Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 7-00030
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Atto n. 7-00030 (in 3ª Commissione)
Pubblicato il 28 ottobre 2025, nella seduta n. 359
ALFIERI, DELRIO, LA MARCA
La 3ª Commissione (Affari esteri e difesa) del Senato,
premesso che:
la salute costituisce un settore prioritario della strategia della cooperazione italiana allo sviluppo e rappresenta uno dei pilastri fondamentali del “piano Mattei” per l’Africa, nonché un ambito di impegno costante della politica estera italiana a tutela dei diritti umani, della stabilità e dello sviluppo sostenibile;
nonostante i notevoli progressi compiuti negli ultimi anni, le malattie infettive continuano a rappresentare un grave ostacolo allo sviluppo socio-economico di numerosi Paesi, in particolare dell’Africa subsahariana: nel solo 2024 si sono registrati 630.000 decessi per AIDS e 1,3 milioni di nuove infezioni da HIV, mentre la tubercolosi rimane la più letale tra le malattie infettive e la malaria ha causato 597.000 morti, il 95 per cento dei quali nell’Africa subsahariana;
il fondo globale per la lotta all’AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, il “global fund”, istituito nel 2001 al summit del G8 sotto presidenza italiana, ha avuto un ruolo determinante nel contrasto a tali epidemie, contribuendo a salvare oltre 70 milioni di vite umane e a ridurre del 63 per cento il tasso di mortalità combinato delle tre malattie dal 2002 ad oggi;
gli investimenti nella lotta contro HIV, TBC e malaria generano benefici non solo sanitari ma anche economici e sociali: in 15 Paesi dell’Africa subsahariana l’aspettativa di vita è aumentata di 11 anni negli ultimi venti, e in Paesi come l’Etiopia gli interventi del fondo globale hanno contribuito all’aumento dell’84 per cento dell’iscrizione scolastica, al raddoppio della forza lavoro e ad una crescita del PIL di quasi 20 volte;
con oltre 2,7 miliardi di dollari investiti nel rafforzamento dei sistemi sanitari in più di 100 Paesi, il fondo globale rappresenta il principale strumento multilaterale per la prevenzione e la preparazione alle pandemie, oltre che per la risposta rapida a focolai di malattie infettive quali ebola, mpox e Marburg;
la capacità del fondo globale di intervenire con rapidità e flessibilità consente di garantire la continuità dei servizi sanitari essenziali anche in contesti di emergenza umanitaria e di conflitto armato;
considerato che:
tale capacità ha permesso di continuare a operare anche nei contesti umanitari più complicati: in Ucraina, il fondo globale collabora con il Governo e con la società civile sin dal 2002 nella lotta contro HIV e tubercolosi, con un investimento complessivo di 1,1 miliardi di dollari, inclusi gli interventi per il rafforzamento dei sistemi sanitari durante la pandemia di COVID-19 e per la risposta all’attuale emergenza derivante dalla guerra;
la guerra ha avuto conseguenze devastanti per il sistema sanitario nazionale ucraino. Strutture ospedaliere, depositi, mezzi di trasporto medico e edifici collegati sono stati colpiti; l’OMS ha verificato oltre 2.500 attacchi contro risorse essenziali per la salute. L’accesso ai servizi per HIV, TBC e alle cure primarie è stato interrotto o sospeso in molte aree del Paese in diversi momenti;
nonostante il conflitto, l’Ucraina ha continuato a garantire cure salvavita per le persone sieropositive e i pazienti affetti da TBC, anche grazie al sostegno del fondo globale, che finanzia unità sanitarie mobili, l’approvvigionamento di medicinali essenziali e programmi comunitari per le persone sfollate, oltre ad operare in collaborazione con oltre 80 organizzazioni della società civile;
tuttavia, sebbene il Governo ucraino abbia stanziato 44 milioni di dollari per HIV e TBC nel bilancio statale del 2026, esiste il rischio concreto che tali fondi non vengano effettivamente erogati a causa delle pressioni finanziarie derivanti dalla guerra in corso;
nell’ambito del programma regionale “Middle east response”, il fondo globale collabora con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) e con partner internazionali quali OMS, PAM e UNAIDS per mantenere attivi i servizi essenziali per HIV e TBC in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, anche in condizioni operative estremamente difficili;
dall’ottobre 2023 la popolazione palestinese vive una delle più gravi crisi umanitarie mondiali, caratterizzata dalla distruzione delle infrastrutture sanitarie, dalla carenza di acqua potabile e medicinali, dalla diffusione di malattie e dal totale collasso del sistema sanitario di Gaza, dove la maggior parte delle cliniche è inattiva o opera in condizioni precarie;
nonostante tali difficoltà, il fondo globale ha confermato per la Palestina un investimento di 3,1 milioni di dollari per il triennio 2025-2027; tuttavia, anche se il mandato del global fund copre sia la Cisgiordania che Gaza, nella realtà quasi tutte le attività operative si svolgono oggi solo in Cisgiordania;
nell’ambito dell’investimento triennale, 1,2 milioni di dollari sono stati vincolati al recupero del sistema sanitario di Gaza non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno e il global fund, in sinergia con le autorità sanitarie palestinesi, i partner umanitari e i donatori lavorerà per reindirizzare le risorse verso la ricostruzione del sistema sanitario di Gaza;
rilevato che:
il sostegno dell’Italia al fondo globale produce benefici concreti anche per l’ecosistema nazionale della cooperazione allo sviluppo: numerose organizzazioni della società civile italiana che operano in Africa beneficiano, infatti, dei prodotti sanitari acquistati grazie al sostegno del fondo globale, e alcune di loro sono coinvolte direttamente nell’implementazione dei programmi del fondo globale. Grazie alla trattenuta, set-aside, dell’impegno italiano al fondo globale, tra il 2017 e il 2025 le organizzazioni della società civile e università italiane hanno ricevuto oltre 17 milioni di euro per la realizzazione di progetti sinergici con i programmi del fondo globale in oltre 10 Paesi africani;
acquistando prodotti sanitari per un valore di oltre 1,8 miliardi di dollari all’anno tramite il suo sistema di procurement internazionale, il global fund rappresenta una notevole opportunità per il settore farmaceutico e sanitario italiano;
la comunità internazionale si appresta a partecipare alla VIII conferenza di rifinanziamento del fondo globale, che si terrà il 21 novembre 2025 a Johannesburg, co-ospitata da Sudafrica e Regno Unito in occasione del summit del G20, per definire gli impegni per il triennio 2026-2028;
nell’attuale fase epocale grazie a nuovi efficaci strumenti di prevenzione è finalmente possibile conseguire l’obiettivo di porre fine all’AIDS entro il 2030; analogamente, grazie ai progressi nella diagnosi e nel trattamento, esiste la speranza realistica di porre fine alla pandemia di TBC entro il 2035; le innovazioni nelle tecniche di contrasto alla malaria offrono nuove opportunità nella lotta a una malattia che causa la morte di quasi un bambino al minuto;
è fondamentale che l’Italia, coerentemente con il proprio ruolo di Paese fondatore e storico sostenitore del fondo globale, continui ad esercitare una leadership politica e finanziaria nella salute globale e nei programmi di ricostruzione e resilienza sanitaria, in particolare nei contesti di crisi come l’Ucraina e la Palestina,
impegna il Governo:
1) a confermare integralmente l’impegno finanziario assunto per il settimo rifinanziamento del fondo globale, come annunciato dalla Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, al G20 di Bali nel novembre 2022, assicurando il sostegno necessario a salvaguardare i progressi maturati nel contrasto alle tre malattie e a muovere nuovi passi in avanti nella salute globale;
2) a rafforzare il ruolo dell’Italia nella governance e nelle politiche del fondo globale, riaffermando la centralità della cooperazione internazionale quale strumento di stabilità, pace e sicurezza umana;
3) a promuovere sinergie tra il fondo globale e il sistema italiano della cooperazione, valorizzando il contributo delle organizzazioni della società civile, delle università, del mondo della ricerca e del settore privato;
4) a sostenere la continuità dei programmi sanitari in Ucraina e in Palestina, con particolare riferimento ai servizi per HIV e TBC, anche attraverso il coordinamento con il fondo globale, l’OIM, l’OMS e le autorità sanitarie locali, garantendo la distribuzione di farmaci salvavita, la tutela delle infrastrutture sanitarie e la pianificazione della ricostruzione post bellica.