Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09710
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Atto n. 4-09710
Pubblicato il 22 novembre 2005
Seduta n. 903
FLORINO - Ai Ministri dell'ambiente e per la tutela del territorio e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso:
che il Consorzio Sviluppo Tecnologie Ambientali S.T.A. risulta essere un consorzio costituito da aziende accreditate operanti nel settore ambientale e per la gestione ed il coordinamento delle attività connesse ai settori ambiente e sanità, e nasce con la finalità funzionale di procedere alla stabilizzazione di lavoratori socialmente utili (LSU);
che nel corso del 2001 la S.T.A., in previsione della scadenza della legge relativa alla stabilizzazione di detti LSU, è venuta a conoscenza che il Commissariato rifiuti, bonifica e tutela delle acque ipotizzava la creazione di un call center con l’utilizzo degli LSU; con nota del 3/12/2001 “dichiarava la propria disponibilità immediata alla assunzione dei lavoratori socialmente utili.”;
che con tale nota il Consorzio prevedeva la stabilizzazione occupazionale di 34 LSU, utili al fine di realizzare un call center;
che il Consorzio, per tale motivo chiedeva la possibilità di presentare con immediatezza il proprio progetto per la creazione del call center ambientale in grado di erogare informazioni e servizi on-line agli enti ed ai cittadini provvedendo alla assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori socialmente utili;
che, in sostanza, il Consorzio STA con la nota dichiarava unicamente la sua disponibilità ad elaborare un progetto di call center, genericamente in materia ambientale, qualora i destinatari della nota (Commissario per l’emergenza rifiuti, bonifica e tutela delle acque, il Presidente della Regione Campania, le ASL, l’ARPAC, l’Assessore regionale alla cultura e l’Assessore regionale all’ambiente) lo ritenessero opportuno;
che, dopo pochissimi giorni, il Commissario delegato on. Bassolino, con ordinanza n. 601/2001, surrogando la competenza in materia ambientale dei comuni, delle province, delle ASL, dell’ARPAC e della Regione e, comunque, facendo assurgere alla dignità di progetto una mera proposta di disponibilità espressa dal Consorzio STA, con la citata nota del 3/12/2001 disponeva l’approvazione del progetto denominato “Call Center ambientale, SOSA, S.O.S. ambiente”, Sviluppo tecnologie ambientali, con sede in Napoli al Centro Direzionale, isole E/2. Il Consorzio avrebbe provveduto alla realizzazione delle strutture previste, la cui proprietà sarebbe stata poi acquisita al patrimonio dello Stato e ne avrebbe curato, per il periodo stabilito dal decreto legislativo 468/1997, modificato ed integrato, la gestione, ivi compresa, al fine di evitare duplicità di intervento, quella relativa alla realizzanda struttura di cui al progetto cosiddetto S.I.R.E.N.E.T.T.A.;
che successivamente il Consorzio, ovvero la società consortile “mista” da costituire, avrebbe provveduto, nei modi di legge, alla assunzione, formazione ed aggiornamento professionale, nel corso delle varie fasi di realizzazione ed attivazione delle strutture programmate, di almeno 100 L.S.U.; tali “fasi”, è inteso, sono da completare, comunque, entro e non oltre il 31.06.2002 (attivazione gestione servizio S.I.R.E.N.E.T.T.A.);
l’impegno finanziario assunto dal Commissario delegato, sino al 31.12.2002, ammontava ad euro 3.098.741,39 (lire 6.000.000.000);
che non è dato sapere se tale onere sia stato fatto gravare sui fondi nazionali, sui fondi regionali ovvero sui rimborsi della FIBE;
che nel febbraio 2002 il Commissariato di Governo ai rifiuti, bonifica e tutela delle acque, nella persona del Commissario delegato on. Antonio Bassolino, ed il Consorzio Sviluppo Tecnologie Ambientali - S.T.A., nella persona del suo presidente ing. Corrado Ciaravetta, costituiscono la “P.A.N.” - Protezione Ambiente e Natura S.p.A;
che la società nasceva “per dare un forte e chiaro impulso all’attuazione della normativa sull’informazione ambientale e che deriva dall’obbligo per le autorità pubbliche di recepire le direttive e le norme per rendere veloce l’accesso e la diffusione delle informazioni ambientali tramite reti di telecomunicazione informatica o mezzi elettronici”. Nell’ambito dei principi di economizzare la nuova società PAN nasceva con Consiglio di amministrazione composto da ben undici membri, di cui sei nominati dal Commissario di Governo, cioè Antonio Bassolino. Amministratore delegato veniva nominato Massimo Palmieri;
che la parte pubblica, cioè il Commissariato di Governo ai rifiuti, bonifica e tutela delle acque, sottoscrive il 51% del capitale pari ad euro 255.000,00 (circa 494 milioni delle vecchie lire), mentre la parte privata il restante 49%;
che successivamente, causa anche la prossima chiusura della gestione commissariale, il Commissario delegato, sul presupposto che corre l’obbligo di individuare l’ente pubblico preposto, in regime “ordinario”, titolare della attività istituzionale del Servizio di informazione ambientale (che, giusto ordinamento del Paese, è la Giunta regionale della Campania), dispone la cessione gratuita del 25% del capitale della PAN alla Regione;
che al termine di vicende che hanno visto gli enti “ordinari” rifiutare le quote, cedute a titolo gratuito dal Commissario, la PAN era costituita, per parte pubblica, da Regione Campania (25%), Arpac (10%), Provincia di Napoli (2,6%), Commissariato rifiuti (13,4%) ed il rimanente 49% delle quote societarie possedute dal consorzio privato di imprese STA (Sviluppo Tecnologie Ambientali), formato dalla Cassa di Risparmio di Ferrara e dall’Università di Ferrara e che nasce su progetti di stabilizzazione di LSU. A tale data la PAN occupava 46 persone, di cui 32 LSU;
che, inoltre, l’Arpac, Agenzia regionale protezione ambientale Campania, perché tutti i cittadini della Campania (e naturalmente istituzioni, enti, imprese, associazioni) potessero ricevere informazioni dettagliate sull’attività dell’Arpac stessa e sulle problematiche ambientali, sia di carattere generale che di particolare e specifico interesse personale, previde l’istituzione di un call center denominato “Informambiente”. Il call center sarebbe stato progettato e gestito dalla PAN Spa, che avrebbe occupato 200 unità, di cui 172 LSU stabilizzati (140 provenienti dal bacino individuato dalla Provincia di Napoli e 32 dal bacino individuato dalla Regione, essenzialmente dai comuni dell’hinterland napoletano);
che l’Amministratore delegato della PAN Spa, Massimo Palmieri, affida la progettazione del Call Center alla CID Software Studio srl di Massimo Palmieri;
che la CID Software Studio risulta avere sede in via Caravaglio 63 e, guarda caso, la PAN ha sede in via Caravaglio 63;
che, successivamente, addirittura la CID Software Studi di Massimo Palmieri diventa socio del Consorzio Sviluppo Tecnologie Ambientali STA e quindi della PAN Spa;
che l’amministratore delegato Massimo Palmieri ha dovuto rimettere il mandato a causa della disastrata situazione economica della società PAN Spa, che grava sul bilancio dell’intera collettività regionale, che da un lato vede la Giunta Bassolino aumentare Irpef, Irap e tasse automobilistiche e dall’altro consente sperperi attraverso le società miste;
che la CID Software Studio srl di Massimo Palmieri ha monopolizzato la gestione dell’informatica in Campania, gestendo CED e progettazione dei seguenti Enti: Regione Campania, Consiglio Regionale della Campania, Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti, bonifiche, tutela delle acque, Commissariato emergenza idrogeologica, Autorità di Bacino Destra Sele, Autorità di Bacino Sarno, Autorità di Bacino Sinistra Sele, Azienda Ospedaliera Santobono, ASL NA 1, ASL NA 2, ASL NA 3, ASL NA 4, A.R. SAN. (Azienda Regionale Sanitaria), Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo della Campania ed A.R.P.A.C. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania),
si chiede di conoscere:
se non si ritenga fallimentare l’esperienza della PAN S.p.A., anche atteso che il sito ufficiale della società è fermo al 2003;
quali siano stati i reali motivi della costituzione della società PAN;
quali siano le modalità in base alle quali le quote azionarie della società PAN sono state, ad oggi, ripartite;
se l’ARPAC abbia accolto, e in quale quantitativo, le quote azionarie;
quanti prestatori d’opera risultino in forza alla Società PAN non rientranti nelle liste LSU e/o comandati presso altri Enti;
se non si ritenga doveroso rendere pubblici i bilanci della PAN S.p.A. e di tutte le società miste operanti nell’ambito regionale che, per quanto è dato sapere, pesano notevolmente sul bilancio regionale, ed i cui risultati non sono corrispondenti alle finalità previste;
se corrisponda al vero che la PAN S.p.A. dispone di un parco di auto che girano per la città esclusivamente per portare a spasso consiglieri di amministrazione e dirigenti;
se corrisponda al vero che dal 1°.07.2003 al 30.06.2004 sono stati spesi, per consulenze e collaborazioni varie, euro 480.000,00 e che altri euro 550.174,21 sono stati spesi per gettoni al Consiglio di amministrazione, al Collegio sindacale e per la vigilanza non si sa di che cosa;
se corrisponda al vero che la PAN S.p.A ha chiuso il bilancio 2003 con euro 1.500.000,00 di passivo, tanto da ricorrere alla ricapitalizzazione del capitale con apposito intervento finanziario della Regione Campania;
se corrisponda al vero che la necessità di tale ricapitalizzazione, avvenuta a novembre 2004, sia servita in particolare per colmare debiti fuori bilancio e per continuare a corrispondere dal 1°.07.2004 euro 40.000,00 al mese per collaborazioni varie ed altri euro 46.604,02 mensili per spese generali;
quali siano i motivi che furono alla base del diniego, da parte dell’Assessore Regionale all’Ambiente, ad accettare le quote azionarie;
quale sia la reale ed attuale situazione finanziaria della società PAN;
attraverso quali strumenti di aggiudicazione (gara, licitazione privata, trattativa privata, ecc.) gli enti indicati in premessa, guarda caso la quasi totalità delle grandi amministrazioni pubbliche locali della Campania, abbiano affidato la gestione e/o la progettazione dei sistemi informatici, CED, call center o reti alla CID Software Studio srl di Massimo Palmieri;
quali siano “le straordinarie capacità” o le “protezioni” che ha la CID Software Studio srl per avere così, di fatto, il monopolio delle attività informatiche del Consiglio Regionale, dalla Giunta Regionale e dei grandi enti da essa dipendenti.