Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00056

Atto n. 2-00056

Pubblicato il 19 settembre 2006
Seduta n. 33

VILLECCO CALIPARI , NIEDDU , MONGIELLO , ANGIUS , ROSSA , SOLIANI , SERAFINI , BASSOLI , MARINO , RANIERI - Ai Ministri degli affari esteri, dell'interno e della difesa. -

Premesso che:

la produzione di oppio in Afghanistan raggiungerà quest'anno circa 6.100 tonnellate, pari al 92% della produzione mondiale, un record assoluto, con un aumento del 49% rispetto al 2005;

stando all’annuale rapporto dell’Onu (Undoc, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine) le superfici coltivate sono salite a 165.000 ettari, con un aumento del 59%, nonostante le decine di milioni di dollari spesi per sradicare la coltura del papavero da oppio;

soltanto 6 delle 34 province del Paese sono state dichiarate completamente prive di piantagioni di papavero, e si trovano principalmente nel nord e nella sola provincia meridionale di Helmand, dove non solo talebani, ma anche organizzazioni di altri trafficanti di droga, compiono continui attacchi contro le forze di sicurezza afghane ed internazionali;

le superfici coltivate sono arrivate a 69.324 ettari, pari al 42% della superficie totale, con un aumento del 162%;

nel 2005, la produzione di oppio in Afghanistan è stata di 4.100 tonnellate per un valore approssimativo di 2,7 miliardi di dollari (circa 2,1 miliardi di euro) e le stime più recenti mostrano che da ogni ettaro coltivato a papavero si estraggono circa 39 chili di oppio;

secondo i dati dell'Onu, la produzione di oppio è in decisivo aumento ed è cresciuta del 64% tra il 2003 e il 2004, mentre gli enti federali antidroga degli Stati Uniti sono convinti che l’incremento sia addirittura del 240%;

considerato che:

alla luce dei dati citati, poiché gli enormi investimenti politici, militari ed economici dei Paesi della coalizione non hanno un impatto visibile sulla "coltura della droga", non sembra azzardato affermare che si assiste al fallimento del programma avviato dal Governo di Kabul con l’appoggio degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, che ha stanziato decine di milioni di dollari per ottenere lo sradicamento delle colture di papavero da oppio;

la coltura dell'oppio in Afghanistan è fuori controllo, l'Afghanistan è sempre più dipendente dalla droga e, quel che è peggio, cresce in questo modo una risorsa economica ed una fonte di finanziamento diretta alle attività del terrorismo, considerando che, nonostante la propaganda ed alcune illusioni occidentali, gli stessi talebani, anche quando erano al potere, hanno sempre tratto dalle coltivazioni d’oppio lauti guadagni;

suona come un paradosso il fatto che il Presidente americano George W. Bush abbia, mesi addietro, accettato di sospendere il progetto di utilizzare aerei per lanciare diserbanti sulle colture di oppio per l’opposizione del Presidente afghano Karzai, che oggi si dichiara “deluso” per l’incremento della produzione,

si chiede di sapere:

quale sia la condotta indicata, sul piano regolamentare e operativo, al contingente italiano di stanza in Afghanistan, costretto ad operare in aree ove è sempre possibile imbattersi, come del resto accade ed è accaduto, in vaste coltivazioni di oppio e milizie irregolari poste a loro difesa;

se, anche in considerazione delle affermazioni del Presidente afghano Karzai, il quale nella Conferenza sullo sviluppo del Paese tenuta a Londra nel febbraio 2006 ha parlato di un processo di sradicazione delle coltivazioni che durerà almeno 10 o 15 anni, i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno concorrere a promuovere la convocazione urgente di una specifica Conferenza internazionale sulla produzione di droga in Afghanistan, allo scopo di rilanciare l'impegno della comunità internazionale ed arrivare, così come richiesto nella mozione sulle missioni militari italiane all’estero 1-00014 approvata dalla Camera dei deputati il 17 luglio 2006, "all’elaborazione di un piano efficace di riconversione delle colture di oppio, anche ai fini di una loro parziale utilizzazione per le terapie del dolore";

se i Ministri in indirizzo non ritengano altresì opportuno dispiegare, ognuno per le rispettive competenze, una decisa azione affinché il Governo afghano mostri più impegno nella lotta alla corruzione e ai narco-trafficanti;

se non si ritenga necessario subordinare la consistenza degli aiuti e gli interventi di cooperazione allo sviluppo ai risultati nella lotta alla produzione di oppio e al narcotraffico, ad esempio premiando le zone del Paese dove non ci sono coltivazioni di droga, al fine di arrivare al risultato di raddoppiare le province ''prive di oppio'' nel 2007 e di fare altrettanto nel 2008;

infine, quali concrete iniziative i Ministri in indirizzo intendano adottare per promuovere nelle sedi internazionali competenti, in special modo nell'ambito delle Nazioni Unite e della Nato, una riflessione sulla strategia fin qui adottata.