Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01947
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Atto n. 3-01947
Pubblicato il 29 maggio 2025, nella seduta n. 310
ALOISIO, NATURALE, NAVE, BILOTTI, CATALDI, SIRONI, DAMANTE, GUIDOLIN, GAUDIANO, MAZZELLA, DI GIROLAMO, FLORIDIA Barbara, SCARPINATO, MARTON - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la pandemia di COVID-19, scoppiata nel dicembre 2019, ha rappresentato uno dei più gravi eventi sanitari, sociali ed economici della storia recente. La diffusione del virus ha evidenziato significative lacune nei sistemi di risposta globale, sottolineando la necessità di un coordinamento internazionale più efficace e di strumenti normativi condivisi per fronteggiare future emergenze sanitarie di vasta portata. Dopo tre anni di intensi negoziati e approfondite consultazioni, l'Assemblea mondiale della sanità, organo legislativo dell'Organizzazione mondiale della sanità, in data 20 maggio 2025, ha adottato formalmente il primo accordo pandemico globale. Questo strumento internazionale mira a rafforzare la preparazione e la risposta collettiva alle future pandemie, affrontando le criticità emerse durante la crisi da COVID-19;
l'accordo pandemico globale rappresenta il secondo accordo vincolante, negoziato sotto l'articolo 19 della costituzione dell'OMS, dopo la convenzione quadro per il controllo del tabacco del 2003. Il patto pandemico definisce principi, approcci e strumenti per un miglior coordinamento internazionale, con particolare attenzione all’accesso equo e tempestivo a vaccini, terapie e strumenti diagnostici. Tra gli obiettivi principali vi è anche la promozione di una maggiore trasparenza, collaborazione e solidarietà tra le nazioni, affinché si possa affrontare con maggiore efficacia le minacce sanitarie emergenti. Più specificamente, stabilisce principi, strumenti e meccanismi per rafforzare la cooperazione internazionale in caso di future emergenze sanitarie, con particolare attenzione all'accesso equo e tempestivo a vaccini, terapie e diagnostica;
secondo quanto sancito nel testo approvato, l’OMS non potrà in alcun modo imporre agli Stati membri misure specifiche quali lockdown, obblighi vaccinali o restrizioni ai viaggi. Questa disposizione ribadisce e rafforza il principio fondamentale della sovranità nazionale nelle politiche sanitarie, un punto chiave emerso nel corso delle negoziazioni, e testimonia l’impegno a rispettare l’autonomia decisionale degli Stati nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità;
il testo dell’accordo prevede altresì la creazione di un meccanismo finanziario di coordinamento, volto a ottimizzare le risorse e a garantire un supporto finanziario efficace durante le emergenze sanitarie. Inoltre, si prevede lo sviluppo di una rete globale per la logistica e la catena di fornitura, con l’obiettivo di superare le disuguaglianze nell’accesso ai prodotti sanitari essenziali, favorendo un intervento rapido ed efficiente su scala mondiale;
il presidente dell’Assemblea di quest’anno, il segretario alla salute delle Filippine, Teodoro Herbosa, ha evidenziato come l’accordo rappresenti “un’opportunità unica per garantire che le lezioni apprese dal COVID-19 non vadano sprecate”. In tale contesto, ha sottolineato l’importanza di un approccio cooperativo e rispettoso delle diversità di approcci nazionali, volto a rafforzare la preparazione globale senza ledere la sovranità di ciascun Paese. Si ritiene che l'adozione di questo accordo rappresenti un passo importante verso un sistema internazionale nella gestione delle pandemie. Tuttavia, resta fondamentale il ruolo delle singole nazioni nel rispettare e attuare gli impegni assunti, garantendo così un’efficace tutela della salute pubblica a livello globale;
tra i prossimi passi previsti, si annovera l’avvio dei negoziati per la definizione del sistema globale di condivisione dei patogeni e dei benefici derivanti (PABS). Tale sistema sarà oggetto di ulteriori discussioni e decisioni nella prossima Assemblea mondiale, con l’obiettivo di garantire una distribuzione equa e tempestiva delle risorse sanitarie. In particolare, si prevede che almeno il 20 per cento della produzione globale di strumenti sanitari venga destinata rapidamente ai Paesi più a rischio e in maggiore necessità, con priorità per quelli in via di sviluppo. Per entrare in vigore, l'accordo pandemico richiede la ratifica di almeno 60 Paesi. Una volta raggiunto questo obiettivo, il documento diventerà obbligatorio, rafforzando la capacità globale di prevenzione, preparazione e risposta alle emergenze sanitarie future;
considerato che:
l’adozione dell’accordo si è verificata durante una sessione plenaria dell’Assemblea, conclusasi con il voto favorevole di 124 Stati membri, mentre 11 Paesi si sono astenuti. Tra gli astenuti, oltre all’Italia, figurano anche Russia, Iran, Bulgaria, Polonia, Giamaica, Israele, Romania, Paraguay, Guatemala e Slovacchia. La decisione riflette l’importanza di un impegno condiviso nel rafforzare l’architettura sanitaria internazionale, pur rispettando le diversità di approccio e sovranità degli Stati coinvolti;
l’astensione dell’Italia, rappresentata in sede di voto, ha suscitato reazioni contrastanti. Matteo Bassetti, direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale policlinico “San Martino” di Genova e figura di rilievo nel periodo pandemico, ha espresso il suo rammarico: “Non è un bel segnale. Mi sembrava che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, avesse sottolineato come l’Italia fosse parte integrante dell’OMS. Sfilarsi da un accordo così importante rischia di isolare il nostro Paese in un momento in cui l’unità internazionale e la collaborazione sono fondamentali per affrontare le emergenze sanitarie globali. Mi dispiace, perché l’unione dovrebbe essere la nostra priorità”,
si chiede di sapere:
quali siano le ragioni che hanno portato l’Italia a decidere di astenersi dall’adozione dell’accordo pandemico globale dell’OMS, nonostante il voto favorevole di 124 altri Stati membri;
in che modo si intenda garantire l’attuazione efficace dell’accordo pandemico nel nostro Paese, considerando che l’Organizzazione mondiale della sanità non potrà imporre misure specifiche come lockdown, obblighi vaccinali o restrizioni ai viaggi;
quali iniziative si stiano considerando per rafforzare la collaborazione e l’impegno dell’Italia nel contesto multilaterale in materia di salute globale;
come intenda il Ministro in indirizzo monitorare e valutare l’effettivo rispetto degli impegni assunti dall’Italia e dagli altri Stati nella fase di attuazione dell’accordo, in modo da garantire che le misure prese siano efficaci nel rafforzare la prevenzione e la risposta alle pandemie;
quali misure siano state adottate o pianificate per migliorare l’autonomia nazionale nel garantirsi l’approvvigionamento di vaccini, terapie e strumenti diagnostici, nel rispetto degli intenti dell’accordo.