che sta creando danni patrimoniali, economici e finanziari, se tali danni venissero poi scaricati sullo Stato con assorbimento da parte del settore pubblico delle obbligazioni assunte da un soggetto con personalità giuridica di diritto privato;
se sia vero che dopo aver chiuso per sette anni i bilanci in attivo, ed aver registrato consensi in centinaia di amministrazioni italiane ed in 20 Paesi stranieri, il Formez si trova, a seguito di questo stato di confusione e di direttive palesemente contraddittorie, nella situazione in cui il bilancio 2007 potrebbe registrare una forte contrazione di attività ed una considerevole perdita economica e quindi una consistente riduzione dei posti di lavoro;
se l’azione che sta portando avanti il Ministro in indirizzo in questo settore sia in linea con quanto contenuto nel Piano strategico del Formez 2006/2008, approvato all’unanimità dalla Conferenza unificata nella seduta del marzo 2006, nonché dalle assemblee dei soci, nonché contenuto negli atti del Ministero per la funzione pubblica come previsto dal decreto legislativo 285/99;
perché una operazione che viene presentata come riforma emulativa dell’ENA francese e come miglioramento della formazione pubblica, qualora comporti veramente qualche beneficio per il Paese e non sia soltanto, come in realtà risulta agli interroganti, un tentativo di occupazione di posizioni e/o di condizionamento dei vertici regolarmente in carica, non venga affrontata con una riforma che passi al regolare vaglio di una discussione parlamentare, come avvenuto per il decreto vigente;
perché il Ministro non proponga un apposito disegno di legge di riforma della formazione pubblica nelle sedi competenti, accettando la discussione e verificando la volontà del Parlamento in merito,
perché, se l’ipotesi di tentativo di fusione è stata ritirata dal disegno di legge in quanto non sostenibile, venga utilizzata in modo improprio la possibilità di inserimento in finanziaria di una delega ad imprecisate fusioni di enti con attività complementari;
se sia vero, come evidenziato dalla stampa, che la Commissione che sta lavorando a questa riorganizzazione della formazione pubblica sia presieduta dal sen. Bassanini, e sia composta da altri rappresentanti del Centro studi da lui presieduto, l’Astrid, e che gli stessi potrebbero occupare successivamente alcune delle principali cariche previste nel nuovo ente pubblico, sulla base di una serie di pattuizioni pregresse, con totale violazione del principio di terzietà nella formazione della dirigenza pubblica.