Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00027

Atto n. 4-00027

Pubblicato il 31 maggio 2006
Seduta n. 7

BULGARELLI , DONATI - Al Ministro della difesa. -

Risulta all’interrogante:

il settore civile dell’aeroporto “Tommaso Dal Molin” di Vicenza sarebbe in procinto di passare sotto il controllo delle forze armate statunitensi, che intenderebbero concentrare a Vicenza nuovi contingenti in arrivo da altri paesi; secondo quanto riportato da numerosi organi di stampa, a tal fine gli Usa prenderebbero in gestione per un numero imprecisato di anni buona parte dell’area civile dell’aeroporto, all’interno della quale dovrebbero essere costruiti alloggi per 2.000 militari o, in alternativa, un magazzino per lo stoccaggio di materiali;

nei giorni scorsi, il portavoce dell’Ambasciata americana a Roma, Ben Duffy, ha confermato che l’Italia avrebbe dato l’assenso a rendere disponibili parti dell’aeroporto del capoluogo berico perché vengano utilizzate da personale statunitense e il generale B. B. Bell, Comandante in carica dell’United States Army Europa, ha affermato che le trattative, in corso ormai da oltre due anni, sarebbero giunte in procinto di un accordo; a tal proposito, il colonnello Jerry O’Hara, dell’ufficio pubblici affari della Setaf (Southern European task force), avrebbe anche fornito una stima approssimativa degli stanziamenti necessari a costruire il nuovo complesso militare e le strutture complementari (abitazioni e uffici), pari a circa 800 milioni di dollari;

da parte sua, l’Assessore al bilancio e all’urbanistica del Comune di Vicenza, Marco Zocca, ha chiarito che il progetto di insediamento di truppe militari presso l’aeroporto Dal Molin verrà gestito dal Ministero della difesa italiano, essendo l’area interessata di proprietà demaniale; tuttavia, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, il Governo Usa corrisponderebbe una cifra di circa 40 milioni di euro al Comune di Vicenza, che dovrebbe essere utilizzata per opere di viabilità, in particolare per il prolungamento di via Moro, in modo da collegare funzionalmente il “Dal Molin” alla caserma Ederle;

inoltre, sarebbe in progetto l’inversione delle due aeree, una civile, l’altra militare, dell’aeroporto, in modo da agevolare il piano di ricongiunzione funzionale tra l’area del Dal Molin sotto il controllo americano e la caserma Ederle;

si evince dunque che il territorio sarebbe profondamente sconvolto da tale progetto, con conseguente collasso della viabilità sia per tutto il tempo dei lavori che, successivamente, per l’intenso traffico militare che verosimilmente dovrebbe riversarsi nell’area;

non è chiaro, inoltre, che tipo di materiali andrebbero stoccati se prevalesse il progetto di costruzione di magazzini nell’ex area civile dell’aeroporto;

oltre a ciò, se le trattative tra il Governo italiano e quello americano andassero in porto, potrebbe essere a rischio una vasta area – pari a circa 30.000 metri quadri - anch’essa di proprietà demaniale, e situata all’interno dell’aeroporto Dal Molin in prossimità del fiume Bacchiglione e al confine con il comune di Caldogno, ospitante da oltre trent’anni campi da rugby e strutture per il pubblico,

si chiede di sapere:

se risponda al vero quanto riportato dagli organi di stampa circa il progetto di riconversione che interesserebbe l’aeroporto Dal Molin, oggetto di un’interrogazione presentata da alcuni consiglieri comunali e di un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero della difesa a firma dell’interrogante in data 8 febbraio 2006, rimasta senza risposta;

se il Ministro in indirizzo non ritenga che il territorio, nel caso in cui andassero a buon fine le negoziazioni per la concessione agli Usa di buona parte della sezione civile dell’aeroporto Dal Molin, subirebbe un ulteriore inaccettabile militarizzazione, sopportando peraltro il grave pregiudizio per i lavori di ristrutturazione della zona, comportanti inevitabilmente forti disagi per la popolazione civile;

se risponda al vero che nell’ambito di tale progetto sarebbe prevista la costruzione di nuovi magazzini e, in tal caso, di quale natura sarebbero i materiali eventualmente da stoccare nelle nuove costruzioni e se essi possano costituire un pericolo per la cittadinanza.