Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02455
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Atto n. 4-02455
Pubblicato il 16 ottobre 2025, nella seduta n. 355
IRTO, BASSO, LA MARCA, ZAMPA, NICITA, CAMUSSO, TAJANI, ZAMBITO, GIACOBBE, VERINI, ROJC, RANDO, ALFIERI, SENSI, D'ELIA, DELRIO, MANCA - Ai Ministri della giustizia, per la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
nei giorni scorsi si è svolto anche a Reggio Calabria, in contemporanea con analoghe manifestazioni in tutto il Paese, lo sciopero nazionale dei lavoratori precari del Ministero della giustizia, indetto dall’Unione sindacale di base (USB), per chiedere risposte certe sulla loro stabilizzazione;
tali lavoratori, circa 12.000 unità, sono stati reclutati con contratti a tempo determinato nell’ambito dei progetti PNRR del Ministero della giustizia e risultano oggi integrati a pieno titolo nelle attività ordinarie degli uffici giudiziari;
questi lavoratori contribuiscono in modo determinante al funzionamento di tribunali, procure e cancellerie in tutta Italia;
secondo quanto riportato nel documento ufficiale consegnato dai rappresentanti sindacali alla Prefettura di Reggio Calabria, svolgono quotidianamente mansioni essenziali, suppliscono alle gravissime carenze di organico generate dai tagli al personale dell’ultimo decennio e garantiscono la continuità amministrativa degli uffici;
i loro contratti sono in scadenza il 1° luglio 2026 e, in assenza di una norma di stabilizzazione, oltre la metà del personale perderà il lavoro, con conseguenze pesantissime sia per i lavoratori sia per la funzionalità del sistema giudiziario;
la legge di bilancio per il 2025 (legge n. 207 del 2024) ha previsto risorse limitate, sufficienti alla stabilizzazione di circa 3.000 unità, cui dovrebbero aggiungersi ulteriori 3.000 derivanti dal fabbisogno interno del Ministero della giustizia, ma restano scoperti altri 6.000 posti, con gravi disparità di trattamento;
la perdita di tali professionalità, già formate e operative, comporterebbe un danno significativo per l’efficienza della giustizia e rischierebbe di vanificare parte dei risultati conseguiti nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza;
nelle recenti dichiarazioni rese in Parlamento dal Ministro per la pubblica amministrazione, si è fatto riferimento alla possibile stabilizzazione di 17.000 lavoratori della giustizia, ma tale ipotesi non trova riscontro, né in specifici provvedimenti, né in stanziamenti finanziari ufficiali, con conseguente incertezza e frustrazione tra il personale interessato;
considerato che:
la condizione di precarietà del personale PNRR della giustizia mina la continuità del servizio e la qualità delle prestazioni rese ai cittadini;
un piano di stabilizzazione strutturale, finanziato in modo adeguato e concordato con le organizzazioni sindacali, consentirebbe di valorizzare competenze già acquisite e di assicurare una gestione efficiente delle risorse umane del Ministero;
occorre inoltre garantire la coerenza tra le assunzioni straordinarie legate al PNRR e la programmazione ordinaria del pubblico impiego, in modo da evitare che professionalità utili vengano disperse per assenza di copertura normativa o finanziaria,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione di precarietà dei lavoratori della giustizia e delle manifestazioni promosse in tutto il territorio nazionale, in particolare in Calabria;
quali iniziative urgenti intendano adottare, anche congiuntamente, per garantire la stabilizzazione dei circa 12.000 lavoratori PNRR attualmente in servizio presso il Ministero della giustizia;
se non ritengano opportuno istituire un tavolo interministeriale permanente tra i Ministeri della giustizia, per la pubblica amministrazione e dell’economia e delle finanze, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, per definire tempi, modalità e risorse del piano di stabilizzazione;
se non intendano prevedere, nella prossima legge di bilancio, un fondo straordinario dedicato alla stabilizzazione del personale precario della giustizia, in modo da garantire continuità lavorativa e qualità del servizio;
quali misure ritengano necessarie per evitare la dispersione di professionalità formate con risorse pubbliche e assicurare un impiego stabile e coerente dei lavoratori che hanno contribuito alla realizzazione degli obiettivi del PNRR nel settore giudiziario.