Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00253

Atto n. 4-00253

Pubblicato il 10 luglio 2006
Seduta n. 14

LIOTTA - Al Ministro dei beni e delle attività culturali. -

Premesso che:

sul colle di Santa Sofia, odierno quartiere di Cibali, vi furono i primi insediamenti di Sicani e successivamente di Siculi, perché la zona era attraversata da un grande corso d’acqua, il Lòngane, che sfociava nel mare di Ognina; le sue acque furono poi utilizzate dai romani per gli usi civili della città di Katane, odierna Catania;

tale fiume fu coperto dalla lava nell’eruzione del 1381, ma continuò a scorrere nel sottosuolo, tanto che nel 1625 i monaci benedettini realizzarono nel cuore della città un acquedotto, detto di Cifali, in parte sotterraneo e in parte sopraelevato, che alimentava il lavatoio del quartiere di Cifali e serviva il monastero e buona parte della città;

il 1° giugno 2004 il Comune di Catania rilasciò una concessione edilizia alla ditta CIV per la realizzazione di un edificio in viale Fratelli Vivaldi a Catania, senza aver chiesto il dovuto parere al Genio Civile ed alla Sovrintendenza ai beni culturali;

il 10 novembre 2004 la ditta CIV iniziò i lavori e la Sovrintendenza ai beni culturali ne ordinò l’immediata sospensione, con successivo provvedimento di vincolo. L’area venne, infatti, sottoposta a vincolo, anche perché comprendeva un’antica noria risalente all’età della dominazione araba intorno all’anno 1.000. La noria era un meccanismo composito, costituito da un sistema di gallerie e pozzi che serviva a portare l’acqua in superficie e ne permetteva l’utilizzo per fini irrigui e civili, ed è riconosciuta opera di ingegno e di grande interesse idrico ed etnoantropologico;

la ditta CIV proseguì i lavori per qualche giorno, demolendo parte delle antiche preesistenze e colmando i pozzi con materiale di sbancamento, tanto che in caso di pioggia il fiume puntualmente tracima dal canale sotterraneo nella vicina via S. Sofia;

il Comune di Catania si è limitato ad una semplice sospensione della concessione edilizia rilasciata, non riconoscendo quindi il carattere ostativo del vincolo imposto dalla Sovrintendenza ai beni culturali;

contro il vincolo imposto dalla Sovrintendenza ai beni culturali, la ditta CIV ha opposto un ricorso al TAR (Tribunale amministrativo regionale);

il Comune di Catania ha assunto un atteggiamento del tutto neutrale e, a giudizio dell’interrogante, in accordo oggettivo con la ditta CIV, in una vicenda emblematica per le sorti del futuro urbanistico della città di Catania,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno aprire una indagine ministeriale allo scopo di verificare:

il rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dei beni culturali ed ambientali, con riferimento specifico ai corsi d’acqua;

il rispetto, da parte del Comune di Catania, del ruolo che la legge assegna agli enti locali in materia di tutela dei beni pubblici.