Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-10172
Azioni disponibili
Atto n. 4-10172
Pubblicato il 9 febbraio 2006
Seduta n. 957
IOVENE , TONINI , MARTONE , MALABARBA , SODANO Tommaso , BRUNALE , RIPAMONTI , CARELLA , CREMA , BUDIN , VITALI , FLAMMIA , COVIELLO , DALLA CHIESA , DI SIENA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e dell'economia e delle finanze. -
Premesso:
che in questi anni vi è stata una costante riduzione dei fondi governativi da destinare all'aiuto pubblico allo sviluppo che hanno portato il nostro Paese all'ultimo posto, in termini percentuali rispetto al PIL, nella classifica dei donatori internazionali (Paesi OCSE);
che, con i tagli nell'ultima finanziaria, il nostro Paese destina per il 2006 lo 0,1 % del PIL per gli aiuti allo sviluppo;
che la costante riduzione dei fondi governativi si associa ad un impoverimento dei contenuti e dei programmi della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (DGCS);
che questo ha comportato la diminuzione degli esperti di cooperazione, oggi ridotti a meno della metà di quanto previsto dalla legge 49/97; l'assenza di strategie necessarie ad ottimizzare le risorse finanziarie disponibili e destinarle alle reali priorità dei Paesi beneficiari; il progressivo affidamento di compiti, che la legge attribuisce a figure interne assunte per concorso, a personale e/o istituti esterni con conseguente aumento dei costi; l'assenza infine di attività di monitoraggio e valutazione delle iniziative, solo per fare alcuni esempi;
che la programmazione delle iniziative da realizzare non viene più presentata al Comitato direzionale (organo decisionale collegiale previsto dalla legge) mentre il Nucleo di Valutazione Tecnica (organo consultivo e di garanzia) è stato pressoché svuotato della sua funzione istituzionale e le sue funzioni sono state di fatto assunte dal Direttore generale o dal Sottosegretario delegato;
che l'8 ottobre 2004 il Comitato direzionale del Ministero degli affari esteri ha approvato la partecipazione dell'Italia alla costruzione di una centrale idroelettrica in Etiopia a Gilgel Gibe;
che tale progetto prevede la partecipazione al finanziamento del sistema idroelettrico di Gilgel Gibe II, del valore complessivo di 422 milioni di euro circa, mediante la concessione di un credito di aiuto di 220 milioni di euro e di un dono di 505.000 euro;
che il credito italiano dovrebbe aggiungersi alle disponibilità finanziarie etiopiche (113 milioni di euro circa), ad un finanziamento della BEI (Banca Europea Investimenti) e che il finanziamento a dono italiano consentirebbe la copertura di attività di monitoraggio e di valutazione operate dalla DGCS in gestione diretta;
che la progettazione e la realizzazione delle opere relative alla captazione delle acque, trasporto e produzione di energia è stata affidata dagli etiopici alla Salini Costruzioni S.p.A. a trattativa diretta mentre l'organismo esecutore è la Ethiopian Electric and Power Corporation (Eepco);
che i lavori sono iniziati e la Salini Costruzioni S.p.A. ha subappaltato parte dei lavori alla società SELI, che nel marzo 2005 ha avviato lo scavo della galleria idroelettrica;
considerato:
che quanto stanziato per la costruzione della centrale idroelettrica a Gilgel Gibe è tra le somme più elevate mai stanziate per una sola opera (solo per fare un esempio il totale dei crediti di aiuto impegnati dall'Italia nel 2003 in tutto il mondo era inferiore ai 180 milioni di euro) e con una procedura quanto meno dubbia in quanto nella stessa sede è stato indicato l'ente esecutore, l'Eepco, e la ditta realizzatrice, la Salini Costruzioni S.p.A.;
che l'affidamento da parte del Governo etiope dei lavori alla Salini Costruzioni è avvenuto a trattativa diretta, e quindi senza nessun tipo di gara, in quanto beneficiaria di una deroga in ragione dell'urgenza del progetto;
che l'Italia ha sottoscritto una raccomandazione dell'Ocse, divenuta operativa dall'11 gennaio 2002, nella quale si raccomandava di tenere separati i prestiti erogati ai Paesi poveri dal fatto che il lavoro venisse realizzato da una società dello stesso Paese donatore;
che tre giornali etiopici (tra cui "The Etiopian Herald”) il 12 maggio 2004, quindi ben prima della decisione italiana di partecipare al progetto, hanno riportato la notizia della firma di un accordo ufficiale tra la Eepco e la Salini Costruzioni per la realizzazione della centrale Gilgel Gibe II, riportando addirittura le cifre;
che nel verbale della riunione del Comitato direzionale del Ministero degli affari esteri dell'8 ottobre 2004 si raccomandava per l'erogazione del prestito che la Banca Europea contribuisse per la quota rimanente di budget del progetto e che si concludesse il processo di valutazione dell'impatto ambientale il cui studio era ancora al vaglio delle autorità etiopiche;
che nel dicembre 2005 le informazioni richieste nell'ottobre 2004 sono state portate al Comitato direzionale;
che la Salini Costruzioni ha una lunga storia in Etiopia che risale agli anni '80, quando l'allora Fai, Fondo aiuti italiani, stanziò alla Salini 450 miliardi di vecchie lire per il progetto Tana Beles, nel nord dell'Etiopia, per la bonifica della valle del Beles, di cui oggi non vi è quasi nessuna struttura funzionante;
che quel progetto si rivelò uno spreco enorme di risorse dovuto ad una certa impostazione della cooperazione italiana di allora e sul quale la Salini, dopo aver intentato una causa su quel progetto e su quelli in Somalia, ottenne nel 1998 un risarcimento di 32 miliardi di lire;
che l'Etiopia è uno dei paesi più poveri del mondo, con uno dei più bassi indici di sviluppo umano, classificato Hipc dalla Banca Mondiale, cioè tra quei paesi che hanno avuto il diritto all'annullamento del debito;
che l'Italia sta portando a termine la procedura di azzeramento del debito bilaterale con l'Etiopia e che il Fondo Monetario Internazionale indica quel paese africano come fortemente a rischio per la restituzione dei debiti,
si chiede di sapere:
se il progetto in questione abbia avuto la necessaria valutazione;
se si siano considerati, nella valutazione del progetto, gli elementi fortemente critici espressi dal nucleo di valutazione nel novembre 2005 e perché dopo tali osservazioni i componenti siano stati sostituiti;
se risulti per quale motivo l'impianto idroelettrico in questione sia stato inserito nel Piano Nazionale di Sviluppo Energetico dal Governo etiope solo nel 2004;
essendo l'affidamento dei lavori alla società Salini Costruzioni avvenuto a trattativa diretta e quindi senza nessun tipo di gara, in quanto beneficiaria di una deroga in ragione dell'urgenza del progetto, che tipo di documentazione sia stata presentata alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e come sia stata motivata tale scelta dal Governo etiope per convincere la DGCS ad accettare senza riserve tale procedura nell'assegnazione di un progetto che non è di emergenza.