Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09680
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Atto n. 4-09680
Pubblicato il 16 novembre 2005
Seduta n. 899
FORMISANO , DONADI - Al Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio. -
Premesso che:
nel comune di Faeto (Foggia), considerato il più alto comune della Puglia con i suoi 866 metri sul livello del mare, l'Amministrazione locale ha deliberato, nel 2000, di costruire un parco eolico;
il suddetto parco è stato dislocato in luoghi che rientrano, o che sono limitrofi a, zone boschive di primaria importanza, a zone catalogate come SIC e PUTT, zone che sono state incluse nell'area del Parco dei Monti Dauni Meridionali, senza considerare che il 90% del territorio in questione è sottoposto ai vincoli dell'Autorità di Bacino della Puglia e di quella del Liri-Garigliano;
l'Amministrazione comunale, la stessa che poi è stata riconfermata alle elezioni del 2005, non ha mai indetto una assemblea popolare, così come previsto dallo Statuto comunale ex artt. 32 e 36-37, per spiegare alla gente, un paese di appena 800 abitanti, il perché di tale iniziativa e soprattutto gli eventuali benefici, economici e lavorativi, che potevano derivare da essa;
ad oggi nella zona in questione sono state dislocate 42 pale eoliche, installate secondo i cittadini senza tener conto delle Linee Guida emanate dalla Regione Puglia nel 2004 per ciò che concerne, ad esempio, le distanze ed il rispetto dell'avifauna e dell'ecosistema in genere;
l'entrata economica che attualmente il comune di Faeto ottiene per le 42 pale eoliche è di circa 150.000 euro annuali, una cifra che non risolleva il bilancio comunale né ripaga, in investimenti per attività socialmente utili, i cittadini;
nell'ultimo periodo la stessa Amministrazione ha deciso di installare altre 35 pale eoliche in una zona di altrettanto valore naturalistico; ha infatti commissionato uno screening per l'assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale ed uno studio di incidenza ambientale, contemporaneamente ha stipulato una convenzione con la società che si occuperà della costruzione e della gestione del parco stesso;
lo screening per assoggettabilità ambientale a valutazione di impatto ambientale-studio di incidienza ambientale di una delle centrali eoliche che si dovrebbero costruire a Faeto, commissionata nel 2003 dalla società incaricata della costruzione del parco eolico ad una società specializzata in ricerche ambientali, sosteneva un parere tecnico non del tutto favorevole;
nel documento succitato si evidenziava infatti che la pianificazione prevede, comunque, l'istituzione in zona di un parco regionale che interesserebbe una buona parte del territorio, e che l'area in esame ricadrebbe, quindi, entro un perimetro di una futura zona protetta; il Piano urbanistico territoriale tematico definisce, tra l'altro, i vincoli esistenti sul territorio ed individua, per il sito in esame, l'esistenza di vincolo idrogeologico e paesaggistico, inoltre rileva che la zona interessata dal polo eolico ricade interamente in una zona destinata ad attività agricole;
in conclusione lo screening effettuato rileva alcuni punti fondamentali di possibile dubbio circa la costruzione di questo polo:
il sito potrebbe essere inserito in un Progetto di Parco Naturale, in quanto presenti specie faunistiche di estremo interesse e inserite nella lista Natura 2000, tra le quali famiglie di lupi, insettivori, rettili e volatili e moltissime specie vegetali, facendo considerare la zona di estrema importanza dato l'elevato livello di biodiversità;
il sito confina con il SIC di Monte Cornacchia - Bosco Faeto ed è contiguo allo stesso bosco nella sua porzione meridionale; oltretutto il posizionamento di tre torri eoliche risulta essere troppo vicino al margine del bosco, con distanze inferiori ai 50 metri;
l'impianto è collocato in posizione rilevata e sovrastante l'abitato di Faeto, ad una distanza dalla periferia del centro di 510 metri, e su tale distanza si esprimono alcune perplessità in quanto appare troppo breve per garantire gli abitanti contro fastidi consistenti da rumore, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio;
nelle vicinanze del sito sono presenti le sorgenti ed i primi tratti di corso di alcuni piccoli torrenti e a 1,5 km circa si trovano le sorgenti di Celone;
la distruzione di zone boschive per creare strade di cantiere e di esercizio che possono dar adito a fenomeni di bracconaggio;
l’occupazione di spazi aerei che interferiscono con l'avifauna nell'ambito dei corridoi naturali di spostamento;
l'Amministrazione, durante i consigli comunali, ha sostenuto che la scelta dell'eolico avrebbe creato anche posti di lavoro di cui avrebbe beneficiato la manodopera locale, ma l'incremento di questo settore ha prodotto solo un paio di posti di lavoro a tempo indeterminato;
il 20 agosto 2005 è stato organizzato un Forum in merito, che ha visto la partecipazione della popolazione e di eminenti esponenti dell'ambientalismo nazionale come il Comitato Nazionale del Paesaggio, Italia Nostra, LIPU, Altura, WWF Puglia, Legambiente Puglia,
gli interroganti chiedono di sapere se il Ministro in indirizzo, pur dovendo rispettare il patto di Kyoto, non ravvisi la necessità di controllare quanto sta avvenendo nella zona in questione, in modo da evitare un ulteriore danno ad una parte di Appennino Meridionale così importante sia da un punto di vista ambientale che turistico, soprattutto considerando che i poli eolici si sono diffusi a macchia d'olio nel comprensorio del Subappennino dauno, snaturando pesantemente il paesaggio.