Legislatura 13ª - Disegno di legge N. 2114

SENATO DELLA REPUBBLICA

———–     XIII LEGISLATURA    ———–





N. 2114


DISEGNO DI LEGGE




d'iniziativa dei senatori PEDRIZZI, BATTAGLIA, CUSIMANO, PACE, BEVILACQUA, MARRI, MANTICA, PONTONE, BASINI, LAURO, NAPOLI Roberto, BORNACIN, PAGANO, DE CORATO, PALOMBO, PELLICINI, MONTELEONE, MAGNALBÓ, D'ALÍ, BONATESTA, PASTORE, VENTUCCI, RAGNO, SARTORI, COLLINO, PASQUALI, AZZOLLINI, GUBERT, FLORINO, CASTELLANI Carla, MAGLIOCCHETTI, TURINI, DEMASI, CURTO, MACERATINI, BUCCIERO e CARUSO Antonino

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 12 FEBBRAIO 1997

Finanziamento per l'acquisizione della sede distaccata di Latina della Università "La Sapienza" di Roma






ONOREVOLI SENATORI. - Il presente disegno di legge, relativo alla concessione di un finanziamento a favore del Consorzio per l'università pontina, trova la sua ragion d'essere nella necessità di consentire alla sede decentrata dell'università "La Sapienza" di Roma, istituita a Latina da circa un decennio, di proseguire la sua attività didattica, da un canto, consentendo l'ampliamento delle materie di insegnamento, richieste da esigenze considerate imprescindibili, dall'altro, prevenendo l'insorgere di difficoltà che possano mettere a rischio la stessa esistenza del polo universitario.
Fu nel dicembre del 1988 che, per decisione unanime dell'amministrazione provinciale, del comune e della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, si costituí a Latina l'Associazione per l'università pontina che, nel giugno del 1993, con l'entrata in vigore della legge 8 giugno 1990, n. 142, si trasformó in consorzio per l'università pontina, dotato di personalità giuridica, al quale, oltre agli enti promotori, hanno aderito i comuni di Aprilia, Cisterna, Itri, San Felice Circeo e Frosinone.
Due anni dopo la nascita dell'associazione, in seguito divenuta Consorzio, ed il reperimento della sede, previa convenzione stipulata in base alla legge 19 novembre 1990, n. 341, attualmente in fase di rinnovo, l'università "La Sapienza" di Roma diede inizio allo svolgimento di un corso di laurea in economia e commercio quale gemmazione della propria facoltà.
Al corso stesso, autorizzato dall'allora Ministro della pubblica istruzione in conformità al piano di sviluppo del triennio 1986/90, si affiancarono in seguito quelli relativi ad alcuni diplomi universitari che a tutt'oggi, dopo sei anni accademici e l'intervento del piano triennale 1990/93, hanno avuto ed hanno regolare svolgimento e riguardano il rilascio di diplomi in ingegneria dell'ambiente e delle risorse, in biotecnologie agroindustriali, in scienze infermieristiche, in terapisti della riabilitazione, in tecnici di laboratorio medico, in ingegneria informatica e automatica.
Con decreto del Presidente della Repubblica 28 ottobre 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 ottobre 1991, da parte del Ministro competente si é concesso al centro universitario di Latina, sempre come sede decentrata dell'università "La Sapienza" di Roma, il corso di laurea in giurisprudenza, non ancora attivato per difficoltà economiche e burocratiche e soprattutto per la mancanza di una sede.
Ad evitare ripercussioni negative determinabili dall'instaurarsi di una "monocultura" e tenendo conto delle affermate esigenze di modificare i megatenei, compreso quello romano, trasformandoli in università decentrate o autonome, si sono richiesti, per tempo, in aggiunta al corso di laurea in economia e commercio ed ai segnalati diplomi, i corsi di laurea in Scienze politiche, in lingue e letterature straniere, in medicina veterinaria, nonché l'assegnazione del primo biennio di ingegneria ed i corsi per diplomi in economia e amministrazione delle imprese e di consulente del lavoro.
Sulla base dell'esperienza acquisita durante i trascorsi anni di attività si é ipotizzata per Latina una frequenza media annuale di almeno 9 mila studenti, a fronte degli attuali 3 mila, tenuto conto che é in fase di trattativa l'adesione al Consorzio per l'università pontina di altri comuni, quali Formia, Pontinia ed Anzio oltre a quella della regione Lazio.
Con l'annunciato decentramento delle grandi università, il polo universitario di Latina potrà avere un bacino di utenza di circa un milione di abitanti, potendo contare su 400 mila residenti della propria provincia, su 300 mila di quella di Frosinone e su altri 300 mila dei comuni a sud della provincia di Roma.
É da rilevarsi che attualmente sono circa 10 mila gli studenti della provincia di Latina che si vedono costretti a frequentare le università della capitale, o di altre regioni a causa della carenza di corsi avviati dal consorzio per l'università pontina.
Prescindendo da considerazioni, pur importanti, sulle aspettative dei giovani pontini che, nella prosecuzione degli studi, si orientano verso percorsi formativi al passo con le dinamiche del mercato del lavoro e sul fatto che la crescita sociale della comunità pontina richiede diversificazioni in ogni settore compreso quello occupazionale, non é di minore rilievo l'opportunità di tener conto dell'entusiasmo che l'istituzione stessa ha suscitato per il ruolo primario della formazione culturale in un territorio abbastanza vasto e progredito anche industrialmente, nonostante avverta gli attuali sintomi della crisi nazionale.
Da quanto esposto discendono le valutazioni che sul piano economico possono giustificare un intervento dello Stato e del Parlamento:
Gli enti che compongono il consorzio da oltre sei anni sopportano oneri non indifferenti per il funzionamento del polo universitario e ritengono che l'attuale impegno di quasi 2 miliardi e mezzo di lire annue per il pagamento dell'affitto di un immobile che risulta già attualmente inadeguato, non sia proporzionato alla "monocultura" sinora realizzata.
D'altro canto non si puó pensare alla conclusione di un esperimento senza temere il moto di enorme delusione che colpirebbe l'intera popolazione della provincia e dei comuni di quelle limitrofe che hanno aderito o stanno per aderire all'iniziativa. Di estrema gravità sarebbe la caduta di credibilità verso gli organi istituzionali proponenti che, peraltro, hanno in corso piani programmatici di studio e di realizzazione per dotare l'università pontina di una sede degna della sua importanza e del suo sviluppo, dismettendo gli attuali edifici avuti in locazione dall'Inadel.
A tal riguardo non puó tacersi che nella finanziaria del 1996 erano stati assegnati al Ministero dei lavori pubblici (tabella B), a favore della sede universitaria di Latina, 30 miliardi di lire (15 per il 1997 e 15 per il 1998), stanziamento per il quale non fu poi possibile predisporre un apposito disegno di legge a causa dell'improvvisa interruzione della XII legislatura che comportó la soppressione dei finanziamenti in occasione della manovra di aggiustamento del luglio 1996. Un contributo dello Stato a favore del Consorzio dell'università pontina, necessario per razionalizzare ed adeguare la sua attività e soprattutto per l'acquisizione della sede, consentirà, pertanto, il proseguimento della già collaudata collaborazione con l'università "La Sapienza" di Roma, il cui senato accademico si é già espresso favorevolmente per un potenziamento dei rapporti intesi a conservare la gemmazione della facoltà di laurea e dei corsi già concessi e di introdurre le altre discipline già richieste e da concedere con l'urgenza del caso.





DISEGNO DI LEGGE



Art. 1.

1. Alla università degli studi "La Sapienza" di Roma é assegnata la somma di lire 5 miliardi per ciascuno degli anni 1997, 1998 e 1999, finalizzati ad interventi per le opere di edilizia ed in particolare l'acquisizione della sede distaccata di Latina e delle relative strutture.

Art. 2.

1. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo 1 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto al capitolo 9001 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1997, utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.