Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02446
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Atto n. 4-02446
Pubblicato il 9 ottobre 2025, nella seduta n. 352
ALOISIO, PIRONDINI, LOPREIATO, GAUDIANO, CASTELLONE - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la legge costituzionale n. 3 del 2001 ha rappresentato una significativa riforma del quadro istituzionale e normativo dell’ordinamento italiano, intervenendo sulla struttura del Titolo V della Costituzione e apportando profonde modifiche ai rapporti tra lo Stato centrale e le Regioni, nonché agli strumenti di autonomia e decentramento amministrativo. Per quanto concerne il settore sanitario, la riforma del Titolo V ha previsto un decentramento organizzativo e gestionale volto a garantire maggiore autonomia delle Regioni nella gestione del sistema sanitario regionale, pur mantenendo un quadro di riferimento unitario e uniforme a livello nazionale. A tal fine, è stato attribuito alle Regioni il potere legislativo concorrente con lo Stato in materia di sanità pubblica, secondo quanto disposto dall’articolo 117, comma 3, della Costituzione, che ha attribuito alle Regioni la competenza legislativa in materia di sanità, con il fine di assicurare l’effettiva attuazione dei principi di autonomia e di decentramento amministrativo;
in ottica di uniformità dell’assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale, la riforma ha altresì previsto l’obbligo per le Regioni di garantire i Livelli essenziali di assistenza (LEA), definiti come un insieme di prestazioni e servizi sanitari fondamentali, indispensabili per assicurare un livello minimo di tutela della salute a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza. Tali livelli rappresentano il fondamento di un sistema di tutela uniforme e di qualità, volto a ridurre le disparità territoriali e a promuovere l’efficienza del Servizio sanitario nazionale (SSN);
i Livelli essenziali di assistenza costituiscono il fondamento della continuità e dell’omogeneità delle cure erogate dal SSN su tutto il territorio. Essi rappresentano le prestazioni sanitarie minime che devono essere garantite in ogni regione, garantendo così l’uniformità dell’offerta sanitaria e riducendo le disomogeneità di accesso e qualità tra le diverse aree geografiche. La definizione e il monitoraggio dei LEA avvengono attraverso un articolato sistema di indicatori e parametri, annualmente divulgati dal Ministero della salute, che consentono di valutare l’effettivo livello di rispetto degli standard previsti e di individuare le aree di miglioramento;
in particolare, gli indicatori di monitoraggio sono suddivisi in tre macroaree principali: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Tali indicatori sono stati scelti tra i più rappresentativi e sintetici, con 24 di essi definiti come “indicatori Core”, ovvero in grado di cogliere con maggiore efficacia la qualità e l’efficacia dell’erogazione delle prestazioni sanitarie e il rispetto dei livelli di assistenza. Per essere considerate conformi agli standard richiesti, le Regioni devono ottenere almeno 60 punti su un massimo di 100 in ciascuna delle tre macroaree, con un punteggio complessivo che riflette la capacità di garantire un’assistenza di qualità ai propri cittadini;
la classifica delle Regioni, elaborata sulla base dei punteggi ottenuti, evidenzia un quadro di forti disparità territoriali. Secondo i dati pubblicati dalla Fondazione Gimbe nel mese di settembre 2025, sulla base dei dati relativi 2023, il nord Italia si distingue per un livello di performance nettamente superiore rispetto al Mezzogiorno. Tra le Regioni più performanti si collocano Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Provincia di Trento e Piemonte, mentre le Regioni meno performanti sono Basilicata, Abruzzo, Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta. La differenza tra le aree del Nord e del Sud, sotto il profilo della qualità e dell’efficacia dell’assistenza sanitaria, si mantiene ancora molto marcata, con il divario che appare numericamente e sostanzialmente persistente;
nel dettaglio, secondo la fondazione Gimbe: “nel 2023, 8 Regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all’anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile: a perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). “La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide dimostra che la tenuta del SSN non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria”;
secondo il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “la diminuzione delle performance anche nelle Regioni storicamente più solide e affidabili dimostra come la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale non possa più essere considerata garantita, anche nei territori con maggiori risorse o con una reputazione sanitaria consolidata”. Egli sottolinea inoltre come “il monitoraggio certifica, ancora una volta, che la tutela della salute dei cittadini dipende in modo sostanziale dalla regione di residenza e che le disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese si stanno ampliando, con una frattura più ampia di quanto le statistiche evidenzino”. Tale scenario evidenzia l’urgenza di interventi strutturali e strategici per ridurre le disparità e garantire un’adeguata tutela della salute pubblica su tutto il territorio nazionale, nel rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza e solidarietà,
si chiede di sapere:
in relazione alla definizione e al monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza, quali strumenti e metodologie vengano adottati per garantire la trasparenza e l’efficacia delle attività di controllo e verifica, come si intendano affrontare le disparità territoriali nelle performance sanitarie tra Nord e Sud del Paese e quali interventi strutturali si prevedano per ridurre il divario evidenziato dai recenti rapporti della Fondazione Gimbe;
quali siano le principali criticità nella implementazione degli indicatori di performance, se si intendano ampliare al fine di consentire un monitoraggio più trasparente e quali misure si stiano adottando per migliorare la qualità e la comparabilità dei dati raccolti annualmente dal Ministero della salute;
in considerazione delle criticità emerse, quali strumenti di monitoraggio e verifica si intendano rafforzare o introdurre per garantire una maggiore efficacia delle politiche di tutela della salute pubblica;
quali politiche e interventi si prevedano per migliorare la capacità delle Regioni meno performanti di rispettare i LEA e ridurre le disparità di accesso e qualità delle prestazioni sanitarie.