Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-02135
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Atto n. 3-02135
Pubblicato il 10 settembre 2025, nella seduta n. 339
BOCCIA, MISIANI, MARTELLA, D'ELIA, VERINI - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
secondo i dati ISTAT pubblicati il 6 agosto 2025, nel cumulato dei primi sei mesi del 2025, l’indice della produzione industriale, nel suo complesso, ha registrato un calo del 9,4 per cento. Nello stesso periodo, il settore automotive ha registrato un decremento del 19,8 per cento. Nello specifico, l’indice della produzione di autoveicoli (cod. ATECO 29.1) è risultato in calo del 18,1 per cento nel mese e del 26,8 per cento nel cumulato; l’indice della produzione di carrozzerie R&S (cod. ATECO 29.2) è diminuito dello 0,5 per cento nel mese e incrementato del 4,5 per cento nel cumulato; l’indice della produzione di parti e accessori per autoveicoli (cod. ATECO 29.3) è cresciuto dello 0,5 per cento nel mese e calato del 12,6 per cento nel cumulato;
sempre secondo ISTAT, il fatturato del settore automotive, a livello tendenziale, ha registrato una variazione negativa del proprio indice dell'1,9 pe cento nel mese di giugno 2025, con un decremento delle commesse del mercato interno (meno 4 per cento) e un incremento in quelle estere (più 0,3 per cento). Nel cumulato la variazione del fatturato totale risulta calata del 12,3 per cento, a fronte di un meno 15,8 per cento sul mercato interno e meno 9,3 per cento sul mercato estero;
i dati raccolti, i dati di produzione di auto in Italia nei primi sei mesi del 2025 si sono fermati a 123.905 unità, registrando un calo del 33,6 per cento, con la priezione del risultato annuale che si stima di essere di appena 250.000 vetture. Al ritmo di produzione attuale, l’Italia non può più considerarsi, come in passato, una potenza industriale in campo automobilistico e più in generale dell’automotive;
secondo i dati dell’OICA, nel 2024 la Germania ha prodotto 4.069.222 vetture, la Spagna 1.918.244, la Repubblica Ceca 1.452.881, la Slovacchia 993.000, la Francia 910.243, la Romania 560.012 e l’Ungheria 437.000. L’Italia con 309.750 vetture è a rischio di un clamoroso sorpasso anche da parte del Portogallo con 261.000 unità prodotte;
tutti i principali stabilimenti di produzione di autovetture hanno ritmi di produzione bassi e lunghe fasi di chiusura temporanea. Nello stabilimento torinese Stellantis di Mirafiori, che rappresenta idealmente la bandiera della produzione automobilistica in Italia, nel primo semestre 2025, sono state prodotte 15.315 unità, in calo del 21,5 per cento rispetto alle 19.510 del 2024 e del 56,3 per cento rispetto alle 35.014 del 2021. Dal punto di vista occupazionale, dopo le 610 uscite incentivate annunciate a luglio scorso, il predetto stabilimento impiega ora 2.100 addetti a cui, nel periodo dal 1° settembre 2025 al 31 gennaio 2026, è stato prolungato il contratto di solidarietà con taglio del monte ore fino all’80 per cento;
nello stabilimento di Cassino, nel primo semestre 2025, sono state prodotte 10.500 unità, in calo del 34 per cento rispetto alle 15.900 del 2024 e del 54,3 per cento rispetto alle 22.966 del 2021. A seguito dell’ultimo piano di esuberi, il livello di occupati diretto dello stabilimento è sceso a 2.400, un numero in forte calo rispetto ai circa 4.500 del 2019 e ai 5.000 di dieci anni fa. Nei primi sei mesi del 2025 si sono registrate oltre 50 giornate di fermo produttivo, con circa 700 lavoratori coinvolti nel contratto di solidarietà. Nello stabilimento si lavora su un solo turno;
lo stabilimento di Pomigliano d'Arco Stellantis, che rappresenta da solo il 64 per cento della produzione nazionale di auto, ha chiuso il primo semestre 2025 con 78.975 vetture prodotte, in calo del 24 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024. La FIAT Panda, con 67.500 unità, resta il modello trainante, coprendo da sola il 54 per cento della produzione auto in Italia, ma anche su questo modello si registra una flessione del 15 per cento rispetto al primo semestre 2024. Il calo produttivo invece è netto per Alfa Romeo Tonale, con solo 10.115 unità (meno 20 per cento), mentre Dodge Hornet registra un crollo a 1.360 unità (meno 90 per cento). Alla scadenza di un biennio di cassa integrazione ordinaria, lo stabilimento ha ottenuto la proroga in deroga del contratto di solidarietà per tutti i 3.750 operai, fino al 7 settembre 2026 e con una riduzione dell’orario di lavoro fino al 75 per cento;
lo stabilimento di Melfi, nel primo semestre 2025, ha prodotto 19.070 unità, in calo del 59,4 per cento rispetto alle 47.020 del 2024 e dell’83 per cento rispetto alle 112.796 del 2021. Quello che per anni è stato considerato il gioiello industriale italiano è ora in una fase di difficile transizione. Nel primo semestre del 2025 si sono registrati 25 giorni di fermo collettivo gestiti con contratti di solidarietà. Dal 2021 circa 2.200 lavoratori sono usciti su base volontaria, portando gli occupati a 4.860, con un ulteriore piano di 500 esuberi previsto per l’anno in corso e il rinnovo del contratto di solidarietà fino al 26 giugno 2026, che interesserà 3.888 dipendenti per una percentuale dell’80 per cento;
alla crisi di volumi degli stabilimenti auto di Stellantis si affiancano i problemi di saturazione delle fabbriche di motori come Termoli, dove organizzazioni sindacali e direzione dello stabilimento hanno raggiunto un accordo per un nuovo contratto di solidarietà dal primo settembre 2025 al 31 agosto 2026 e che riguarda tutti gli oltre 1.800 dipendenti del polo. Ad aggravare la situazione è la totale mancanza di prospettive per il progetto della futura gigafactory in un primo momento assegnata da ACC (joint venture tra Stellantis, Mercedes e Total Energy) al polo molisano e poi bloccata;
nel complesso, il numero dei lavoratori metalmeccanici del gruppo Stellantis che si ritrovano con orari ridotti e stipendi tagliati ha raggiunto la soglia di 7.850 unità. A queste si aggiungono le ricadute occupazionali dell’indotto. La rinnovata richiesta di Stellantis di usare ammortizzatori in più stabilimenti fa emergere in tutta evidenza le gravi difficoltà dell’azienda e, più in generale, del settore automotive in Italia;
l’obiettivo di produrre almeno un milione di veicoli in Italia entro il 2030 appare lontano e ormai a forte rischio e le iniziative finora intraprese per il rilancio del settore dell'automotive e per la tutela dei relativi livelli occupazionali non hanno prodotto risultati. Pesa sul settore il grave definanziamento del Fondo Automotive ed emerge l’esigenza di un rapido aggiornamento del Piano industriale per il rilancio del settore. La paventata introduzione di un secondo produttore di auto in Italia è rimasta finora a livello di sottoscrizione di memorandum, peraltro con diretti concorrenti dell’industria dell’automotive italiana ed europea,
si chiede di sapere:
quali misure urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per invertire il trend di caduta del settore dell’automotive e quante nuove risorse intenda investire per favorirte il rilancio della produzione di vetture negli stabilimenti di Mirafiori, Pomigliano d’Arco, Cassino, Melfi e per il futuro dello stabilimento di Termoli; se non ritenga, a tal fine, necessario convocare tempestivamente un incontro con i vertici del gruppo Stellantis e i sindacati per discutere di nuove strategie industriali che interessano ciascuno degli impianti produttivi che insistono nel territorio italiano;
se intenda fornire aggiornamenti sulla ricerca del secondo produttore in Italia e sugli eventuali sviluppi occorsi ai 4 memorandum sottoscritti con importanti case automobilistiche cinesi interessate ad investire in Europa; se in alternativa non ritenga più opportuno attivarsi nelle sedi istituzionali europee al fine di promuovere politiche volte a favorire la filiera dell’automotive europeo, con l’obiettivo di una presenza stabile e significativa nel territorio italiano di stabilimenti operativi, di investimenti, di livelli occupazionali, di indotto e componentistica;
se intenda sostenere iniziative condivise con altri Paesi membri in ambito UE finalizzate all’istituzione di un Fondo pluriennale per la competitività europea dedicato a supportare le imprese del settore automotive europee alla luce degli obiettivi già fissati nel contesto europeo.