Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-02282
Azioni disponibili
Atto n. 3-02282
Pubblicato il 9 dicembre 2025, nella seduta n. 367
MISIANI, TAJANI, CAMUSSO, BASSO, GIACOBBE, DELRIO, ZAMBITO, MANCA, RANDO, ROJC - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
da notizie di stampa e recenti sviluppi giudiziari, si apprende che la Procura della Repubblica di Milano ha avviato un'articolata inchiesta riguardante la “scalata” di Monte dei Paschi di Siena a Mediobanca, ipotizzando reati di ostacolo all'attività di vigilanza e manipolazione del mercato. L’indagine vede coinvolti profili di spicco della finanza italiana, accusati di aver posto in essere una "strategia coordinata" e occulta;
nell’ambito dell’inchiesta, l’attenzione degli inquirenti e del nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza si è estesa al ruolo svolto dalle casse di previdenza dei professionisti, segnatamente ENPAM (Ente nazionale di previdenza ed assistenza dei medici) ed ENASARCO (Ente nazionale di assistenza per gli agenti e rappresentanti di commercio);
secondo quanto emerge dal decreto di perquisizione emesso giovedì 27 novembre 2025, si ravvisano “numerose anomalie formali” negli “acquisti di azioni Mediobanca” sotto scalata di MPS da parte di ENPAM ed ENASARCO;
come riportato nel mese di luglio anche dal “Financial Times”, ENASARCO, cassa con 9,8 miliardi di euro di attivi, è salita fino al 2,52 per cento di Mediobanca nel corso del corrente anno e il 70 per cento del suo portafoglio azionario europeo risulta investito solo su Mediobanca. Tradotto in termini di valore, la partecipazione di ENASARCO vale circa 400 milioni di euro e, poiché il fondo può investire soltanto il 6 per cento del suo patrimonio in titoli europei, la quota equivale al 67 per cento dell’allocazione azionaria totale permessa;
l’ENPAM, con asset di 26 miliardi di euro, detiene invece una partecipazione pari all’1,98 per cento in Mediobanca, per un valore di circa 300 milioni di euro con due fondi gestiti dalla sua società di gestione del risparmio “Miria” che ha ramificazioni a Londra e a Malta;
secondo gli inquirenti, gli acquisti di ENPAM e ENASARCO sarebbero stati decisi in “assenza di delibera del cda” delle casse sottoposte a “vigilanza pubblica” per gli “acquisti estranei alla policy di investimento prevista dallo statuto” nonché gli incarichi sarebbero stati “affidati” a società in “paesi non collaboranti con le autorità di vigilanza” italiane, come Malta;
considerato che:
il nucleo di polizia valutaria ha posto sotto esame gli incarichi che l’ENASARCO ha affidato alla SGR “in house”, con “mandati privi di limiti circa i criteri di investimento”;
secondo la ricostruzione della Procura di Milano, l'operatività delle casse non risponde a criteri di prudente gestione del risparmio, bensì appare come "finalizzata a sostenere la scalata di Mps" e ad opporsi alle mosse difensive di Mediobanca. Un momento cruciale, definito dagli inquirenti come "spartiacque" e "passaggio rivelatorio", è stato individuato nell'assemblea del 21 agosto 2025 convocata per deliberare sull'offerta pubblica di scambio di Mediobanca su Banca Generali. In tale sede, ENASARCO, ENPAM e anche la cassa forense hanno optato per l'astensione e, tale scelta avrebbe di fatto sostenuto il fronte dei contrari guidato da Caltagirone e Delfin, contribuendo alla bocciatura dell'operazione industriale proposta da Mediobanca. Gli inquirenti, a tal riguardo, descrivono questo evento come una "chiamata a raccolta" per contare le forze disponibili a bloccare l'operazione, evidenziando un presunto coordinamento tra gli investitori;
la Procura di Milano, al fine di fare ulteriore chiarezza, ha indicato una serie di parole chiave e di nomi con cui effettuare le ricerche-analisi su cellulari e dispositivi informatici sequestrati e, nel caso delle persone fisiche, acquisire le conversazioni via chat. Fra le chiavi di ricerca compaiono le parole Miria, Domenico Pimpinella (direttore generale ENPAM) e Umberto Mirizzi (ex presidente ENASARCO);
tenuto conto che:
le casse di previdenza private fanno parte del primo pilastro del sistema previdenziale e l'adesione ad una cassa di previdenza privata è obbligatoria per i professionisti iscritti a specifici albi o professioni. L'obiettivo delle casse è quello di garantire una copertura previdenziale e assistenziale ai propri iscritti;
le discussioni su come utilizzare parte dei risparmi previdenziali accumulati nell'economia reale durano ormai da decenni e faticano a trovare una reale attuazione perché in Italia non esiste un vero mercato dei capitali di venture capital;
le migliori strategie di investimento per le casse private, in un mondo soggetto a una pluralità di eventi incerti, dovrebbero essere incentrate su investimenti a basso rischio e che garantiscano comunque un buon ritorno e sulla diversificazione, preservando la massima indipendenza e una sana gestione delle attività a tutela dei propri iscritti, attenta alle opportunità e ai rischi presenti sul mercato dei capitali;
la strategia di investimento intrapresa dalle casse private presenta caratteri speculativi che la rendono maggiormente simile a quella di un fondo d'investimento più che a quella che dovrebbe avere un'istituzione con lo scopo di preservare il valore delle pensioni future dei propri iscritti;
la scelta di queste casse previdenziali private di partecipare con i contributi accumulati dagli iscritti agli scontri in atto nel sistema bancario è in contrasto anche con il parere espresso dai proxy advisor, così come dei grandi fondi internazionali;
le casse sono vigilate dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da quello dell'economia e delle finanze per tutto ciò che concerne le nomine, la scelta della governance e la vigilanza sulle operazioni di investimento,
si chiede di sapere:
quali siano le valutazioni dei Ministri in indirizzo sulle gravi anomalie formali e sostanziali emerse dall'inchiesta della Procura di Milano riguardanti le scelte di investimento fatte dalle casse di previdenza ENPAM ed ENASARCO in Mediobanca;
quali iniziative urgenti di competenza, anche di natura ispettiva, intendano assumere per verificare il rispetto degli statuti e delle policy di investimento da parte delle casse di previdenza, alla luce dell'assenza di delibere consiliari così come denunciata dagli inquirenti;
se non ritengano doveroso avviare un approfondimento specifico sull'utilizzo, da parte di enti previdenziali vigilati dallo Stato, di veicoli societari o intermediari situati in Paesi non collaboranti o a fiscalità agevolata (come Malta), e sulle attività della SGR Miria controllata da ENASARCO, i cui mandati sarebbero stati privi di limiti sui criteri di investimento;
quali misure intendano adottare per garantire che il patrimonio degli iscritti alle casse previdenziali sia gestito esclusivamente nel loro interesse e non utilizzato come massa di manovra in battaglie finanziarie speculative o per "sostenere scalate" prive di chiare motivazioni industriali per l'ente, così come ipotizzato dalla magistratura;
quali misure intendano adottare in caso di ricadute negative dell’investimento descritto a tutela degli iscritti alle casse.