Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02572
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Atto n. 4-02572
Pubblicato il 9 dicembre 2025, nella seduta n. 367
RANDO, DELRIO, BASSO, MANCA, NICITA, ROJC, ROSSOMANDO, VERDUCCI, VERINI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
a partire da settembre 2025 il personale impiegato presso gli uffici antimafia delle Prefetture dell’Emilia-Romagna (complessivamente costituito da funzionari altamente specializzati e comunemente indicati come la “squadra delle interdittive antimafia”) è stato riassorbito dalla Regione, con conseguente cessazione del loro operato all’interno delle Prefetture interessate;
tali funzionari, sebbene formalmente inquadrati a tempo determinato, rappresentavano un pool di competenze tecniche e investigative maturate in oltre 10 anni di attività, svolta sotto la direzione dei prefetti succedutisi nelle varie province e valorizzata, negli ultimi anni, da un costante coordinamento istituzionale volto a rafforzare la prevenzione delle infiltrazioni mafiose sul territorio regionale;
la loro attività consisteva nella ricostruzione delle filiere societarie delle imprese richiedenti l’iscrizione nelle white list, condizione indispensabile per garantire trasparenza e legalità negli appalti pubblici e tutela agli enti locali e alle amministrazioni pubbliche, oltre che nella predisposizione delle informative antimafia, supportando i gruppi interforze e i prefetti nelle decisioni relative alle interdittive: un lavoro specialistico che ha contribuito a fare delle Prefetture emiliano-romagnole un modello nazionale nella prevenzione amministrativa antimafia;
l’arrivo di questo personale nelle Prefetture della regione risaliva al 2014, nell’ambito di un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Ministero dell’interno, stipulato per far fronte al forte incremento del carico di lavoro connesso alla ricostruzione post sisma, comprese le procedure relative alle white list; in tale quadro furono destinati 18 funzionari alle Prefetture di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, formalmente assunti a tempo determinato dal commissario per la ricostruzione e poi progressivamente impiegati in attività antimafia;
nonostante le competenze maturate e i risultati ottenuti, l’accordo con il Ministero è scaduto nel 2024 e non è stato rinnovato, malgrado le richieste provenienti da più Prefetture emiliano-romagnole e dalla stessa Regione, che ne hanno evidenziato l’assoluta strategicità;
si rileva che i dati più recenti forniti dalla DIA confermano come il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna sia tutt’altro che superato: nel 2024 sono state 109 le interdittive antimafia emesse nella regione, riguardanti principalmente edilizia, agricoltura, logistica, trasporti e ristorazione, con incrementi significativi in diverse province; dal 2010 al 2024, inoltre, sono stati adottati complessivamente centinaia di provvedimenti interdittivi nelle province emiliane, a dimostrazione della costante pressione mafiosa sul tessuto economico locale;
secondo quanto riportato da organi di stampa, sarebbe allo studio un concorso pubblico volto a reclutare nuovo personale specializzato: chi subentrerà, pur nella massima disponibilità, non potrà però disporre nell’immediato dell’approfondito bagaglio tecnico necessario per affrontare efficacemente un fenomeno complesso e radicato come quello delle infiltrazioni mafiose nelle province emiliano-romagnole, la cui persistenza è confermata anche dalle pronunce giudiziarie successive all’inchiesta “Aemilia” e ad altre operazioni condotte negli ultimi anni;
la Regione e le Prefetture del territorio sono attivamente impegnate in un confronto con il Ministero dell’interno per individuare una soluzione che consenta di garantire continuità all’attività degli uffici antimafia delle Prefetture di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara; in tale quadro, il presidente della Regione, Michele De Pascale, ha trasmesso una lettera al Ministro illustrando la situazione del personale specializzato impiegato negli uffici interdittivi, mentre il capo di gabinetto della presidenza regionale, Luca Vecchi, ha incontrato a Roma i dirigenti del Ministero per definire un protocollo di collaborazione volto a favorire il rientro dei funzionari nelle Prefetture, preservando così il patrimonio di competenze maturato dal 2014; la Regione ha inoltre confermato il proprio impegno a garantire stabilità contrattuale ai 18 funzionari interessati, oggi dipendenti regionali con contratto a tempo determinato fino al luglio 2026,
si chiede di sapere:
quali siano le ragioni che hanno portato il Ministero a non rinnovare l’accordo con la Regione, nonostante le richieste provenienti dalle Prefetture interessate e i significativi risultati ottenuti nella prevenzione amministrativa antimafia;
quali misure urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per evitare il depauperamento delle competenze specialistiche maturate dal personale coinvolto e per garantire continuità ed efficacia all’attività di prevenzione antimafia su tutto il territorio regionale;
se non ritenga opportuno prevedere una soluzione transitoria, che consenta di mantenere in servizio il personale esperto fino all’eventuale espletamento del concorso pubblico e alla piena formazione dei nuovi assunti;
quali iniziative intenda assumere per assicurare che, in un territorio esposto e strategico come l’Emilia-Romagna, non si indebolisca l’azione amministrativa di prevenzione, preservando un livello adeguato di competenze tecnico-investigative presso tutti gli uffici antimafia delle Prefetture regionali.