Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02383

Atto n. 4-02383

Pubblicato il 10 settembre 2025, nella seduta n. 339
Risposta pubblicata il 26 novembre 2025 nel fascicolo n. 120

DE CRISTOFARO, CUCCHI, MAGNI, CRISANTI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della difesa. -

Premesso che:

la missione umanitaria “Global Sumud Flotilla” (GSF) è partita tra agosto e settembre 2025 con l’obiettivo di rompere il blocco navale di Gaza per consegnare aiuti umanitari;

nella notte tra l’8 e il 9 settembre, un’imbarcazione della GSF, la “Family Boat”, battente bandiera portoghese e precedentemente utilizzata da alcuni membri dell’organizzazione, è stata colpita da un ordigno incendiario presumibilmente sganciato da un drone, mentre era ormeggiata al largo del porto di Sidi Bou Said, in Tunisia. L'incendio, estinto rapidamente, non ha provocato feriti, ma ha danneggiato seriamente il ponte superiore e la stiva;

i video diffusi dagli attivisti mostrano l’istante dell’impatto e il successivo incendio, mentre una prima ricostruzione delle autorità tunisine attribuisce l'incendio a circostanze accidentali come una sigaretta accesa o un cortocircuito;

esperti indipendenti, tra cui analisti della BBC Verify, hanno osservato i video e confermato che “potrebbe trattarsi di un drone”, mettendo in discussione la versione ufficiale delle autorità tunisine;

nella notte successiva, un secondo attacco (sempre presunto e tramite drone) ha colpito la nave di delegazione spagnola “Alma”, battente bandiera britannica; anche in questo caso non sono stati registrati feriti;

il convoglio ha dichiarato l’intenzione di proseguire la missione nonostante gli attacchi, ribadendo la natura pacifica e civile dell’iniziativa e la volontà di spezzare l’assedio a Gaza, consentendo il passaggio di aiuti umanitari,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei due presunti attacchi con drone (al “Family Boat” e alla “Alma”) avvenuti nel porto tunisino di Sidi Bou Said e se dispongano di ulteriori informazioni, ad esempio da canali diplomatici o servizi di sorveglianza, che possano contribuire alla ricostruzione dei fatti in modo trasparente, oltre che a garantire l’incolumità dei volontari;

se sia già stato attivato un canale diplomatico con le autorità tunisine per ottenere chiarimenti ufficiali sull’accaduto, con particolare riferimento alla dinamica degli eventi e alla identificazione dell’eventuale responsabilità esterna;

se non ritengano opportuno sollecitare in sede ONU, UE o presso organismi internazionali competenti, l’avvio di un’indagine indipendente e trasparente, anche per tutelare il diritto internazionale umanitario e garantire la sicurezza di missioni civili e umanitarie;

se abbiano intenzione di avviare iniziative diplomatiche volte alla messa in sicurezza dei cittadini italiani coinvolti in iniziative analoghe, prevedendo anche linee guida preventive elaborate in collaborazione con agenzie ONU, ONG e alleanze multilaterali;

se possano escludere qualsiasi forma di coinvolgimento diretto o indiretto, in via operativa o di intelligence, da parte dell’Italia o altro Paese, in relazione agli attacchi con droni subiti dalla Global Sumud Flotilla nelle acque tunisine;

se non intendano esprimere una posizione pubblica di solidarietà alla Global Sumud Flotilla e, più in generale, alla protezione delle iniziative civili umanitarie, ribadendo il rispetto e l’inviolabilità delle missioni di pace.