Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01884
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Atto n. 3-01884
Pubblicato il 13 maggio 2025, nella seduta n. 302
VERDUCCI, D'ELIA, VERINI, TAJANI, MALPEZZI, LOSACCO, FRANCESCHELLI, RANDO, NICITA, LA MARCA, PARRINI, VALENTE, MIRABELLI, ROJC, MARTELLA, BASSO, ROSSOMANDO, MANCA - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
in data 25 aprile 2025, ottantesimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo, in occasione delle celebrazioni cittadine, la titolare dell'esercizio commerciale "Assalto ai forni", situato in piazza Arringo ad Ascoli Piceno, esponeva in prossimità della vetrina del negozio e sul muro esterno del palazzo di sua proprietà uno striscione dal seguente contenuto: "25 aprile buono come il pane, bello come l'antifascismo";
nelle ore successive, la cittadina veniva fatta oggetto di due distinti interventi della forza pubblica, l'uno da parte della Polizia di Stato e l'altro da parte della Polizia locale della città di Ascoli Piceno; le riprese video di tale secondo intervento circolavano con intensità sui social network e sui canali di informazione, destando forte e comprensibile indignazione;
nel corso del secondo intervento veniva senza dubbio tentata l'identificazione della cittadina e, anche nel corso del primo intervento, veniva controllato il contenuto dello striscione, chiedendo con ingiustificata insistenza informazioni all'autrice del medesimo;
nelle ore successive, la Questura di Ascoli Piceno diffondeva una nota nella quale precisava, con riferimento all'intervento della Polizia di Stato, che si sarebbe trattato di un mero intervento di osservazione e controllo del territorio e che l'interazione con l'interessata sarebbe durata pochissimi minuti, senza alcuna formale identificazione della donna e senza alcuna richiesta di rimozione dello striscione;
sempre la Questura aggiungeva che l'intervento era avvenuto nel quadro delle direttive impartite per la gestione dell'ordine pubblico nella giornata del 25 aprile, che disponevano di monitorare la presenza di scritte o simboli in prossimità dei luoghi delle celebrazioni e di segnalare tempestivamente eventuali anomalie, senza procedere autonomamente a rimozioni o interventi;
a seguito del grande clamore suscitato dai fatti, nelle giornate successive apparivano in alcune zone della città di Ascoli Piceno striscioni di chiara matrice neofascista e del seguente tenore: "Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il Questore" e "L'assalto ai forni";
considerato che:
i chiarimenti forniti dalla Questura di Ascoli Piceno non attenuano in alcun modo l'estrema gravità dell'accaduto;
la condotta della forza pubblica, per come riportata e quale risulta dalle riprese video, rappresenta infatti un episodio di irragionevole e grave ingerenza nella sfera di libertà della cittadina interessata, con specifico riguardo alla libertà di manifestazione del pensiero, la cui espressione "con ogni mezzo" è esplicitamente assicurata dall'articolo 21 della Costituzione;
quanto accaduto rivela in ogni caso, nella sua inopportunità e nella migliore delle ipotesi, un grave esempio di assenza di considerazione, da parte della forza pubblica, del contesto della giornata e, soprattutto, dell'importanza di celebrare (anche con un mezzo pacifico come uno striscione apposto peraltro su proprietà privata) i valori dell'antifascismo, attorno ai quali la comunità nazionale deve ritrovarsi e unirsi il 25 aprile e ogni giorno dell'anno, riconoscendoli quali pilastri della convivenza civile e fondamenta della Costituzione repubblicana;
gli striscioni minacciosi rivolti all'indirizzo della cittadina rivelano la presenza, nelle città, di una rete di militanza neofascista, diffusa e reattiva, che deve essere oggetto della massima attenzione da parte del Ministro in indirizzo, al fine di evitare qualunque forma, anche solo apparente, di tolleranza verso manifestazioni nostalgiche e, dunque, in contrasto con la XII disposizione transitoria della Costituzione e della legge 20 giugno 1952, n. 645;
a tale riguardo, non può che rilevarsi quanto profondamente stoni con i fatti evocati la circostanza che, nelle giornate successive al 25 aprile, una manifestazione pubblica di chiara matrice neofascista (la commemorazione con rito del "presente", il 28 aprile a Dongo, di Benito Mussolini, Claretta Petacci e altri gerarchi fascisti nell'ottantesimo anniversario della loro morte) non sia stata oggetto di alcuna attenzione critica da parte delle forze dell'ordine che hanno addirittura proceduto a contenere e identificare i manifestanti antifascisti che, giustamente, si opponevano a tale manifestazione,
si chiede di sapere:
quale sia la valutazione del Ministro in indirizzo sui fatti evocati in premessa e se sia in grado di fornire una ricostruzione dettagliata dei fatti e delle ragioni, giuridiche e fattuali, che li hanno giustificati;
quali iniziative intenda intraprendere per contrastare con efficacia l'azione delle formazioni neofasciste assicurando il pieno rispetto della XII disposizione transitoria della Costituzione e della legge 20 giugno 1952, n. 645.