Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 1-00150
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Atto n. 1-00150
Pubblicato il 27 maggio 2025, nella seduta n. 308
TURCO, BEVILACQUA, BILOTTI, CROATTI, DI GIROLAMO, GAUDIANO, LICHERI Sabrina, LOREFICE, LOPREIATO, NATURALE, NAVE
Il Senato,
premesso che:
i pensionati rappresentano una componente fondamentale della nostra società, avendo contribuito con il proprio lavoro alla crescita economica, sociale e culturale del Paese;
negli ultimi anni, a causa dell'inflazione elevata e del “caro vita”, il potere d’acquisto dei pensionati ha subito un drastico ridimensionamento, mettendo a rischio la loro sicurezza economica e la loro qualità di vita;
secondo i dati ISTAT, al 1° gennaio 2024 in Italia vi erano oltre 16 milioni di pensionati, di cui più del 42 per cento percepisce una pensione inferiore a 1.000 euro al mese;
negli ultimi tre anni, l’inflazione cumulata ha superato il 17 per cento, con una perdita media stimata del potere d’acquisto pari a circa 2.800 euro annui per i pensionati con redditi medio-bassi;
il caro vita ha colpito in particolare i beni di prima necessità: nel solo 2024, i prezzi di alimentari e utenze domestiche sono cresciuti in media del 7,2 per cento (dati ISTAT), con un impatto devastante sui bilanci familiari degli anziani;
a partire da giugno 2025, l’INPS procederà al recupero di somme fino a 200 euro al mese, riferite a bonus (anti inflazione e bollette) erogati nel 2022, ritenuti successivamente "non spettanti". Tale operazione colpirà decine di migliaia di pensionati, molti dei quali inconsapevoli della presunta irregolarità e impossibilitati a sostenere nuovi esborsi;
questa scelta, seppur formalmente motivata da esigenze contabili, appare profondamente iniqua e inopportuna, colpendo cittadini fragili in una fase di particolare difficoltà economica;
la rivalutazione delle pensioni prevista per il 2025, fissata allo 0,8 per cento, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del dicembre 2024, risulta ampiamente inadeguata rispetto all’inflazione effettiva, stimata dall’ISTAT al 5,1 per cento nel 2024;
l’applicazione del meccanismo di rivalutazione “a fasce” anziché “per scaglioni”, introdotto dal Governo con la legge di bilancio per il 2024, ha causato tagli significativi anche alle pensioni comprese tra 1.500 e 2.200 euro netti, con una perdita annua di circa 400-600 euro;
l’Italia presenta una delle pressioni fiscali più alte in Europa sui redditi da pensione: secondo uno studio OCSE 2023, un pensionato medio italiano versa in media il 20,2 per cento del proprio reddito in tasse dirette, contro una media UE del 12,7 per cento;
considerato che:
in un contesto di crisi economica persistente, è compito delle istituzioni proteggere i soggetti più vulnerabili, evitando di adottare misure che peggiorino ulteriormente la loro condizione;
la Costituzione, all’articolo 38, riconosce il diritto dei cittadini inabili al lavoro e sprovvisti dei mezzi necessari per vivere a ricevere mezzi adeguati alle loro esigenze di vita;
è urgente e necessario un cambio di rotta che restituisca dignità e sicurezza economica ai pensionati italiani,
impegna il Governo:
1) a sospendere immediatamente le trattenute operate dall’INPS per il recupero dei bonus percepiti nel 2022 dai pensionati prevedendo una sanatoria o comunque un meccanismo più equo di verifica e rateizzazione, tutelando i pensionati a basso reddito;
2) ad adottare una rivalutazione piena e proporzionale delle pensioni, basata sull’effettivo incremento del costo della vita, anche attraverso l’adozione di un meccanismo per scaglioni che garantisca maggiore progressività e giustizia redistributiva;
3) ad introdurre misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sui redditi da pensione, a partire dalle fasce più basse, favorendo la piena detassazione almeno fino a 1.000 euro netti mensili;
4) ad elaborare un piano di riforma strutturale del sistema pensionistico, finalizzato a garantire stabilità, equità, sostenibilità e dignità, da attuare anche attraverso la revisione della “legge Fornero”, il riconoscimento dei lavori gravosi e usuranti, e l’introduzione di strumenti di pensione anticipata per le categorie fragili;
5) a promuovere un tavolo permanente di confronto con le associazioni dei pensionati, i sindacati e gli enti previdenziali, per monitorare l’impatto sociale delle misure adottate e correggere tempestivamente eventuali effetti regressivi.