Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02113

Atto n. 4-02113

Pubblicato il 22 maggio 2025, nella seduta n. 307

ALOISIO, PIRONDINI, LOPREIATO, FLORIDIA Barbara, NATURALE, NAVE, GAUDIANO, CATALDI, GUIDOLIN - Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. -

Premesso che:

i Campi Flegrei sono una caldera di circa 13 chilometri di diametro, costituita da una vasta depressione di origine vulcanica che si è formata a seguito di grandi eruzioni esplosive avvenute nel passato, di cui si conservano ancora evidenze nel paesaggio. Questa caldera attualmente si presenta come un sistema altamente attivo, dove la presenza di fumarole, sorgenti termali, anomalie di pressione e sismicità di diversa natura testimoniano che il magma e i gas magmatici sono presenti e in movimento sotto la superficie;

i Campi Flegrei costituiscono uno dei più complessi e pericolosi sistemi vulcanici attivi del pianeta, unitamente al Vesuvio, rappresentando una sfida di natura scientifica, tecnica e gestionale di fondamentale importanza per la sicurezza della popolazione residente nell’area metropolitana di Napoli e delle zone circostanti. Nonostante l’attività di monitoraggio sia stata intensificata nel corso degli ultimi anni, la rete presenta ancora lacune in termini di copertura;

in data 11 maggio 2025, il Ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha firmato un decreto che ripartisce la nuova annualità del fondo per gli enti di ricerca, prevedendo uno stanziamento complessivo di 94 milioni di euro. In particolare, sono stati stanziati 6 milioni di euro per l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, risorse destinate a rafforzare le infrastrutture di ricerca per il monitoraggio in tempo reale dei segnali sismici e lo studio dei terremoti;

a seguito dello stanziamento, il Ministro ha dichiarato alla stampa: “i nostri Enti di Ricerca sono gioielli, un vanto per l’Italia, un riferimento scientifico a livello internazionale. Noi abbiamo la responsabilità di far sì che queste eccellenze possano crescere e proseguire nel percorso intrapreso. È necessario poter garantire risorse per nuovi progetti, finanziare infrastrutture sempre più complesse, sostenere le tecnologie più avanzate. Il nuovo finanziamento di 94 milioni del Fondo dell’edilizia e di ammodernamento delle infrastrutture di ricerca va in questa direzione”;

tuttavia, al netto di quella che agli interroganti appare propagandistica comunicazione governativa, occorre precisare che tali fondi, sebbene siano stati ufficialmente assegnati, non costituiscono un intervento straordinario o emergenziale, bensì rientrano nelle risorse ordinarie previste dalla legge di bilancio per il 2021 e assegnate annualmente. Ciò significa che il potenziamento di cui si parla non rappresenta una risposta politica coraggiosa, ma la normale gestione delle risorse pubbliche per un sistema che, per sua stessa natura, richiede investimenti costanti e adeguati a mantenere gli standard di sicurezza e di monitoraggio richiesti;

il rischio, quindi, è che si continui a considerare l’operazione come un mero adempimento amministrativo, senza affrontare in modo strutturale le criticità. È necessario, invece, che si passi da una logica di interventi puntuali e di breve termine a una strategia di potenziamento. Si ritiene, dunque, fondamentale che si passi da un approccio reattivo a uno scientifico, investendo maggiormente nella ricerca, con una pianificazione che garantisca risorse stabili e durature nel tempo, per migliorare la gestione del rischio, capace di rispondere con efficienza e tempestività alle emergenze, minimizzando così i rischi per la vita umana e il patrimonio culturale e naturale di quest’area;

inoltre, la vulnerabilità di molte delle strutture edilizie presenti nella zona impone l’adozione di un approccio integrato, che coinvolga non solo il monitoraggio continuo e avanzato del sistema vulcanico, ma anche interventi strutturali e di miglioramento della resilienza degli edifici e del territorio. Più specificamente, urge una massiccia ricognizione approfondita delle costruzioni presenti, realizzando un’indagine sistematica che coinvolga più livelli di analisi: dalla mappatura delle deformazioni del suolo e delle faglie attive, fino alla valutazione accurata della vulnerabilità strutturale degli edifici;

dunque, è fondamentale intervenire sul patrimonio edilizio, rafforzando le strutture più vulnerabili e migliorando la loro capacità di resistere a eventi sismici e a deformazioni del suolo, partendo dagli edifici ad alta priorità di intervento: quelli storici, pubblici, scolastici, sanitari e residenziali più datati o costruiti in modo non conforme alle normative antisismiche;

considerato che, a parere degli interroganti, un elemento chiave per la sicurezza dell’area è la formazione e la sensibilizzazione della popolazione: è necessario, pertanto, implementare programmi di educazione civica sul rischio vulcanico e sismico, organizzare esercitazioni periodiche di evacuazione e rafforzare le capacità di risposta delle istituzioni pubbliche e, sul fronte gestionale, soprattutto migliorare le capacità di analisi e di comunicazione delle istituzioni preposte, atteso che le ultime esercitazioni hanno palesato una gestione del tutto insufficiente, coinvolgendo un numero risibile di cittadini,

si chiede di sapere:

quali siano le strategie e le azioni concrete che il Ministro in indirizzo intenda adottare nel breve e nel lungo termine per potenziare il sistema di monitoraggio dei Campi Flegrei e quali piani di investimento siano previsti per il loro miglioramento e ampliamento;

quali interventi di rafforzamento e messa in sicurezza siano stati pianificati e quali siano in corso di realizzazione per gli edifici storici, pubblici e privati nelle zone a maggiore rischio di instabilità o di danno in caso di crisi vulcanica;

quali iniziative di formazione e sensibilizzazione della popolazione siano state attuate o siano in programma per aumentare la consapevolezza del rischio e migliorare la risposta collettiva in caso di emergenza;

quali strumenti di collaborazione internazionale o di partecipazione a programmi europei siano stati attivati per reperire fondi, condividere best practice e tecnologie innovative nella gestione del rischio vulcanico.