Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02195

Atto n. 4-02195

Pubblicato il 26 giugno 2025, nella seduta n. 321

CAMUSSO, TAJANI, MISIANI, LOSACCO, RANDO, ZAMBITO, LA MARCA, BASSO, D'ELIA, ROJC, DELRIO, GIACOBBE, ALFIERI, MANCA, VERINI, MARTELLA - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle imprese e del made in Italy. -

Premesso che:

nel 2021 il gruppo Euronext ha acquisito Borsa italiana dal London stock exchange group per un valore complessivo di 4,4 miliardi di euro, integrando la piazza finanziaria milanese in un network europeo che comprende, tra le altre, le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Dublino, Lisbona e Oslo;

il gruppo Borsa italiana costituisce un asset strategico per il sistema economico e finanziario nazionale, rivestendo un ruolo centrale nella gestione dei mercati, nella mobilitazione del risparmio e nel sostegno alla capitalizzazione e crescita delle imprese italiane;

in data 27 giugno 2024, si è svolto il primo sciopero nella storia bicentenaria di Borsa italiana, in risposta alla progressiva delocalizzazione delle funzioni decisionali verso la sede di Parigi e al conseguente rischio per la tenuta occupazionale dell’azienda;

a seguito della mobilitazione sindacale, nell’ottobre 2024 sono state sottoscritte diverse intese tra le rappresentanze dei lavoratori e i vertici aziendali, finalizzate a garantire stabilità occupazionale, valorizzare il personale italiano e salvaguardare le competenze tecniche e direzionali presenti nel nostro Paese;

considerato che:

a distanza di circa un anno dall’avvio della vertenza e di sei mesi dalla stipula degli accordi, i numerosi impegni assunti dall’azienda risultano disattesi, alimentando preoccupazione sul futuro del presidio italiano del gruppo Euronext;

nonostante la solidità economico-finanziaria dell’azienda e i risultati di bilancio positivi, si registrano numerosi licenziamenti individuali per “giustificato motivo oggettivo”, oltre al continuo allontanamento di dirigenti e figure chiave italiane, frequentemente non sostituite o sostituite con personale estero, in particolare francese, con conseguente perdita di know how e attenzione alla specificità del mercato italiano;

è stato inoltre avviato un progressivo trasferimento di funzioni, competenze e attività operative verso altre sedi europee, in particolare a Parigi, con un conseguente indebolimento della governance e della capacità direzionale italiana, e in Portogallo, dove si profila il rischio di perdere funzioni altamente specializzate, frutto di anni di esperienza;

le rappresentanze sindacali denunciano l’esclusione dal confronto, il rifiuto del sindacato come interlocutore nelle trasformazioni in atto e l’assenza di qualsiasi progettualità condivisa in materia di formazione, aggiornamento e ricollocamento del personale, strumenti indispensabili per affrontare i cambiamenti organizzativi e garantire continuità occupazionale;

al fine di salvaguardare le competenze e le eccellenze sviluppate nel nostro Paese, tutelare i lavoratori di un’infrastruttura essenziale per la competitività del sistema economico e proteggere il risparmio degli italiani, nonché garantire a Borsa italiana un ruolo centrale all’interno del panorama finanziario europeo,

si chiede di sapere:

se la Ministra del lavoro e delle politiche sociali intenda verificare se il ricorso ai licenziamenti individuali da parte del gruppo Euronext stia avvenendo in modo improprio o strumentale, con l’effetto di eludere gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali, compromettendo le garanzie occupazionali e il rispetto delle prerogative sindacali;

se il Ministro delle imprese e del made in Italy intenda attivarsi per promuovere l’apertura di un tavolo istituzionale, al fine di tutelare la centralità dell’Italia all’interno del network europeo, salvaguardare gli obiettivi strategici dell’asset Borsa italiana e garantire un presidio effettivo nel nostro Paese delle funzioni chiave legate alla governance dei mercati;

quali iniziative concrete e urgenti i Ministri in indirizzo intendano assumere per garantire i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, e per impedire che l’attuale processo di riorganizzazione interna del gruppo si traduca in un progressivo svuotamento delle sedi italiane di un presidio strategico per il nostro sistema Paese.