Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00541

Atto n. 4-00541

Pubblicato il 20 settembre 2006
Seduta n. 34

SODANO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Risulta all’interrogante che:

nella delibera di Giunta provinciale n. 16 del 13 gennaio 2006 si richiamava il protocollo di intesa stipulato tra la Provincia di Benevento e il Comune di Telese Terme in data 13 settembre 2005, al fine di realizzare nello stesso Comune un polo scolastico per le scuole medie superiori e un centro di eccellenza per i servizi di formazione e innovazione. Nel predetto protocollo veniva richiamato lo studio “Sannio Network”, redatto dal Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno, in cui venivano individuati due impianti industriali dismessi da poter riutilizzare per la realizzazione delle due strutture;

alla base dell’iter procedurale non esiste alcun bando o avviso pubblico;

uno dei due immobili è un ex molino industriale, denominato “Capasso & Romano”, verso cui, dopo l’istruttoria tecnico-finanziaria, la Provincia orientò la propria scelta. Attualmente esso è in buona parte fatiscente e sul tetto sono localizzati numerosi ripetitori per la telefonia mobile;

in riferimento alla regolarità contabile della proposta, la delibera di cui trattasi è priva della firma del Dirigente del Settore finanze e controllo economico;

nella citata delibera si afferma testualmente che, relativamente alle ipotesi di soluzione della problematica afferente alla sede scolastica, erano pervenute alla Provincia anche altre due proposte-offerte, da parte della società Icle srl (prot. n. 20868 del 20 settembre 2005) e da parte della società Telesia Immobiliare snc (prot. n. 25530 del 15 novembre 2005). Entrambe le proposte-offerte sono state giudicate inadeguate per motivi tecnici;

in data 29 settembre 2005 pervenne al protocollo della Provincia di Benevento un’ulteriore proposta-offerta, avanzata con raccomandata a/r dal signor Capasso Giancarlo. Nella missiva lo scrivente metteva a disposizione della Provincia fino a 40.000 metri quadri di superficie edificabile, proponendo varie soluzioni:

«1) l’acquisto dell’area o di parte di essa da parte dell’Amministrazione provinciale;

2) la realizzazione dell’immobile secondo le indicazioni progettuali della Provincia, a cure e spese – in tutto o in parte – del sottoscritto, con contratto di locazione;

3) la realizzazione dell’immobile secondo le indicazioni progettuali della Provincia, a cure e spese – in tutto o in parte – del sottoscritto, con contratto di locazione e patto di futura vendita;

4) la realizzazione di un polo immobiliare composto da scuole e servizi le cui modalità di realizzazione possono prevedere l’intervento del privato»;

la delibera di Giunta provinciale n. 16/2006 omette ogni riferimento alla proposta-offerta del signor Giancarlo Capasso, cui non è mai pervenuta una risposta ufficiale né ufficiosa, ancorché negativa;

a fine gennaio 2006 pervenne all’Amministrazione provinciale, per le vie brevi, un’ulteriore manifestazione di disponibilità da parte della signora Maria Assunta De Carlo, titolare di un permesso di costruire per un edificio in via di completamento a circa 150 metri lineari dall’ex molino Capasso & Romano;

nemmeno questa manifestazione ha avuto riscontri di alcun genere;

con missiva del 26 luglio 2006 il signor Davide Cusani di Telese Terme dichiarava la disponibilità ad ultimare un immobile in costruzione secondo le prescrizioni eventualmente dettate dall’ente Provincia, al fine di ricavare 16-18 aule complessive, da affittare alla stessa Provincia di Benevento per affrontare temporaneamente l’emergenza del liceo di Telese, in attesa della risoluzione definitiva del problema. Il sito, che attualmente ospita i circa mille alunni del liceo, è da tempo inadeguato e insufficiente, e quindi una soluzione temporanea consentirebbe di affrontare i problemi più urgenti per concentrarsi su una soluzione ottimale;

anche tale disponibilità non ha ricevuto risposta alcuna da parte dell’Amministrazione provinciale di Benevento, né ufficialmente né informalmente;

quindi nel corso dei mesi sono pervenute all’Amministrazione ben tre proposte alternative per la risoluzione, temporanea o definitiva, del problema del liceo di Telese, rispettivamente a firma Capasso Giancarlo, De Carlo Maria Assunta e Cusani Davide; tutte le proposte riguardano siti poco distanti dall’ex molino Capasso & Romano; le proposte non sono state riscontrate, per motivi che non è dato sapere;

a circa quattrocento (400) metri lineari dall’ex molino sono ubicati due lotti di terreno, per complessivi 11.000 metri quadri circa, già destinati dal vigente Piano Regolatore ad edilizia scolastica media superiore;

l’acquisto di tali aree e l’edificazione di un nuovo e più funzionale plesso costerebbe non più di quattro milioni di euro, e comunque sarebbe considerevolmente meno oneroso dell’acquisto e della riattazione di un vecchio molino industriale;

né l’Amministrazione provinciale né quella comunale hanno mai preso in considerazione questa ipotesi;

numerosi e importanti sono i rilievi di tipo tecnico che sono stati più volte messi in luce da una mobilitazione generale che negli ultimi mesi ha coinvolto studenti, insegnanti, cittadini e forze politiche, anche della stessa maggioranza provinciale:

per quanto riguarda i costi, secondo quanto si legge nel comunicato ufficiale della Provincia di Benevento del 13 gennaio 2006, l’operazione costerebbe circa otto milioni di euro, da reperire «con l’accensione di un mutuo: nel prezzo è compresa anche la ristrutturazione e l’adeguamento, realizzati a cura della proprietà con la supervisione della Provincia». È lecito ritenere che con un cifra notevolmente inferiore sarebbe possibile edificare un plesso nuovo e più sicuro, soprattutto in considerazione dell'alta sismicità che caratterizza l'entroterra campano e quindi anche il Comune di Telese Terme;

relativamente ai problemi strutturali si aggiunge che:

nel 2003 una commissione tecnica della Provincia di Benevento, in seguito ad un sopralluogo volto a cercare un nuovo sito per allocare gli uffici del Centro per l’Impiego, giudicò negativamente i locali che oggi si vogliono destinare ad aule scolastiche. L’impressione fu tanto negativa che i tecnici reputarono di non prendere nemmeno in considerazione l’ipotesi, che venne giudicata immeritevole di ulteriori approfondimenti tecnici. Si ricorda che la normativa per la sicurezza degli edifici scolastici ha parametri più rigidi che per gli uffici pubblici. Un sopralluogo effettuato il 27 luglio 2006 da alcuni Consiglieri provinciali, insieme all’Assessore provinciale ai Lavori pubblici, ha confermato le perplessità tecniche evidenziate da numerosi documenti redatti e sottoscritti da genitori e studenti. Due locali che danno sull’angusto cortile su cui dovrebbero affacciare anche alcune aule sono stati ceduti dalla proprietà ad altri privati, che vi hanno allocato esercizi commerciali, nonostante l’immobile sia ancora di tipo industriale;

il sito di cui trattasi è attraversato sotterraneamente da una diramazione artificiale del torrente Grassano, che alimenta una turbina elettrica che rimarrebbe esclusa dalla compravendita;

dal punto di vista idrografico, il sito è il punto di confluenza dei bacini della zona ed è attraversato dal torrente Truono e dai canali Maddalena e Portella, mentre poco distante passa anche il torrente Seneta. A tal proposito si rileva che in occasione di eventi meteorici intensi, come quelli verificatisi nella prima metà di settembre 2006, via Roma si allaga sistematicamente proprio in corrispondenza del previsto ingresso del liceo, dove la rete fognaria non è in grado di raccogliere il flusso di acqua, al punto che sovente è necessario l'intervento dei Vigili del fuoco;

particolarmente rilevante risulta il torrente Grassano, la sorgente naturale più grande del Mezzogiorno (5.000 litri al secondo di portata media), che passa sotto l’area degli uffici dell’ex molino e dei parcheggi. Tale area è tuttora demanio pubblico, per cui il privato, che pure se ne è illecitamente impossessato, non ne ha la disponibilità;

nonostante la Provincia e il Comune intendano perseguire nell’ipotesi ex molino, i ripetitori per la telefonia mobile non sono stati ancora rimossi;

relativamente ai problemi logistici si sottolinea:

l’angustia del cortile di ingresso e di uscita, che risulta piccolo e privo di adeguata illuminazione naturale. Uno dei lati della parte più alta dell'intero complesso ricade proprio su tale cortile, e quindi potrebbe costituire un serio pericolo in caso di eventi sismici;

l’esiguità del marciapiede esistente rispetto all’accoglienza di circa mille persone;

la pericolosità intrinseca che deriva da tale condizione, poiché l’ingresso affaccerebbe su via Roma (ex strada statale 87), una strada provinciale già oggi satura di traffico, essendo l’unica via di accesso, per chi proviene da ovest, alla zona della stazione, alla retrostante zona di espansione residenziale e terziaria, al lago di Telese. Il flusso di persone e il necessario andirivieni di auto private e pullman aggraverebbe considerevolmente una situazione già ai limiti della sostenibilità;

che di fronte all’ex Molino è ubicato il Commissariato di Polizia, mentre a circa 50 metri sono situati, l’una di fronte all’altro, una centrale elettrica Enel e un distributore di carburante; inoltre l’area de qua confina con un sito archeologico;

aggiunto che:

in due successivi Consigli provinciali, rispettivamente in data 19 e 31 luglio 2006, la discussione sull’acquisto dell’immobile fu rinviata per la netta opposizione dei principali partiti di maggioranza, DS ed UDEUR, e le perplessità espresse da altre formazioni della stessa maggioranza, come lo SDI e Alleanza Riformista;

nel pomeriggio del 31 luglio, cioè a dire dopo il rinvio del secondo Consiglio provinciale, la Giunta provinciale deliberò il trasferimento di alcune aule presso l’ex Istituto industriale del limitrofo Comune di San Salvatore Telesino, predisponendo anche un servizio navetta tra i due comuni, come riportato da tutti gli organi di stampa locali. La scelta veniva giustificata con la necessità di affrontare l’emergenza della sovrappopolazione studentesca rispetto alla capienza dell’attuale liceo;

nonostante questo provvedimento ufficiale, attualmente circola insistentemente la voce che comunque una parte delle aule sarà temporaneamente ricavata nell’ex molino, che rimane un immobile a destinazione industriale, non essendo stato mai discusso né votato, dal Consiglio comunale di Telese Terme, il cambio di destinazione d’uso;

già da alcuni mesi la proprietà sta eseguendo lavori nell’immobile, per i quali ha fatto comunicazione di lavori di manutenzione soltanto il 31 luglio 2006 In tal modo sembra manifestarsi una certa sicurezza nella conclusione della compravendita con la Provincia;

sottolineato che:

il proprietario dell’ex molino Capasso & Romano è l’ing. Giuseppe D’Occhio, amministratore unico della Capasso & Romano SpA e Sindaco di Telese Terme dal 1985 al 1991 e dal 1995 al 2004, attuale Assessore ai lavori pubblici dello stesso Comune nonché Segretario generale dell’Autorità di bacino Liri-Garigliano e Volturno;

tale Autorità è l’organismo istituzionalmente competente a salvaguardare le risorse idriche e la sicurezza del territorio;

si appalesa un evidente conflitto-identità di interessi tra la parte pubblica e quella privata, poiché l’Autorità di bacino, rappresentata al suo massimo vertice dall’ing. D’Occhio, non si esprime su come un privato, il medesimo ing. D’Occhio, possa vendere ad un ente pubblico, la Provincia di Benevento, una parte di suolo demaniale (poiché ricadente sul letto del torrente Grassano), con il concorso del Comune di Telese Terme;

il Sindaco pro tempore del Comune di Telese Terme è il geologo Gennaro Capasso, funzionario della stessa Autorità di bacino di cui l’assessore D’Occhio è Segretario generale;

dal 10 novembre 1997 al 15 gennaio 2002 il Presidente del Collegio sindacale della società Capasso & Romano SpA (prima Srl) è stato il commercialista Umberto Fiore, responsabile di una società emittente garanzie fideiussorie con sede in Roma, ma molto nota nel beneventano, e arrestato nel marzo 2006 in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma per impiego di proventi illeciti, ricettazione, violazione dei doveri del custode giudiziale ed ostacolo agli organi di vigilanza. Fiore era già noto ai militari della Guardia di finanza di Benevento perché arrestato per truffa e danno all'erario, in relazione a indebiti rimborsi Iva per alcuni miliardi di lire. Umberto Fiore era stato nuovamente sottoposto a indagini da parte del Nucleo provinciale di polizia tributaria di Benevento per l'ipotesi di riciclaggio, e il procedimento penale originariamente portato avanti in città era stato trasmesso per competenza dalla locale Procura alla magistratura di Roma. Inoltre il commercialista era stato sorpreso nell’ottobre del 2005 all'aeroporto di Fiumicino, con un timbro contraffatto del Nucleo speciale polizia valutaria: i locali della società ove era stata bloccata la documentazione erano stati forzati, i sigilli di Stato sostituiti con altri e le firme dei militari anch'esse contraffatte. In occasione dell’arresto furono posti sotto sequestro uno yacht, una Bmw serie 7, una Ferrari, oltre 700.000,00 euro e le quote societarie della finanziaria che ha operato, in danno dei soggetti beneficiari delle polizze emesse (enti pubblici, società commerciali, soggetti privati, eccetera);

lo stesso Fiore risulta legato al nome dell’imprenditore Pasquale Casillo, il cosiddetto “Re del grano”, che a sua volta risulta creditore della Capasso & Romano SpA; il primo avrebbe fornito al secondo garanzie fideiussorie per le società di calcio del Foggia e dell’Avellino;

rilevato che il Consiglio comunale di Telese Terme non è stato mai chiamato ad esprimersi in una discussione tanto importante per il futuro non solo del Comune, ma dell’intero comprensorio telesino, di cui Telese costituisce perno geografico importante,

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per cui le procedure per il reperimento di locali idonei ad accogliere il liceo di Telese Terme siano iniziate senza un avviso pubblico;

per quali motivi lo studio commissionato al Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno, denominato “Sannio Network” e recepito con delibera di Giunta provinciale n. 677 del 17 dicembre 2004, in cui si individuano due siti industriali dismessi, individui tra questi ultimi anche un impianto di recente edificazione e tuttora in piena attività industriale e commerciale;

per quale motivo la delibera di Giunta provinciale n. 16 del 13 gennaio 2006, di cui trattasi, sia priva della firma del Dirigente del Settore finanze e controllo economico della Provincia, relativamente alla regolarità contabile della proposta;

per quale motivo la delibera di Giunta provinciale n. 16/2006 richiami solo le proposte-offerte della società Icle srl (prot. n. 20868 del 20 settembre 2005) e della società Telesia Immobiliare snc (prot. n. 25530 del 15 novembre 2005), mentre omette ogni riferimento alla proposta-offerta del signor Giancarlo Capasso, datata 29 settembre 2005, cui non è mai pervenuta una risposta ufficiale né ufficiosa, ancorché negativa;

quali siano i motivi per cui l’Amministrazione provinciale non abbia mai dato riscontro nemmeno alle altre due proposte-offerte, a firma De Carlo Maria Assunta e Cusani Davide, che avrebbero potuto costituire delle valide alternative all’ipotesi del riutilizzo dell’ex molino Capasso & Romano;

per quale motivo l’Amministrazione provinciale e quella comunale non abbiano tenuto in considerazione che il Piano regolatore generale del Comune di Telese Terme prevede due lotti edificabili da destinare a edilizia scolastica media superiore, ma abbiano da subito puntato sull’acquisto e la riattazione dell’ex molino de quo. La cosa risulta tanto più incomprensibile in considerazione dell’evidente differenza di costi, prevedendo la Provincia un investimento di otto milioni di euro per l’operazione in corso;

per quale motivo una commissione di tecnici della Provincia di Benevento abbia giudicato i locali che oggi si vogliono destinare ad aule scolastiche inidonei ad ospitare gli uffici del Centro per l’impiego, soprattutto in considerazione del fatto che le norme per la sicurezza hanno parametri molto più rigidi per le scuole che per gli uffici pubblici;

quale sia il motivo per cui siano state ignorate le raccomandazioni e le richieste di approfondimento sollecitate dai Consiglieri provinciali che il 27 luglio 2006 effettuarono un sopralluogo presso l’ex molino, cui era presente anche l’Assessore provinciale ai Lavori Pubblici;

in quale modo sia potuto accadere che due locali dello stesso ex molino siano stati da tempo venduti dalla proprietà a società di servizi (Gesesa ed Enel), mentre lo stesso immobile, alla data odierna, continua ad essere catalogato come impianto industriale. Si precisa che la richiesta di cambio di destinazione d’uso è stata avanzata solo nelle passate settimane;

quali accorgimenti specifici si intendano adottare per affrontare i problemi tecnici dovuti alla presenza di una turbina elettrica sotterranea e alla confluenza di tutti i bacini idrografici della zona proprio nel punto in cui è edificato l’ex molino Capasso & Romano;

come possa accadere che l’Amministrazione provinciale ignori che parte del sito de quo ricada su suolo demaniale, in quanto ricoprente il letto del torrente Grassano, fatto che è più volte apparso anche sugli organi di stampa;

quali provvedimenti si intendano adottare in relazione alla posizione dell’ing, Giuseppe D’Occhio, ex Sindaco di Telese Terme ed attuale Assessore ai lavori pubblici dello stesso Comune, nonché proprietario dell’immobile ex Capasso & Romano e da circa quindici anni Segretario generale dell’Autorità di bacino Liri-Garigliano e Volturno, cioè a dire l’organismo istituzionalmente preposto alla tutela e alla salvaguardia delle acque e del territorio. Si rammenta, a tal proposito, che il torrente Grassano è la sorgente naturale più grande del Mezzogiorno;

in quale modo si possa configurare la posizione dell’attuale Sindaco di Telese Terme funzionario della predetta Autorità di bacino e quindi, di fatto, “dipendente” dell’ing. Giuseppe D’occhio;

in quale modo la presenza di un migliaio di persone tra studenti, insegnanti e personale ATA possa conciliarsi con le numerose antenne di telefonia mobile che tuttora stazionano sul tetto della struttura, e per le quali la proprietà riceve un congruo canone di affitto;

in quale modo le evidenti ed evidenziate carenze strutturali e logistiche (cortile angusto, mal illuminato e sovrastato da un edificio molto alto; marciapiede praticamente inesistente; strada prospiciente notevolmente trafficata e soggetta ad allagamenti; presenza di un Commissariato di Polizia, di un distributore di carburante, di una centrale elettrica Enel e di un’area archeologica) possano essere sanate, garantendo a circa mille persone, la maggior parte delle quali ragazze e ragazzi, le condizioni ideali di sicurezza, vivibilità, e funzionalità;

con quali atti la Provincia abbia provveduto a revocare la delibera adottata il 31 luglio 2006, con la quale si predisponeva il trasferimento temporaneo di alcune aule presso l’ex Istituto industriale di San Salvatore Telesino, mentre contemporaneamente filtrava la voce che quelle stesse aule sarebbero state ricavate nell’ex molino;

quale possa essere stato il ruolo svolto dal commercialista Umberto Fiore, che per molti anni ha rivestito un ruolo importante quale Presidente del Collegio dei revisori della Capasso & Romano spa.