Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02305
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Atto n. 4-02305
Pubblicato il 24 luglio 2025, nella seduta n. 333
MAIORINO, CASTELLONE, NAVE, BILOTTI, LICHERI Sabrina, LOREFICE - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che, a quanto risulta all’interrogante:
la cittadina italo-somala L.P., insieme alle sue sorelle, è comproprietaria di un immobile di 5.500 metri quadrati situato a Mogadiscio (Somalia), nel quartiere Hodan, in via Afgoye (VI chilometro, zona Seypiano);
la proprietà, ereditata dal padre biologico (P.E., cittadino italiano deceduto) non porta il suo cognome, in quanto al momento della nascita delle figlie non era ancora intervenuto il divorzio con la moglie precedente, circostanza che ha impedito formalmente il riconoscimento anagrafico delle figlie, pur nella piena consapevolezza e accettazione della paternità da parte dello stesso padre e delle autorità consolari italiane;
l’immobile comprendeva una casa, un pozzo d’acqua dolce trivellato a spese della famiglia e un’area estesa nel cuore urbano di Mogadiscio, di elevato valore anche a causa dell’espansione edilizia nella zona;
da anni la famiglia P. denuncia l’occupazione abusiva della proprietà da parte di due individui, identificati come Abdi Nassir Ali Addon e un suo complice, e di recente è stata confermata la demolizione arbitraria dell’abitazione da parte degli abusivi, a fini di speculazione edilizia;
per ragioni connesse alla guerra civile somala, iniziata nel 1990 e protrattasi per oltre 30 anni, la famiglia proprietaria, come moltissimi altri italo-somali, non ha potuto far ritorno nel Paese, né esercitare i propri diritti di proprietà fino a tempi recenti;
in seguito al miglioramento della situazione e al quadro normativo internazionale sulla tutela dei diritti di proprietà degli apolidi, delle minoranze e dei cittadini in diaspora, la famiglia ha cercato di far valere le proprie ragioni, affidando la rappresentanza locale al cugino Caydaruus Mohamed Abdi;
il consolato italiano era a conoscenza della filiazione e del patrimonio intestato alle figlie, senza che risulti, ad oggi, un intervento efficace a tutela della loro posizione;
considerato che:
l’Italia ha una lunga storia di rapporti culturali, politici e familiari con la Somalia, e numerosi cittadini italiani e italo-somali hanno mantenuto, nonostante il conflitto, diritti di proprietà, memoria familiare e radici materiali nel Paese;
l’Unione europea e l’Italia hanno sottoscritto impegni vincolanti per la protezione dei diritti dei cittadini europei all’estero, nonché per la tutela dei beni delle persone rifugiate, esuli o impossibilitate al rientro per cause di forza maggiore;
l’occupazione illegittima e la demolizione dell’immobile rappresentano una violazione dei diritti di proprietà, del principio di non discriminazione e della protezione del patrimonio materiale delle famiglie italo-somale, tanto più grave perché coinvolge cittadini italiani o di origine italiana,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia informato della situazione della signora L.P. e delle sue sorelle e se abbia mai fornito assistenza consolare attiva in merito alla rivendicazione della proprietà;
quali iniziative intenda intraprendere presso le autorità somale, direttamente o tramite l’Unione europea, al fine di accertare e tutelare i diritti di proprietà della famiglia P. e ottenere il ripristino o l’indennizzo in caso di demolizione illegittima;
se vi sia, presso l’ambasciata o le autorità consolari, un registro o una mappatura delle proprietà reclamate da cittadini italiani o italo-somali in Somalia, e se si intenda istituire un meccanismo di supporto per casi analoghi;
se intenda attivarsi nelle sedi di competenza per tutelare il patrimonio e i diritti civili delle persone della diaspora italo-somala che hanno subito danni permanenti a causa della guerra e dell’assenza di strumenti di tutela internazionale.