Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00030

Atto n. 2-00030 (procedura abbreviata)

Pubblicato il 18 luglio 2006
Seduta n. 19

SCHIFANI , VEGAS , AZZOLLINI , CANTONI , FERRARA , COSTA , VENTUCCI , BETTAMIO , BONFRISCO , FIRRARELLO , TADDEI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

in data 11 luglio 2006 alle ore 21,40 è stata pubblicata una nota di agenzia del vice Ministro dell'economia Visco, che conteneva la seguente espressione, tra l'altro ripresa dai giornali del 12 luglio: «Il Governo ha concluso questa sera» - cioè l'11 luglio 2006 - «il processo di acquisizione di informazioni e notizie in relazione al decreto Bersani-Visco», (decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223). «In base alle nuove informazioni raccolte» - concludeva la nota - «si è deciso di apportare alcune modifiche su alcuni aspetti del provvedimento, in particolare nel settore immobiliare»;

ci si domanda quale sia il senso di responsabilità di un Governo che, undici giorni dopo l'emanazione di un decreto-legge, che come noto ha effetti normativi immediati (undici giorni, cioè circa un terzo del tempo concretamente a disposizione del Parlamento per la conversione del decreto), ne valuta le conseguenze economico-finanziarie, assume informazioni e si riserva, inoltre, di presentare delle modifiche;

non è mai accaduto che un atto legislativo contenesse una quantificazione così macroscopicamente distante dalla reale portata della norma, tanto che, nel caso di specie, essa risulterebbe pari a un decimo della portata effettiva, come dimostra il fatto che gli effetti della sola normativa relativa alle modifiche del regime IVA per gli immobili e alla retrodatazione di tali norme comportano un esborso a carico del contribuente dell'ordine di 30 miliardi di euro: una vera e propria manovra macroeconomica;

secondo quanto affermato dai rappresentanti di Confindustria, gli effetti di questo decreto sul valore complessivo degli immobili aziendali, pari a circa 900 miliardi di euro, sarebbero calcolabili nell'ordine del 10 per cento di deprezzamento. Ne deriva che con un solo tratto di penna del Governo sarebbero stati determinati conseguenze sui risparmiatori - i portatori di titoli immobiliari sono circa 500.000 nel Paese - non paragonabili ma molto superiori ai crac Parmalat e Cirio;

tali effetti risulterebbero quindi essere devastanti sui mercati e sulla credibilità internazionale del Paese;

la Borsa è stata interessata da movimenti speculativi di vasta portata, con significativi ribassi dei titoli coinvolti, nei giorni immediatamente successivi all'emanazione del decreto-legge n. 223/2006, tanto che secondo gli operatori del settore in una sola settimana si sono persi 1,4 miliardi di capitalizzazione delle società immobiliari e che, dopo il preannuncio di modifiche al decreto-legge, i medesimi corsi azionari sono risaliti, tanto che ci si chiede se aver emanato un decreto di questo genere, per poi procedere a modificarlo, non configuri una vera e propria ipotesi di reato di aggiotaggio,

si chiede di conoscere:

quali siano stati gli effetti economici, sui mercati e sui risparmiatori di quanto sopra descritto;

se l'emanazione del decreto-legge e il successivo preannuncio di modifiche non vadano a configurare l'ipotesi di aggiotaggio;

in che senso si intenda modificare la normativa in questione;

come si intendano risarcire i risparmiatori che sono stati travolti dall'andamento dei corsi azionari influenzati dalle conseguenze del decreto-legge;

se, dopo quanto accaduto, permanga il rapporto fiduciario tra il Governo e il responsabile della parte fiscale del decreto-legge.