Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-02009
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Atto n. 3-02009
Pubblicato il 26 giugno 2025, nella seduta n. 321
VERINI, SENSI, PARRINI, D'ELIA, VALENTE, CAMUSSO, ROJC, LA MARCA, TAJANI, BASSO, ZAMPA, IRTO, VERDUCCI, NICITA, GIACOBBE, MALPEZZI, ZAMBITO, RANDO, MANCA, DELRIO, ROSSOMANDO, MARTELLA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
dopo le analoghe notizie di qualche settimana fa, nei giorni scorsi è emerso che con lo spyware “Graphite” dell’azienda israeliana "Paragon Solutions" è stata compiuta attività di spionaggio su due giornalisti: Ciro Pellegrino e un reporter europeo che ha scelto di rimanere anonimo. Questo il risultato dell’analisi condotta dal Citizen Lab dell’università di Toronto, che già si era occupata del caso per verificare gli accessi sugli smartphone degli attivisti della ONG “Mediterranea”;
lo scorso 29 aprile è apparsa una notifica sui cellulari dei due giornalisti: "Apple ha rilevato un attacco spyware mercenario mirato contro il tuo iPhone. È probabile che questo attacco ti stia prendendo di mira specificamente per via della tua identità o delle tue attività". I due giornalisti, si legge sulla stampa, avrebbero affidato i dispositivi al Citizen Lab e dal responso sarebbe stato identificato "un indicatore che collega entrambi i casi allo stesso operatore Paragon";
tra i giornalisti spiati risulterebbe anche Francesco Cancellato, caporedattore del sito “Fanpage” e autore dell'inchiesta su Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile del partito di destra Fratelli d’Italia;
il suo caso era emerso quasi un mese fa, generando sconcerto e esigenze di chiarimenti e portando lo stesso COPASIR, per le sue competenze, ad aprire una prima fase di indagine;
la ONG Mediterranea, precedentemente, sul proprio sito internet aveva pubblicato una nota dove segnalava di aver “appreso da fonti giornalistiche che, finalmente, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, delegato dal Governo, ha ammesso che Mediterranea e i suoi attivisti, tra questi Luca Casarini, sono stati spiati dai servizi segreti con il software militare Paragon Graphite perché considerati 'pericolo per la sicurezza nazionale'. L’attività di spionaggio è stata richiesta dal Governo Meloni e autorizzata dal Procuratore generale presso la corte d’appello di Roma, dott. Amato”;
nella lista delle persone vittime del software di hacking Paragon, c’è anche il nome di don Mattia Ferrari, cappellano di bordo di Mediterranea Saving Humans. Il sacerdote sarebbe stato avvisato da “Meta” di essere l'obiettivo di un "sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate" l'8 febbraio 2024;
in particolare, nel rapporto "Adversarial threat report" di Meta pubblicato nel febbraio 2024, l'azienda ha riferito di aver individuato e tentato di contrastare le operazioni di alcuni spyware operanti nel settore della sorveglianza a pagamento che hanno preso di mira persone in tutto il mondo. L'8 febbraio 2024 non è una data casuale: corrisponde al primo giorno in cui l’AISE, i servizi segreti per l’estero, attivarono il sistema di "Graphite". Da quel giorno iniziarono a usarlo;
sia don Mattia sia Casarini, riporta una inchiesta de “Il Post”, avevano una consuetudine con papa Francesco, con vari suoi collaboratori in Vaticano e con alcuni dei più importanti dirigenti della Conferenza episcopale italiana, essendo anche invitati all’assemblea del Sinodo, iniziata il 2 ottobre 2024. Il Graphite era stato inoculato nel telefono dell’attivista il 5 settembre 2024. "Io in quei giorni - ha dichiarato il sig. Casarini - ho parlato con decine di vescovi e di cardinali, compreso l’allora cardinale Prevost, oggi Leone XIV. Di certo non sapevo che tutto quello che mi dicevo con loro, i documenti che ci inviavamo via WhatsApp o via mail, potesse essere intercettato";
la vicenda Paragon, ai danni del direttore di “Fanpage”, di altri giornalisti e degli attivisti di Mediterranea, non ha avuto risposte chiare e convincenti da parte del sottosegretario Mantovano;
il giornalista conduttore della trasmissione “Report”, Sigfrido Ranucci, a Bruxelles durante un convegno, rispondendo ad una domanda ha affermato: "Sospetti" di essere sotto controllo in Italia "ne abbiamo avuti sempre. Ho avuto in almeno tre occasioni la certezza, perché la mia scorta ha sorpreso tre persone che mi seguivano e filmavano durante l'incontro con una fonte. In un'altra occasione ho avuto la certezza che Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha attivato i servizi segreti per chiedere informazioni sulla mia attività". La smentita del sottosegretario di fronte alle affermazioni di Sigfrido Ranucci è apparsa agli interroganti difensiva ed evasiva;
a tutto questo si è aggiunto il fatto che il sito giornalistico online “Dagospia” ha reso noto che nell'attività di spionaggio per almeno cinque mesi è stato coinvolto anche il suo direttore Roberto D’Agostino. La Procura di Roma, a tal proposito, ha disposto accertamenti tecnici sul cellulare di Roberto D'Agostino e su quello di altre sei persone, nell’ambito dell’indagine sullo spyware di Paragon, allargando lo scandalo delle intercettazioni illegittime in cui sarebbe coinvolto il Governo italiano ed altri soggetti;
l'Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa hanno rivolto "il pieno sostegno al meritorio lavoro degli inquirenti che hanno mostrato di cogliere in pieno la gravità e la solidità della denuncia presentata". Le due organizzazioni confidano "che l'inchiesta giudiziaria saprà rispondere in tempi rapidi, alle domande che Odg e Fnsi hanno posto immediatamente: quanti sono realmente i giornalisti spiati? Da chi? E perché?",
si chiede di sapere se, di fronte a queste inquietanti vicende che riguardano azioni di spionaggio e attività di intelligence su giornalisti e attivisti da parte di apparati esteri e nazionali, la Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell’interno non ritengano necessario e urgente, nel rispetto delle competenze degli organi parlamentari specificamente responsabili del controllo sui servizi di informazioni, informare il Parlamento fornendo elementi di chiarezza e trasparenza che al momento sarebbero compromessi da gestioni poco chiare, che sollevano interrogativi davvero inquietanti.