Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00053

Atto n. 2-00053

Pubblicato il 1 settembre 2006
Seduta n. 32

COSSIGA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della giustizia. -

Premesso che in una libera democrazia, quale l’interpellante ritiene che sia la Repubblica italiana, anche dopo le ultime elezioni generali che hanno portato legittimamente al governo dello Stato e della società, dopo una cinquantennale “lunga marcia”, in posizione egemonica i movimenti postcomunisti, il diritto di critica d’ogni singolo cittadino, d’ogni associazione, di ogni partito e di ogni movimento nei confronti di qualunque potere e ordine dello Stato, compreso l’ordine giudiziario, è alla base del regime delle libertà, e che in particolare il diritto di critica, che è espressione immediata della sovranità dei cittadini, è una forma irrinunciabile di controllo dell’attività dei pubblici ministeri e dei giudici, i cui poteri non derivano dalla sovranità popolare e, a differenza di Stati in cui peraltro la giustizia è veramente indipendente, non rispondono in alcun modo agli organi espressione della sovranità popolare,

si chiede di sapere se, di fronte all’inaudito comportamento della Corte di Cassazione che, forte della manifesta arrendevolezza rivelata dal Ministro in indirizzo nei confronti della lobby politico-corporativa che domina la magistratura del nostro Paese, vanificandone sempre di più i caratteri propri dello stato di diritto e del principio della “rule of law”, con una sentenza espressione di una violenta ed inaudita prepotenza corporativa, estensore il consigliere Alberto Macchia, il cui nome è bene sia consegnato attraverso gli atti del Senato alle pagine oscure della giustizia italiana, ha dichiarato costituire reato l’attribuzione del carattere “politico”, non dico a sentenze di giudici ma a indagini del pubblico ministero, organo di parte, come se non fossero storia recente le persecuzioni giudiziarie anche nei confronti di membri del Senato della Repubblica italiana, il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro della giustizia non ritengano di dover proporre al Parlamento un disegno di legge sulla tutela del diritto di critica e di riconfigurazione del reato di diffamazione tale da non permettere ulteriori arbitrarie ed inaudite interpretazioni da parte dei giudici in violazione dei principi basilari di un regime costituzionale delle libertà.