Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00185

Atto n. 4-00185

Pubblicato il 27 giugno 2006
Seduta n. 9

CICCANTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e dello sviluppo economico. -

Premesso:

che, con “parere motivato complementare” del 14 dicembre 2004 N.C. (2003) 5023, la Commissione europea contestava, allo Stato italiano, le difformità del decreto legislativo n. 209 del 24 giugno 2003, rispetto alle disposizioni della Direttiva 2000/53/CE, assegnando allo stesso due mesi di tempo per conformarsi a tutti i rilievi fatti;

che, per effetto e come conseguenza di detta imperfetta stesura del decreto legislativo n. 209, il 12 maggio 2005 è stato possibile siglare il Protocollo d’intesa tra Anfia, Ferdeaicpa, Unrae e Fise/Unire con il quale si è, di fatto, trasferita la responsabilità economica del fine-vita dei veicoli dai produttori, come sancisce la Direttiva, ai demolitori firmatari;

che tale enorme onere non ha reso possibile ai demolitori associati all’ADA di aderire all’intesa per le condizioni previste nei prossimi anni, in concomitanza della necessità di raggiungere obbiettivi di recupero molto più consistenti (85%), come prevede il decreto stesso;

che tale circostanza determina una forte discriminazione nei confronti delle piccole e medie imprese che, a detta del Governo italiano, avrebbero dovuto essere protagoniste, ed addirittura incentivate, mentre, invece, in questo modo, vengono escluse;

in funzione di ragionevoli cambiamenti del mercato del rottame, principale fonte di sostegno economico delle imprese di demolizione, attualmente condizionato negativamente dall’ingresso della domanda proveniente da grossi Paesi in via di sviluppo (in particolare dalla Cina) e dalla sempre minore possibilità di recuperare ricambi usati, in funzione dell’aggiornamento del parco veicoli circolante, e della sempre più sofisticata norma di riferimento, si chiede di conoscere:

le ragioni per le quali il Governo italiano abbia ritenuto di recepire parzialmente, in particolare rispetto alla responsabilità economica del fine-vita dei veicoli, la Direttiva europea 2000/53/CE, favorendo, indebitamente, la categoria dei produttori di autoveicoli, a danno dei demolitori;

perché, ad oggi, malgrado la contestazione da parte della Commissione europea del 14 dicembre 2004, il Governo italiano non abbia ancora provveduto ad adempiere alla rettifica del decreto 209/2003.