Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00808
Azioni disponibili
Atto n. 2-00808
Pubblicato il 7 dicembre 2005
Seduta n. 918
MACONI , TURCI , CHIUSOLI , BARATELLA , GARRAFFA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri delle attività produttive e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
l’ENI, dopo le notizie allarmanti degli ultimi mesi sulle vicende contrattuali relative all’importazione di gas dalla Russia, che hanno dato luogo a diverse interrogazioni parlamentari, sta ridefinendo la propria posizione nell’approvvigionamento di gas, dando segnali di una nuova e più proficua strategia industriale, che vede comunque la società Gazprom come partner industriale privilegiato. In questo contesto ha avviato una trattativa con la società Gazprom che prevede nuove joint venture nel settore delle infrastrutture per il trasporto del gas, nella commercializzazione dello stesso e nell’utilizzazione del gas per la generazione elettrica;
in una fase di grandi cambiamenti nel settore dell’energia, dove gli accordi internazionali per l’approvvigionamento di risorse energetiche coinvolgono gran parte dei paesi industrializzati, l’Italia ha avviato intensi rapporti di collaborazione con la Turchia, che si avvia a diventare la porta ad oriente dell’Europa per l’approvvigionamento di energia, con l’obiettivo di assumere il ruolo di vero e proprio hub del gas naturale, con capacità autonome di stoccaggio e vendita, e non di un semplice terminale o punto di transito della materia prima;
in questo contesto l’Italia ha stipulato un accordo con la Grecia per la realizzazione del collegamento metanifero denominato IGI (Interconnector Grecia Italia), che proseguirà sino alla Turchia. Ciascun Paese partecipa all’accordo con un proprio partner industriale che per l’Italia sarà la società Edison, per la Grecia la società DEPA e per la Turchia è previsto il futuro coinvolgimento della Botas, società di Stato turca del settore gas;
questi accordi, tuttavia, non sono supportati a monte da un disegno strategico di politica energetica nazionale e non se ne conoscono le ricadute in termini economici, finanziari, di competitività e di sicurezza degli approvvigionamenti. L’assenza di notizie certe e il susseguirsi di accordi non espliciti nel settore dell’approvvigionamento delle risorse energetiche fanno sorgere dubbi sulla sussistenza di accordi impliciti che, come dimostra la vicenda ENI – Gazprom, rinviano ad accordi industriali non pubblici e non pubblicizzabili, che tendono alla spartizione del mercato tra singole imprese e singoli operatori, a danno della concorrenza ed in definitiva dell’interesse pubblico e dei cittadini del nostro paese, su cui graveranno inevitabilmente, nel prossimo futuro, i maggiori costi di tali operazioni;
un disegno di politica energetica nazionale dovrebbe costituire la cornice per lo sviluppo di accordi di collaborazione industriale, a livello nazionale ed internazionale, e che a tal fine è richiesta una visione ampia e consapevole dei molteplici fattori che determinano l’evoluzione del settore dell’energia, le cui caratteristiche dipendono dalla storia, dalla geografia, dall’orografia, dalla geologia e dal modello economico ed industriale del Paese al quale tale politica si rivolge;
in Italia il riassetto industriale ed organizzativo del settore dell’energia, derivante dal processo di liberalizzazione e privatizzazione avviato nel 1999, si va completando, e nuovi soggetti industriali sono emersi, come nel caso di Terna Spa, o stanno per emergere, come nel caso di Snam Rete Gas e Stogit. Per effetto di tali processi di liberalizzazione si va ridisegnando anche l’assetto industriale nel settore del trasporto dell’energia, nel quale si stanno aprendo nuovi spazi d’impresa e creando le condizioni per l’evoluzione verso nuovi equilibri industriali e prospettive di mercato;
le imprese italiane del settore dell’energia, ed in particolare del trasporto dell’energia, per perseguire posizioni di leadership a livello europeo ed aggredire nuovi mercati, devono poter contare su un quadro di riferimento di politica energetica ed industriale nel proprio Paese stabile ed in grado di creare i presupposti per l’assunzione di impegni industriali di lungo periodo, ad alta intensità di capitale e ad elevato contenuto tecnologico, in grado di trainare lo sviluppo di tutte le piccole e medie imprese che ruotano intorno al settore dell’energia, già gravemente sacrificate dall’uscita non governata dalla precedente situazione di monopolio;
la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto dell’energia rappresenta uno dei fattori fondamentali per lo sviluppo competitivo del nostro paese e che a tal fine è necessaria una diretta partecipazione del Governo alla elaborazione ed alla gestione di trasparenti strategie industriali,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga opportuno informare il Parlamento in merito alla base negoziale della trattativa in corso tra l’ENI e la società russa Gazprom, con particolare riguardo alla realizzazione del nuovo gasdotto tra Russia e Turchia, all’associazione di Gazprom nell’azionariato di Enipower, alla definizione degli accordi commerciali relativi a Promgas e all’ampiamento delle capacità di trasporto del TAG;
se si ritenga strategico considerare la società Edison il partner italiano del progetto IGI, alla luce della nuova configurazione societaria di Edison che vede EDF in posizione dominante, e se ciò non significhi, di fatto, assegnare ruoli di valenza strategica per il nostro Paese ad operatori esteri;
se non si ritenga opportuno predisporre iniziative per la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto dell’energia in un quadro di politica energetica chiaro, condiviso e stabile nel tempo, in modo tale da favorire i rilevanti investimenti connessi alla realizzazione delle opere infrastrutturali;
se non si ritenga che la mancanza di chiarezza nella politica energetica nazionale e nelle trattative avviate per l’approvvigionamento delle risorse energetiche non può che condurre inevitabilmente ad accordi, anche internazionali, che favoriscono solo la speculazione e gli interessi privati, a volte addirittura personali, a scapito delle imprese e dei consumatori italiani;
se non si avverta che la frammentarietà dell’azione politica del Governo in materia di energia sta favorendo gli operatori esteri a danno di quelli italiani e che tale situazione non ci potrà consentire di acquisire alcun ruolo a livello di politica energetica europea;
se non si sia almeno valutata l’opportunità di costituire un Consorzio di imprese italiane per la partecipazione alla realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto dell’energia, in Italia ed all’estero, in grado di sfruttare tutte le sinergie industriali presenti nel Paese, così favorendo la competitività e la crescita delle nostre imprese a livello internazionale, dove si giocano le partite più rilevanti per le sorti energetiche dell’Europa e del nostro Paese in particolare.