Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02298

Atto n. 3-02298

Pubblicato il 5 ottobre 2005
Seduta n. 878

VALLONE , BAIO DOSSI , DETTORI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio. -

Premesso che:

la legge 30 dicembre 2004, n. 311, articolo 1, comma 93 (legge finanziaria per il 2005), blocca per il triennio 2005-2007 il turn over in tutte le pubbliche amministrazioni, salvo alcune eccezioni previste dall’articolo 1, comma 94, della medesima legge (Forze armate, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Corpi di polizia, personale della carriera diplomatica e prefettizia, magistrati ordinari, amministrativi e contabili, avvocati e procuratori dello Stato, ordini e collegi professionali e relativi consigli e federazioni, università, comparto scuola ed istituzioni di alta formazione e specializzazione artistica e musicale);

il 4 agosto 2005 il Presidente del Consiglio dei ministri autorizzava con proprio decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 settembre 2005, n. 224, a bandire procedure pubbliche concorsuali in favore di Ministeri, enti pubblici non economici, agenzie ed enti di ricerca, per un totale di 2.480 posti a tempo indeterminato;

tra le amministrazioni autorizzate dal succitato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri figura, altresì, l’APAT - Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, con 20 posti di dirigenti, malgrado essa possa utilizzare - ai fini dell’assegnazione di incarichi di funzione dirigenziali - oltre 170 unità di personale appartenente ai profili di “tecnologo”, “primo tecnologo” e “dirigente tecnologo”, come previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto degli Enti Pubblici di Ricerca e Sperimentazione;

stante la previsione della dotazione organica APAT approvata dal Ministero dell’ambiente e per la tutela del territorio, nel novembre 2004 e nell’agosto 2005 il Direttore Generale dell’Ente in parola bandiva due concorsi pubblici nazionali, per titoli ed esame-colloquio, rispettivamente a 296 e 35 posti per laureati con contratto a tempo determinato, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale- 4a Serie Speciale Concorsi del 9 novembre 2004, n. 89, e del 12 agosto 2005, n. 64;

l’APAT conta attualmente nel proprio organico circa 1.330 dipendenti, così strutturati: 640 lavoratori con contratto a tempo indeterminato; 220 con contratto a tempo determinato; 470 con contratti atipici, dei quali 269 assunti per incarichi ed ex articolo 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165; 75 stagisti-borsisti ed infine 126 collaboratori coordinati e continuativi;

tutti i titolari di contratti atipici dispongono di postazioni di lavoro munite di personal computer, linee telefoniche, telefax ed altri presidi informatici, alle quali i medesimi non avrebbero diritto, in quanto liberi professionisti che, come tali, dovrebbero esercitare nei propri studi privati;

per poter garantire le postazioni logistiche di cui sopra l’Agenzia é costretta a sostenere utenze e canoni di locazione relativi a ben quatto sedi nella capitale (Via Vitaliano Brancati 48, Via Cesare Pavese 305, Via Curtatone 3 e parte della sede del Centro Sviluppo Materiali, sita in Castel Romano), con notevole nocumento tanto del suo bilancio, quanto dei conti pubblici;

sul piano organizzativo e delle politiche del personale, la direzione dell’Agenzia si è per anni orientata non sulla base di programmi di attività, ma su una pura logica clientelare volta alla duplicazione di competenze e alla proliferazione di tipologie contrattuali, tale da rendere il numero dei dipendenti precari addirittura superiore a quello dei lavoratori stabili;

la direzione dell’Agenzia ha reiteratamente assunto in modo irregolare e senza procedure pubbliche i lavoratori a tempo determinato e non ha mai garantito pubblicità e trasparenza alle selezioni di lavoratori atipici;

nell’incertezza politica di fine legislatura, l’attuale vertice APAT sta tentando - seppur solo parzialmente - di dare al personale precario dell’Ente una parvenza di legalità, attraverso i concorsi pubblici a 296 e 35 posti per laureati di cui sopra,

si chiede di conoscere:

quale sia la logica in virtù della quale il Governo, da una parte, emana provvedimenti legislativi in materia di ridimensionamento delle dotazioni organiche e di contenimento della spesa corrente delle pubbliche amministrazioni e, dall’altra, avvia numerose procedure di reclutamento in favore di Ministeri, enti pubblici non economici, agenzie ed enti di ricerca non giustificate da motivi di reale eccezionalità;

quale sia il motivo dell’incalzante successione di ben tre procedure pubbliche concorsuali in favore dell’APAT nel giro di appena dieci mesi, per un totale di 351 posti banditi (dei quali 296 e 35 a tempo determinato e 20 a tempo indeterminato), se non quella da ascriversi ad indecenti logiche clientelari ed elettoralistiche.