Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-02231
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Atto n. 3-02231
Pubblicato il 28 ottobre 2025, nella seduta n. 359
VALENTE, MALPEZZI, SENSI, CAMUSSO, LOSACCO, VERDUCCI, ROJC, MANCA, PARRINI, VERINI, ROSSOMANDO, IRTO, NICITA, FRANCESCHELLI, BASSO, TAJANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della giustizia e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il Comitato per l’eliminazione della discriminazione contro le donne (CEDAW), istituito ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite del 1979, ha adottato in data 18 luglio 2022 la decisione sul caso n. 148/2019, A.F. contro Italia, accertando la violazione da parte dello Stato italiano dei diritti fondamentali della signora A.F., che ha denunciato violenza sessuale e successivamente vittimizzazione secondaria nel corso del procedimento penale svoltosi dinanzi alla Corte di appello di Cagliari;
nella decisione, il Comitato CEDAW ha riconosciuto la responsabilità dello Stato italiano per la mancata protezione della persona offesa e per la condotta discriminatoria delle autorità giudiziarie, disponendo che l’Italia adotti misure di riparazione individuale nei confronti della ricorrente, inclusa la compensazione economica per il danno subito, nonché misure generali volte a prevenire il ripetersi di analoghe violazioni nei confronti di altre donne;
il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha provveduto alla pubblicazione e traduzione ufficiale della decisione sul proprio sito istituzionale, adempiendo solo parzialmente agli obblighi derivanti dal protocollo opzionale alla Convenzione CEDAW, ratificato dall’Italia con legge n. 77 del 2002;
nonostante le numerose istanze formali presentate dalle avvocate della signora F., nel luglio 2022 e successivamente nel maggio, luglio e novembre 2023, non è pervenuta alcuna risposta da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, né è stata avviata alcuna interlocuzione per l’attuazione delle misure riparatorie stabilite dal Comitato;
la mancata esecuzione della decisione internazionale e l’inerzia delle istituzioni italiane stanno determinando un ulteriore pregiudizio nei confronti della signora F., che si trova oggi addirittura citata in giudizio per diffamazione dallo stesso soggetto già imputato del reato di violenza sessuale nei suoi confronti, in un processo civile pendente dinanzi alla Corte di appello di Cagliari, con conseguente aggravamento della sua condizione di vittima e violazione degli obblighi di non vittimizzazione secondaria;
la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale organo di coordinamento per l’attuazione delle decisioni dei comitati ONU e per le politiche di parità di genere, è tenuta a garantire l’adempimento delle raccomandazioni del Comitato CEDAW e a predisporre meccanismi efficaci di riparazione, in conformità ai principi dell’articolo 117 della Costituzione, alla Convenzione CEDAW e al protocollo opzionale,
si chiede di sapere:
quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per dare piena esecuzione alla decisione del Comitato CEDAW del 18 luglio 2022, in particolare con riferimento al risarcimento del danno individuale riconosciuto alla signora A.F.;
se siano state individuate risorse economiche e procedure operative per l’attuazione delle decisioni dei comitati ONU in materia di diritti umani e, in caso contrario, per quali ragioni tali obblighi internazionali non siano stati ancora adempiuti;
se non si ritenga necessario istituire un tavolo interministeriale, con la partecipazione della Presidenza del Consiglio, del Ministero degli affari esteri, del Ministero della giustizia e delle organizzazioni femministe competenti, volto a definire modalità certe e tempestive di esecuzione delle decisioni internazionali di condanna dell’Italia per violazioni dei diritti delle donne;
se, in relazione al caso F., il Governo non ritenga opportuno intervenire in via straordinaria per evitare ulteriori forme di vittimizzazione e lesione del diritto alla giustizia, garantendo un risarcimento effettivo e misure di sostegno adeguate alla vittima, in conformità alle raccomandazioni del Comitato CEDAW e agli obblighi internazionali assunti dall’Italia.