Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 2-00025

Atto n. 2-00025

Pubblicato il 6 maggio 2025, nella seduta n. 299

MISIANI, RANDO, CAMUSSO, ZAMBITO, BASSO, ZAMPA, VERINI, ROSSOMANDO, MANCA, VALENTE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

in data 25 novembre 2024, l’amministratore delegato di Unicredit ha comunicato un’offerta pubblica di scambio volontaria sul 100 per cento delle azioni del Banco BPM, il cui controvalore complessivo, in caso di integrale adesione, è stimato in 10.086.832.606 euro. La CONSOB, in data 2 aprile 2025, ha approvato il documento relativo all’offerta di Unicredit su BPM fissando il periodo di adesione dal 28 aprile al 23 giugno 2025;

il 18 aprile 2025 il Consiglio dei ministri ha deliberato di esercitare, a tutela di interessi strategici per la sicurezza nazionale, i poteri speciali nella forma dell'imposizione di specifiche prescrizioni, in relazione all'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di BPM da parte di Unicredit, emettendo un decreto, attualmente non ancora reso pubblico e al vaglio solo dei vertici delle due banche, della Banca centrale europea e della Banca d’Italia;

nel decreto sarebbe riportato che Unicredit: avrebbe in Italia un rapporto tra depositi e impieghi sensibilmente più basso rispetto a quello praticato da BPM; gli impieghi bancari destinati al mercato italiano si sarebbero ridotti negli ultimi 5 anni; il supporto creditizio sarebbe centrato su grandi imprese, istituzioni finanziarie ed enti in luogo di famiglie e piccole e medie imprese. La presenza di Unicredit in Russia, inoltre, giustificherebbe l’adozione da parte del Ministero dell’economia e delle finanze di misure rigorose per evitare il rischio che il risparmio raccolto da BPM sia coinvolto in possibili operazioni a vantaggio del sistema economico e finanziario russo. In relazione a BPM, invece, sarebbe riportato che, per le soglie di fatturato e dipendenti raggiunte, l’istituto rientrerebbe tra le imprese che detengono beni e rapporti di rilevanza strategica, come il controllo di Anima holding e la partecipazione rilevante in Numia holding. Alla luce di tali considerazioni il Ministero ha ritenuto che dall’operazione notificata residuino rischi concreti per la sicurezza nazionale tali da giustificare l’esercizio dei poteri speciali;

le prescrizioni governative sarebbero quattro e riguarderebbero, nello specifico, gli obblighi di: 1) non ridurre per un periodo di 5 anni il rapporto tra impieghi e depositi praticato da BPM e Unicredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e PMI nazionali; 2) non ridurre il livello del portafoglio attuale di project finance di BPM e Unicredit in Italia; 3) non ridurre per un periodo di almeno 5 anni il peso attuale degli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani e supportare lo sviluppo della società; 4) cessare tutte le attività in Russia (raccolta, impieghi, collocamento fondi e prestiti transfrontalieri) entro 9 mesi. In relazione alle sanzioni, nel decreto si farebbe riferimento a norme precedenti disponendo che, in caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni, Unicredit rischierebbe una multa di importo tra l’1 per cento del fatturato cumulato realizzato dalle due banche nell'ultimo esercizio per il quale sia stato approvato il bilancio (circa 300 milioni di euro) e il doppio del valore dell'operazione (20 miliardi);

le prescrizioni del Governo in merito all'OPS di Unicredit su BPM rischiano di comprimere la piena libertà e capacità degli istituti coinvolti di adottare decisioni conformi a principi di sana e prudente gestione e persino portare a risultati non voluti e a sanzioni di rilevante portata in caso di presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni contenute nel decreto. Emerge in tutta evidenza che l'uso dei poteri speciali in un'operazione domestica tra due banche italiane non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano;

la Commissione europea ha “acceso un faro” sull’esercizio dei poteri speciali, chiedendo alle autorità italiane maggiori informazioni sulla legislazione, soprattutto con riferimento all’OPS di Unicredit su Banco BPM. In data 23 aprile 2025, il portavoce della Commissione europea Thomas Regnier ha riferito che "la Commissione non commenta mai casi singoli", ma che "da una prospettiva di sicurezza e ordine pubblico, gli Stati membri hanno la responsabilità di attuare restrizioni alle libertà dei mercati attraverso le loro leggi nazionali. È molto importante per noi che queste restrizioni alle libertà fondamentali siano consentite solo se sono proporzionate". Inoltre, risulta che la Direzione generale della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell'unione dei mercati dei capitali della Commissione avrebbe già scritto una lettera al Governo italiano chiedendo informazioni sulle intenzioni di usare il “golden power” per porre paletti ad un'acquisizione di una banca italiana da parte di un’altra banca italiana. Sulla questione sarebbe stato aperto una procedura “pilot” alla Commissione, ovvero un meccanismo informale utilizzato per indagare, in via preliminare, su eventuali violazioni del diritto UE;

il golden power nasce come uno strumento atto ad impedire acquisizioni ostili in settori strategici come la sicurezza nazionale. Alcune delle prescrizioni contenute nel decreto sembrano essere ritagliate su misura per Unicredit, quale quella che prevede, in caso di successo dell’operazione, di mantenere stabile il rapporto tra crediti e depositi in BPM e di non alterare l’equilibrio degli investimenti in obbligazioni emesse da Anima rispetto al totale degli attivi, chiedendo nei fatti la cristallizzazione dello status quo. Tale vincolo, però, nel caso in cui l’OPS non si facesse, sparirebbe per BPM e per Anima;

in data 23 aprile 2025 il “Financial Times” ha definito le 12 pagine di prescrizioni del Governo come “una pressione nei confronti di Unicredit a favore degli investitori locali” nella battaglia per le Generali;

anche alcuni membri del Governo hanno espresso dubbi sulle basi giuridiche dell’uso del golden power in questo caso e che sono stati messi a verbale nel Consiglio di ministri, non essendo chiaro il tema della sicurezza nazionale e il corretto utilizzo dei poteri speciali in tale vicenda,

si chiede di sapere:

se il Governo abbia attentamente valutato le basi giuridiche del decreto con cui ha inteso esercitare golden power sulla vicenda Unicredi-BPM e se corrisponda al vero che alcuni membri dell’Esecutivo abbiano pubblicamente espresso dubbi sull’utilizzo dello strumento non essendo chiaro il tema della sicurezza nazionale e il corretto utilizzo dei poteri speciali in merito;

se intenda trasmettere alle competenti Commissioni parlamentari il decreto con cui ha inteso esercitare i poteri speciali nella forma dell'imposizione di specifiche prescrizioni, in relazione all'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banco BPM da parte di Unicredit, attualmente al vaglio solo dei vertici delle due banche, della Banca centrale europea e della Banca d’Italia;

quali iniziative intenda assumere alla luce anche dei rilievi sollevati dalla Commissione europea e dalla relativa apertura di una procedura "pilot" e se non ritenga opportuno assumere, in relazione all’operazione, un ruolo neutrale;

se intenda rivedere il decreto sul golden power applicato all’OPS di Unicredit su BPM, al fine di garantire in maniera efficace il pluralismo e il buon funzionamento del mercato bancario italiano nel contesto europeo, evitando qualsiasi restrizione non proporzionata.